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Una immagine che rappresenta le proteste che si sono sviluppate negli USA contro la deportazione nei paesi di origine dei giovani figli di immigrati, protetti da DACA: una misura introdotta da Obama a loro tutela. Ben si adatta anche alla indecente opinione espressa dal Ministro degli Esteri Alfano: favorevole al rinvio ai posteri del disegno di legge sullo ius soli relativo alla cittadinanza ai minori figli di stranieri nati o cresciuti in Italia (m.c.g.).

eddyburg aderisce all'appello "Sosteniamo Margherita, punita per aver salvato "i Caraibi d'Italia" da uno scempio edilizio" e invita a sottoscriveres:(link in calce.19 settembre 2017.

Margherita Corrado è un'archeologa che in contesto difficile ha avuto il coraggio di denunciare un disastro ambientale: ora per ritorsione le viene impedito di lavorare. Facciamole sapere che non è sola. Ministro Franceschini, intervenga!

Un altro scandalo si sta consumando in Calabria. Margherita Corrado, l’archeologa che aveva fermato con le sue denunce la distruzione del paradiso naturale di Punta Scifo, ha ricevuto un’interdizione al lavoro come professionista, oltre che una denuncia per diffamazione, dallo stesso soprintendente per i beni archeologici sotto accusa (qui l'articolo di La Repubblica) per lo sfregio della costa e per falso ideologico.

Si tratta di un atto inqualificabile contro una cittadina e archeologa che ha osato opporsi al sistema di connivenze e inadempienze che aveva permesso l'avvio dei lavori nell'area ora sotto sequestro (qui la denuncia di L'Espresso). Altri articoli dei media, negli ultimi 3 giorni raccontano della solidarietà dei cittadini e degli addetti ai lavori.(qui l'articolo del Corriere della Calabria dell'11/09/2017)

Non lasciamo sola Margherita!

Firma anche tu questa petizione per chiedere al Ministro Franceschini di intervenire subito per porre fine a questa ingiustizia!

#fermiamoquestoSCIFO

La storia: Gli imprenditori Scalise erano riusciti nel 2012 a iniziare la costruzione di un enorme complesso turistico nel paradiso naturale di Punta Scifo, spacciandolo per un piccolo agriturismo. Il soprintendente in questione, Mario Pagano, non aveva avuto un ruolo secondario nella vicenda. Proprio grazie alle denunce e al dossier di Margherita Corrado, infatti, è stato travolto insieme ad altre 7 persone dalle indagini della procura di Crotone, accusato tra l’altro di falso ideologico in atto pubblico, per aver comunicato al Ministero (per sostenere l’ineluttabilità dell’abuso perpetrato) che tutti i 79 bungalow del complesso erano già stati realizzati, quando ciò non era vero.

Era il “capo” di Margherita e gliel’ha fatta pagare cara. Prima denunciandola per diffamazione presso la procura di Torre Annunziata, poi imponendo a tutti i suoi sottoposti, tramite una circolare, di non farla più lavorare.

Non lasciamola sola!

https://www.change.org/p/margherita-punita-per-aver-salvato-i-caraibi-d-italia-da-uno-scempio-edilizio-dariofrance-intervenga-fermiamoquestoscifo?source_location=topic_page

Le organizzazioni ed i firmatari in calce al presente appello ritengono che il cd decreto Minniti sia da respingere sia per le modalità con le quali è stato prodotto, senza la consultazione della società civile e con un provvedimento di urgenza immotivato, sia per i contenuti che veicolano un messaggio politico culturale reazionario e per soluzioni normative inefficaci e pericolose.

In particolare preoccupano le norme contenute nel decreto del 20 febbraio 2017, n. 14, Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città, che valutiamo assolutamente sbagliato nella impostazione generale ed in riferimento ai poteri di ordinanza in materia di ordine pubblico attribuiti ai sindaci oltre i limiti di garanzia costituzionale.
Riteniamo totalmente arbitrario l’utilizzo della decretazione d’urgenza e grave che un decreto sulla sicurezza emanato dal Ministero dell’Interno e della Giustizia intervenga con strumenti di controllo e repressione con l’obiettivo dell’eliminazione della marginalità sociale come previsto dall’art. 4, accreditando la tesi della criminalizzazione degli ultimi.
Le nuove disposizioni invece di risolvere i problemi della esclusione sociale ne aggravano l’intensità, suggerendo ai sindaci come unico strumento di intervento, per la “tutela ed il decoro di particolari luoghi” (come ad esempio le stazioni o i parchi pubblici o ogni altro luogo interessato da flussi turistici), quello dell’allontanamento ed il divieto di frequentazione da parte delle persone più in difficoltà, identificando esplicitamente fra le altre anche coloro che hanno problemi di abuso di alcol o sostanze stupefacenti.
Riteniamo questa impostazione grave e contraria a qualsiasi principio di solidarietà sociale e di riconoscimento di pari dignità dei cittadini, quasi che le persone in difficoltà non fossero anch’esse parte della comunità locale, ma soggetti da contenere anche fisicamente.
Ci preoccupa anche l’impostazione secondo la quale i provvedimenti di divieto di accesso a determinati luoghi, emanati ai sensi dei regolamenti di polizia urbana possano essere più severi nei confronti di coloro che sono stati destinatari di condanna confermata solo fino al grado di appello, aggravando una pena comminata dopo un regolare processo; ledendo in tal modo il principio fondamentale della presunzione di innocenza.
Altrettanto grave ci pare la persecuzione, con il divieto di frequentare locali pubblici o aperti al pubblico verso chi è stato condannato fino all’appello per reati di cui al dpr. 309/90 la nefasta legge antidroga, riproducendo il contenuto delle disposizioni dell'art 75 bis recentemente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale. La riproposizione di una norma bocciata dalla Consulta è segno di arroganza e inoltre la sua applicazione avrebbe inevitabilmente applicazioni diverse nei Comuni e potrebbe portare a provvedimenti di stigmatizzazione sociale arbitrari.
La norma include esplicitamente anche i minori, e potrebbe giungere a vietare la frequentazione della scuola a soggetti già evidentemente segnati da situazioni di marginalità e difficoltà, senza fornire alcuna alternativa educativa o di supporto sociale.
Si prevede altresì per tali soggetti la possibilità della sospensione condizionale della pena legata al divieto di frequentazione di locali e spazi determinati, ponendo in atto così una norma in contrasto con il principio di riabilitazione della pena previsto dall'art.27 della Costituzione.
Ancora più sorprendente è che il decreto consenta alla Regioni di sbloccare risorse per l’assunzione di personale finalizzato alla gestione del numero unico per le emergenze 112 che fa riferimento alle forze di polizia e comprende solo le emergenze sanitarie, mentre i servizi sociali e socio sanitari che lamentano da anni la riduzioni di organici e la cronica mancanza di risorse rimarrebbero senza sostegno.
Chiediamo che il Parlamento respinga in toto il decreto nella sua formulazione attuale e che si apra al più presto un confronto per una riforma del testo unico sulle droghe che permetta un rilancio dei servizi a favore di coloro che hanno problemi di dipendenza patologica nell’ambito di un rilancio generale dei servizi sociali, respingendo la riproposizione di logiche proibizioniste, moraliste e punitive.

Le organizzazioni promotrici:

A Buon Diritto
Antigone onlus
CGIL
Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
Comunità San Benedetto al Porto
Forum Droghe
Funzione Pubblica CGIL
Itardd (Rete Italiana Riduzione del Danno)
La Società della Ragione onlus
Legacoop sociali
Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids)
L'Isola di Arran
Presidenza onoraria Gruppo Abele


Qui il testo dell'appello con lo strumento per le ulteriori adesioni

La creazione del nuovo sito comporterà qualche settimana di disagio, ci scusiamo e vi chiediamo di avere pazienza. Il nuovo eddyburg.it è un prodotto collettivo per comunicare di più e comprendere meglio ciò che affligge la nostra società e contribuire a cambiarla. Leggi qui le novità e i lavori in corso. E se condividi i nostri obiettivi e vuoi sostenerci, leggi qui come fare.


Oggi eddyburg.it esce con la sua nuova struttura e veste grafica.
Vi riassumiamo qui sotto i cambiamenti maggiori, ancora in corso di ultimazione.

La modifica principale riguarda la barra dei menu che ha una logica nuova rispetto alla precedente. Non rimanda più alle cartelle e sottocartelle dell’archivio, ma alle diverse sezioni (blocchi) del sito e della sua homepage.

Nella colonna di sinistra trovate le sezioni che contengono materiali originali scritti da o per eddyburg.it e che, tra l'altro, ripropongono gli Eddytoriali, le Opinioni e gli Scritti per Eddyburg. Sotto a questi blocchi vi è la nuova sezione Segnalazioni dove riporteremo gli avvenimenti che riterremo utile evidenziare, gli eventi a cui eddyburg verrà invitato, le attività organizzate dalla Scuola di eddyburg e gli appuntamenti della Associazione eddyburg APS.

In apertura della colonna di destra trovate l’immagine che ogni 7 giorni costituisce la "copertina" della settimana e di seguito gli articoli ripresi dagli altri media che la redazione seleziona e riporta.

In calce ad entrambe le colonne sono descritte le condizioni di copyright e di responsabilità riferite ai materiali rispettivamente pubblicati.

Nella barra dei menù trovate infine il bottone “archivio” darà l’accesso - non appena questo sarà ultimato – a tutti i materiali di eddyburg organizzati secondo le tradizionali cartelle e sottocartelle. Prevediamo di completare la riorganizzazione dell’archivio entro la fine dell’anno.

Il Piano paesaggistico della Sardegna (2006), obbligatorio secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio, è strumento indispensabile per la difesa delle coste dell'Isola e ottimo esempio per altre esperienze di pianificazione. In questi dieci anni ha resistito al referendum abrogativo contro la legge “Salvacoste” del 2004, suo presupposto, e a numerosissimi ricorsi presso i tribunali amministrativi oltre che al goffo tentativo di cancellarlo da parte del governo di Ugo Cappellacci.

L'attuale governo di centrosinistra ha dato il via, nell’aprile 2015, a un piano-casa nella logica di Berlusconi, mentre nel marzo scorso ha approvato un disegno di legge con l'idea di “snellire” e “semplificare” i procedimenti, con gravi deroghe al PPR in violazione dell’art. 9 della Costituzione.

La legge, se sarà approvata, sarà certamente dichiarata incostituzionale, ma nel frattempo produrrà la destabilizzazione della tutela del territorio dell'Isola, con effetti devastanti specialmente nella fascia costiera.

L’obiettivo del Ddl è soprattutto evidente in alcuni articoli che darebbero vita a un programma derogatorio durevole, con l'ampliamento di alberghi a pochi passi dal mare (art. 31), favorendo grandi progetti pure in contrasto con il PPR (art. 43), con l'aumento delle volumetrie turistiche già dimezzate da precedenti disposizioni (art. A4). Ma sono tanti altri i contenuti inaccettabili della normativa, ad esempio sull'uso delle aree agricole.

Allo stesso obiettivo di allontanamento dalla vigente disciplina di tutela vanno ascritte le insostenibili critiche mosse da esponenti della Giunta regionale al soprintendente Fausto Martino, al quale va la nostra solidarietà e il nostro apprezzamento per la benemerita azione che svolge in difesa dei beni culturali dell'Isola.

Sono queste le ragioni dell’appello che sottoponiamo al presidente Francesco Pigliaru chiedendogli di confermare il livello di tutela previsto dal PPR, da estendere alle zone interne, sospendendo nel frattempo l'iter di approvazione del Ddl, avviandone il riesame alla luce delle numerose e autorevoli critiche espresse in questi mesi.

Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Graziano Bullegas, Stefano Deliperi, Vezio De Lucia, Tore Dessena, Vittorio Emiliani, Maria Pia Guermandi, Paolo Maddalena, Antonietta Mazzette, Tomaso Montanari, Maria Paola Morittu, Sandro Roggio, Edoardo Salzano, Tore Sanna, Alessio Satta, Salvatore Settis, Carmelo Spada

Settembre 2017


Le adesioni possono essere inviate alla Consulta delle associazioni ambientaliste della Sardegna consulta.sardegna@tiscali.itonsulta.sardegna@tiscali.it

Sconfitto dopo 4 giorni di sofferenza il malfunzionamento di Telecom, eddyburg.it è vivo, e lotta insieme a noi

Una felice sintesi di Massimo Bucchi (la Repubblica) delle politiche europee per l'esodo del secolo

Circola ancora quella proposta di legge nazionale inutile, sponsorizzata da molte brave persone, che prevede la lotta al consumo di suolo mediante una legge assolutamente priva di efficacia. Non si caschi di nuovo nella trappola.

Nell’intenzione lodevole di combattere il consumo di suolo, il Forum Salviamo il paesaggio ha predisposto una proposta di legge nazionale che ha fatto circolare in questi giorni, per raccogliere eventuali modifiche.

Non riteniamo efficace l’impianto della proposta. L’unica strada da percorrere è quella di far ricorso ai poteri esclusivi dello stato in materia di “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”, stabiliti dall’art. 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione. Viceversa, fare riferimento al “governo del territorio”, materia oggetto di legislazione concorrente ai sensi dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione, apre la strada a un inconcludente percorso Stato > Regioni > Comuni.

Per comprendere meglio, vi invitiamo a rileggere la proposta di eddyburg del 3 giugno 2013.

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