loader
menu
© 2024 Eddyburg
Un'argomentata denuncia dei pasticci delle manipolazioni e delle violazioni della legge che si stanno compiendo per proseguire la distruzione della Laguna di Venezia. La Nuova Venezia, 5 dicembre 2015

Penso di fare cosa gradita precisando lo stato di fatto delle procedure su Contorta e Tresse Nuovo. Indipendentemente dall'Ordinanza del Consiglio di Stato che sospende la sentenza del TAR rinviando il merito al 10 marzo prossimo, la procedura di VIA del Contorta ha ripreso oggi stesso presso il ministero dell'Ambiente, mentre allo stesso Ministero non risulta presentato alcun progetto "Tresse Nuovo" né come variante né come nuovo progetto (d’altra parte se ci fosse sarebbe pubblicato sul Sito del Ministero).

La Direzione VIA peraltro aveva fatto sapere all'Autorità Portuale che il "Tresse Nuovo" non poteva essere presentato come "variante" al Contorta ma come un nuovo, diverso, progetto, pagando quindi nuovamente la tassa di procedimento.
A questo punto il MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) è in fibrillazione perché non può essere che uno stesso soggetto, e pubblico per giunta come è l'Autorità Portuale, presenti in Legge Obiettivo due diversi progetti per lo stesso ambito, e temono un rilievo per danno erariale. Ancora: non è chiaro quali risorse l'Autorità Portuale di Venezia stia impegnando e con quali procedure di spesa, non avendo fatta gara per l' assegnazione degli Studi di Impatto Ambientale e per lo sviluppo dei due Progetti.
Il Contorta si avvia quindi ad un parere negativo a meno che Costa non lo ritiri. Nel frattempo lo stesso MIT (Ministero Infrastutture e Trasporti) ha dichiarato procedibile in Legge Obiettivo il progetto in Bocca di Lido di De Piccoli, stabilendone con questa precisazione, l'implicito interesse pubblico. Spero di essere stata chiara, nonostante la situazione sia alquanto... contorta!

«La capogruppo in Consiglio regionale appoggia il progetto alternativo delle Tresse di Brugnaro e Costa. Il presidente dei senatori del partito lunedì a San Leonardo è contrario allo scavo di nuovi canali». La Nuova Venezia, 6 novembre 2015 (m.p.r.)

«Non ci sono due Pd», ha ripetuto anche pochi giorni fa in un intervento il parlamentare veneziano Davide Zoggia, anche in riferimento all’atteggiamento del sindaco Brugnaro, in pieno feeling con Matteo Renzi, ma in contrapposizione con il partito a Venezia. Ma sulle Grandi Navi sembra proprio di sì, da Alessandra Moretti a Pier Luigi Zanda.

All’indomani della presentazione del progetto alternativo “Tresse nuovo”, con lo scavo del canale Vittorio Emanuele, alternativo al passaggio delle navi da crociera dal Bacino di San Marco da parte del sindaco Luigi Brugnaro e del presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa. E all’annuncio dell’amministratore delegato di Msc Crociere Gianni Onorato che ha annunciato l’intenzione della compagnia di diminuire del 40 per cento la propria presenza come numero di passeggeri nello scalo crocieristico veneziano: «Non esiste una legge che oggi ci vieti il transito, ma non possiamo nemmeno farci massacrare dall’opinione pubblica».
E ieri a far sentire la sua voce a fianco di Brugnaro e Costa e del progetto Tresse e a esprimere la preoccupazione per una diminuzione del traffico crocieristico, è stata ancora una volta il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Alessandra Moretti. «La decisione di MSC Crociere di ridurre drasticamente del 40 per cento la presenza di passeggeri a Venezia nel 2016», ha dichiarato, «è la conseguenza di una politica che fin qui si è dimostrata miope e troppo esposta ad annunci estemporanei. Non si è fatto altro che tergiversare, decidendo di non decidere. Siamo giunti ad una situazione inquietante, surrogata da una profonda incertezza normativa che mette in crisi un settore strategico per l'economia di tutto l'Adriatico. Un progetto concreto esiste ed è il "Nuovo Tresse"presentato dal sindaco Brugnaro e dal presidente dell’Autorità portuale Costa: credo sia questa la soluzione migliore per mettere fine a questa imbarazzante impasse, con un “passaggio” alternativo che, in tempi e costi certi, riesce a coniugare l'esigenza di liberare Venezia dal passaggio delle crociere nel Canale della Giudecca e tutelare l'indotto occupazionale. Non possiamo più perdere tempo, è a rischio un comparto strategico per il Veneto e per l'Italia. Da parte mia, mi assumo l'impegno di sollecitare il Governo ed i ministeri competenti affinché i venti mesi previsti per realizzare il nuovo canale vengano rispettati».
Ma lunedì sarà a Venezia, invitato a parlare del problema Grandi Navi in Sala San Leonardo dal circolo Pd di Canaregio, il presidente dei senatori del partito Pier Luigi Zanda, che la vede in modo ben diverso dalla Moretti, come ha scritto già nella lettera inviata qualche mese fa ai ministri Franceschini, Delrio e Galletti. «Lo scavo e l'ampliamento di nuovi canali (Contorta o Vittorio Emanuele, non cambia) produrrebbe l'appiattimento anche di larghi spazi lagunari molto vicini a Venezia storica e insulare, che verrebbe così messa a forte rischio direttamente sia dal flusso delle maree, sia dal conseguente aumento vistoso della forza del moto ondoso». Zanda scriveva ai ministri che «la soluzione definitiva non può che essere quella di un terminale di attracco delle grandi navi fuori dalla laguna». «Non ho cambiato idea», commenta ora Zanda, «ma dirò quello che penso lunedì a Venezia, dopo aver esaminato anche il nuovo progetto delle Tresse».
© 2024 Eddyburg