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COMUNICATO

Quale futuro per i Porti dell’Argentario ??

Sul tema dei Porti dell’Argentario sono in corso due iniziative che affrontano il caso in modi completamente diversi.

Da un lato si stanno svolgendo degli incontri pubblici quale prosecuzione dei Laboratori Tematici organizzati dalla Provincia di Grosseto nell’ambito della revisione del PTC.

A questi veri e propri Tavoli di Lavoro, promossi da MAREVIVO, che riguardano un progetto per il porto di Porto Ercole, stanno partecipando attivamente le componenti sociali, economiche e imprenditoriali dell’Argentario e in particolare di Porto Ercole. Sono stati già raggiunti diversi obiettivi che hanno portato alla formulazione di una bozza di progetto condivisa da un’ampia base locale (popolazione, operatori di settore, Associazioni e gruppi di rappresentanze locali) e che prevede la riorganizzazione dell’area portuale nel pieno rispetto delle sue caratteristiche ambientali e paesaggistiche e dell’attuale utilizzo socio-economico del porto.

Inoltre, nel corso degli incontri è stato espresso da più parti un fortedissenso sulla possibile conclusione di una Convenzione, tra il Comune e la Società Italia Navigando, che escluderebbe dalla gestione del porto la comunità locale”.

Dall’altro lato proseguono delle operazioni che vedono coinvolti una parte dell’Amministrazione Comunale di Monte Argentario e le Società Argentario Approdi e Italia Navigando, per concordare tale Convenzione che, se dovesse concludersi, porterà all’affidamento a Italia Navigando della gestione di tutti e due i Porti dell’Argentario fino al 2084!.

In questa trattativa, che non vede una partecipazione attiva né della cittadinanza nè dei gruppi locali né delle associazioni di tutela ambientale, il ruolo richiesto all’Amministrazione Comunale è solo quello di ratificare la costituzione di due Società tra Argentario Approdi e Italia Navigando per creare due veri e propri Marina Turistici di forte impatto ambientale e paesaggistico e che metteranno fuori gioco le imprenditorie locali e l’autonomia delle attività economiche e commerciali locali (anche l’ultima bozza di convenzione, revisionata in questi ultimi giorni, non cambia la sostanza delle cose).

Ci sentiamo in particolare molto preoccupati per la prospettiva di una trasformazione dell’ambiente “unico” di Porto Ercole in un “Marina a sfruttamento intensivo” (Porto-Garage per mega barche) che comporterà il completo stravolgimento delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche attuali e la conseguente perdita di un patrimonio di inestimabile valore!

Riteniamo che l’Amministrazione Comunale debba attivare un’immediata e intensa attività di Concertazione, che non vuol dire “presentare degli accordi a cose fatte”, ma coinvolgere tutta la popolazione e tutti i gruppi interessati prima di approvare atti che mettono in gioco il futuro dei porti del nostro territorio e che causeranno inevitabilmente la perdita di patrimoni di inestimabile valore ambientale, storico e paesaggistico!

COMUNICATO

Nuova minaccia per Porto Ercole

Tra le ipotesi di intervento per il porto di Porto Ercole, che ultimamente circolano all’Argentario, ce n’è una molto preoccupante: qualcuno vuole creare un Marina “a sfruttamento intensivo” che stravolgerà completamente tutta l’area portuale ed avrà gravi ripercussioni nelle limitrofe aree a terra.

Si vuol fare di Porto Ercole un Porto-Garage occupando quanto più possibile dell’area portuale, dove verranno depositate più di 700 imbarcazioni grandi fino a 30-50 metri (provenienti soprattutto dall’estero) per tutto l’anno, lasciando spazi minimi ai natanti ed alle attività portuali svolte oggi dai residenti. Una presenza locale che si vedrà privata non solo delle caratteristiche paesaggistiche, storiche e ambientali dell’attuale Porto Rifugio e dello storico borgo marinaro, ma che sarà condizionata da una nuova gestione privatistica del porto che imporrà all’abitato, tra l’altro, un incremento dei problemi di traffico veicolare e di inquinamento, soprattutto durante il periodo estivo.

Questo modello di sviluppo è sbagliato: non solo il Piano Regionale dei porti prevede un massimo di 500 posti barca, ma concepire un nuovo marina per imbarcazioni utilizzate solo durante il periodo estivo contrasta con gli stessi principi del Piano Strutturale del Comune e del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto, che indicano tra i principi irrinunciabili la “destagionalizzazione” dell’offerta finalizzata allo sviluppo di un turismo tutto l’anno.

Non viene inoltre considerata la vicina realtà di Cala Galera che ha una vocazione completamente diversa da Porto Ercole: mentre questo è un antico borgo marinaro con un porto dedicato a imbarcazioni medio-piccole e da pesca, l’altro è un moderno Marina privato dedicato a imbarcazioni medio-grandi e inserito in una vasta area cantieristica e di rimessaggio dedicata esclusivamente alla nautica. Non bisogna pertanto creare doppioni ma intervenire in modo diversificato nei due siti, rispettando le attuali e specifiche vocazioni.

Per realizzare tale nefasto progetto si sta per stipulare una convenzione (la cui bozza sta circolando da alcuni giorni) tra due Società a partecipazione pubblica, Italia Navigando e Argentario Approdi con lo scopo di realizzare una nuova Società (con un vincolo di 80 anni!!!) in cui Italia Navigando avrà indiscutibilmente una posizione dominante. Infatti l’Amministratore Delegato di tale nuova Società risponderà direttamente a Italia Navigando, avrà tutti i poteri operativi e gestionali sul porto e su tutte le attività commerciali e artigianali ad esso connesse, sia a terra (bar, ristoranti, rivendita carburanti, cantieristica, rimessaggio, officine, ecc.) che a mare (noleggio imbarcazioni, noleggio posti barca, ecc.) e dovrà seguire “Linee Guida” già fissate e improntate alla massima redditività.

Tutto questo porterà a due cose: da un lato a uno sfruttamento intensivo di tutta l’area portuale, già ampiamente visibile dalla bozza di progetto presentata per il Marina di Porto Ercole, con il conseguente degrado dei valori ambientali e paesaggistici del porto, e dall’altro gli interessi attualmente costituiti intorno al porto verranno sopraffatti, con la messa fuori gioco delle imprenditorie locali e dell’autonomia delle attività economiche e commerciali locali.

Quindi non solo verrà danneggiato il patrimonio ambientale e paesaggistico di Porto Ercole, annullando in tal modo quei presupposti di attrazione turistica sui quali finora si è basata l’attività economica della popolazione portercolese, ma tale trasformazione si accompagnerà anche alla perdita di una libera ed effettiva partecipazione degli imprenditori locali allo sviluppo economico e commerciale del paese.

Tutto questo sconvolgimento si potrebbe verificare molto presto se tale nuova Società (o meglio Italia Navigando) chiederà una concessione unica per il porto, sulla base di questo nefasto progetto, all’Ente competente, che è tuttora il Ministero delle Infrastrutture.

Ci auguriamo tuttavia che il Ministero non vorrà scegliere proprio tale nuova Società, con il suo progetto globale di intervento, ma piuttosto altre alternative, più rispettose dell’ambiente, del paesaggio e delle realtà attuali, che potranno essere la base su cui altri concorrenti potranno, a buon diritto, richiedere le concessioni sul porto.

Riflessione sui progetti presentati sino ad oggi nel territorio nel Comune di Monte Argentario.

Molti pensano che le nostre reazioni alle aggressioni ambientali e paesaggistiche dell’Argentario siano le solite esternazioni di pochi, contrari ad ogni progresso.

Molti lettori rimangono radicati nella loro convinzione che i piani e progetti, che suscitano tanto allarme e richieste di modifiche da parte degli ambientalisti, siano invece quanto di meglio si possa volere e non si chiedono affatto se certe scelte strategiche, progettuali o tecniche possano invece essere migliorate nell'interesse di tutti.

Troppo spesso la popolazione argentarina non viene informata correttamente sulle vere cause dei ritardi, malcontenti, insoddisfazioni e danni creati dagli studi, dai piani e dalle progettazioni di molti interventi. Questo è ancor più grave dal momento che non vengono applicate le normative europee sulla concertazione e partecipazione di tutte le componenti sociali per assicurare uno sviluppo veramente sostenibile del territorio.

Sono le scelte sbagliate che non fanno andare avanti i piani e i progetti, che danneggiano la collettività e che fanno insorgere quanti vogliono tutelare un patrimonio comune. Questo non accadrebbe se i progetti fossero correttamente elaborati ovvero non causassero danni ambientali o non creassero uno stravolgimento del paesaggio.

Purtroppo la lista dei Piani e Progetti che vorremmo non aver mai visto a Monte Argentario è sempre più lunga ma per fortuna sta crescendo anche il numero di quanti si stanno accorgendo del degrado in atto e vogliono opporsi a tutto questo.

Da vari anni le Associazioni Ambientaliste hanno accompagnato le loro osservazioni e commenti con delle proposte e soluzioni tecniche alternative in grado di conciliare le esigenze di tutela e salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio con i reali fabbisogni della popolazione locale. In molte occasioni si è offerta la massima collaborazione agli Amministratori locali per contribuire allo sviluppo del patrimonio territoriale. Tali aperture sono state sempre vane e spesso causa di insofferenze.

E' molto importante che la cittadinanza sappia come stanno le cose e noi non ci stancheremo mai di richiamare gli "addetti ai lavori" ed anche la pubblica opinione a svolgere più responsabilmente i loro compiti.

Si auspica quindi che ogni soggetto coinvolto nel processo di studio, elaborazione, valutazione, approvazione e realizzazione di un Piano o Progetto sul territorio dell’Argentario voglia rivedere con maggiore attenzione e considerazione gli aspetti legati all’ambiente ed il paesaggio specie dove tali realtà sono più rilevanti e già sottoposte a vincoli di tutela.

E' un' isola collegata alla terra da due sottili lingue di terra, i tomboli della Feniglia e della Giannella, emersi solo alla fine dell'età preistorica. Il centro più antico è PORTO ERCOLE, che lega la sua origine al mitico viaggio dell'eroe greco diventato dio. Ma il centro principale dell' isola è oggi PORTO SANTO STEFANO, che aveva nel XVIII secolo, sotto il dominio di Orbetello, solo 60 abitanti. In breve tempo si popolò di genti provenienti da Napoli, dalla Liguria, dal resto della Toscana, che desideravano navigare, commerciare o coltivare la terra.

Le numerose fortezze che costellano il promontorio testimoniano la posizione strategica che il Monte Argentario aveva nella difesa dello Stato dei Presidi. Le più imponenti, tra le quali quella di Porto Ercole, il Forte Stella e la Fortezza di Porto S.Stefano, sono rimaste nei secoli simbolo di potere ed oggi, ben conservate, sono a disposizione per eventi di natura culturale, convegni e congressi internazionali.

Monte Argentario è ora mèta turistica ambita ed attrezzata per un turismo di alto livello, tra le località più note della costa grossetana, pur conservando ancora buona parte della sua flotta peschereccia che era, un secolo fà, la più grande d'Italia.

Dall' Argentario è facile raggiungere le due splendide isole dell' Arcipelago Toscano, il Giglio e Giannutri.

da

E' un' isola collegata alla terra da due sottili lingue di terra, i tomboli della Feniglia e della Giannella, emersi solo alla fine dell'età preistorica. Il centro più antico è PORTO ERCOLE, che lega la sua origine al mitico viaggio dell'eroe greco diventato dio. Ma il centro principale dell' isola è oggi PORTO SANTO STEFANO, che aveva nel XVIII secolo, sotto il dominio di Orbetello, solo 60 abitanti. In breve tempo si popolò di genti provenienti da Napoli, dalla Liguria, dal resto della Toscana, che desideravano navigare, commerciare o coltivare la terra.

Le numerose fortezze che costellano il promontorio testimoniano la posizione strategica che il Monte Argentario aveva nella difesa dello Stato dei Presidi. Le più imponenti, tra le quali quella di Porto Ercole, il Forte Stella e la Fortezza di Porto S.Stefano, sono rimaste nei secoli simbolo di potere ed oggi, ben conservate, sono a disposizione per eventi di natura culturale, convegni e congressi internazionali.

Monte Argentario è ora mèta turistica ambita ed attrezzata per un turismo di alto livello, tra le località più note della costa grossetana, pur conservando ancora buona parte della sua flotta peschereccia che era, un secolo fà, la più grande d'Italia.

Dall' Argentario è facile raggiungere le due splendide isole dell' Arcipelago Toscano, il Giglio e Giannutri.

Dal sito

E' un' isola collegata alla terra da due sottili lingue di terra, i tomboli della Feniglia e della Giannella, emersi solo alla fine dell'età preistorica. Il centro più antico è PORTO ERCOLE, che lega la sua origine al mitico viaggio dell'eroe greco diventato dio. Ma il centro principale dell' isola è oggi PORTO SANTO STEFANO, che aveva nel XVIII secolo, sotto il dominio di Orbetello, solo 60 abitanti. In breve tempo si popolò di genti provenienti da Napoli, dalla Liguria, dal resto della Toscana, che desideravano navigare, commerciare o coltivare la terra.

Le numerose fortezze che costellano il promontorio testimoniano la posizione strategica che il Monte Argentario aveva nella difesa dello Stato dei Presidi. Le più imponenti, tra le quali quella di Porto Ercole, il Forte Stella e la Fortezza di Porto S.Stefano, sono rimaste nei secoli simbolo di potere ed oggi, ben conservate, sono a disposizione per eventi di natura culturale, convegni e congressi internazionali.

Monte Argentario è ora mèta turistica ambita ed attrezzata per un turismo di alto livello, tra le località più note della costa grossetana, pur conservando ancora buona parte della sua flotta peschereccia che era, un secolo fà, la più grande d'Italia.

Dall' Argentario è facile raggiungere le due splendide isole dell' Arcipelago Toscano, il Giglio e Giannutri.

Dal sito ouverture.it

Un milione di metri cubi di cemento, dei quali 200.000 abusivi. Villini, parcheggi e complessi alberghieri stanno stravolgendo le coste dell'Argentario, in Toscana. A Monte Argentario la situazione è in assoluto la più grave. Il nuovo «Piano Strutturale», pervicacemente voluto dall'amministrazione comunale (nonostante l'opposizione di Marevivo, WWF e Italia Nostra), apre in prospettiva all'edificazione gran parte della fascia costiera, sia lato Laguna che lato mare, e sacrifica in particolare le aree oggi scarsamente edificate(Cala Grande, Cala Piccola, Cala Moresca, Cannelle, Sbarcatello, ecc.). Parcheggi e servizi commerciali lungo le coste della laguna di Orbetello, in zone finora intoccabili.

LA SANATORIA - Oltre a tutto questo, l'esplicita previsione nel Piano Strutturale di una sanatoria delle centinaia di abusi edilizi avvenuti tra gli anni '70 e oggi (oltre 200.000 mc, nelle zone più delicate e in violazione di ogni vincolo) sanatoria che potrebbe presto diventare possibile grazie all'annunciato condono edilizio. Una vera e propria valanga di cemento, che in parte anticipa (indebitamente) le previsioni di un Piano Strutturale non ancora esecutivo, in parte le viola (non ci sono misure di salvaguardia) ed in buona parte è realizzata grazie a opinabili «varianti» al vecchio Prg.

CAPANNONI A CALA GALERA - Ma l'invasione edilizia dell'Argentario è già in atto. Con una serie di varianti al vecchio Prg, delibere, ecc. il Comune sta già realizzando il 50% di quanto previsto dal «futuro» Piano. L'elenco è terribile: 130.000 metri cubi di capannoni "industriali" a Cala Galera (per lo più rimessaggi per barche, le associazioni chiedevano di adottare tipologie architettoniche più adeguate al contesto!), un Peep - Piano Edilizia Economica e Popolare - (in progetto) a Porto Ercole per 34.000 mc., un complesso sportivo (stadio, campi di gioco, parcheggi, ecc.) a Le Piane, sul margine della Laguna, un complesso alberghiero di 15.000 mc sempre a Le Piane, un "centro multifunzionale" di 53.750 metri cubi nello storico giardino Iacovacci a Porto S. Stefano, un centro polisportivo di 16.000 mc in Val di Prato (in avanzata realizzazione), altri 6.500 mc di edilizia residenziale al Pozzarello. E poi 26.000 metri cubi a Cava Legni di Porto S. Stefano, 26 villini per 10.000 metri cubi a Terrarossa, a ridosso di un'area archeologica (in parte già realizzati, vedi foto), ulteriori zone Peep (Piano Edilizia Economica e Popolare) al Pozzarello e a Porto S. Stefano (in totale quasi 120.000 mc), 30 appartamenti per 9.000 m.c. a Poggio del Valle, Porto S. Stefano.

A COSA SERVE LA TUTELA PAESAGGISTICA? - «In questo panorama c'è da chiedersia cosa serva mai la tutela paesaggistica - insorgono le associazioni ambientaliste -, debolmente esercitata dalla Sopraintendenza di Siena. E sarebbe forse il caso di riflettere seriamente sulla politica della Regione Toscana negli ultimi 20 anni». Mentre Vittorio Emiliani, del «Comitato per la Bellezza», accusa il «partito dei geometri» che spadroneggia in Maremma.

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