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50 anni dopo "Le mani sulla città", la speculazione in Parlamento
25 Agosto 2013
Legislazione nazionale
Significative adesioni di Asor Rosa, Berdini, Cervellati, DeLucia, Emiliani, Guermandi, Montanari, Settis alla denuncia di uno degli effetti perversi del famigerato "Decreto del Fare": l'attacco al territorio continua ad essere bipartisan.

Il 14 e 15 agosto scorso abbiamo denunciato (presentando la posizione della Confindustria) e criticato analiticamente (con l'articolo di Sergio Brenna) il decreto del (dis)FARE. Tra le adesioni alla denuncia pubblichiamo quella pervenutaci il 24 agosto da alcuni autorevoli intellettuali

A 50 anni da "Le mani sulla città", la speculazione edilizia è favorita per legge.
Un emendamento introdotto dal Senato al testo governativo del "Decreto del Fare" consente a regioni e province autonome di approvare disposizioni derogatorie agli standard urbanistici: un provvedimento della fine degli anni Sessanta, d’importanza vitale, che fissa le quantità minime di spazi pubblici di cui ha diritto ogni cittadino italiano. Non sorprende che a condurre l'attacco sia l'attuale ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi che, da assessore al comune di Milano e poi da parlamentare FI e Pdl, aveva portato avanti terrificanti proposte di privatizzazione dell'urbanistica. Grave è che stavolta sia riuscito a ottenere l'assenso del centro sinistra, accampando pubblicamente l'intesa raggiunta con il Pd Roberto Morassut.
Questo è uno degli effetti del governo delle larghe intese.

Alberto Asor Rosa, Paolo Berdini, Pierluigi Cervellati, Vezio De Lucia
Vittorio Emiliani, Maria Pia Guermandi, Tomaso Montanari, Salvatore Settis.

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