Titolo originale:Core values – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini
Edgar Cahn, inarrestabile innovatore sociale, ha passato una vita a tentare di cambiare le cose. Ora ha 72 anni, e nei primi 20 della carriera si è fatto una fama come avvocato e militante dei diritti civili negli USA, lottando per le minoranze etniche, le donne, le comunità indigene. Poi, a 44 anni, ha avuto un infarto che, racconta, “mi ha cambiato la vita per sempre, e in meglio”. Dal letto d’ospedale ha cominciato a sviluppare le idee che avrebbero riorientato le sue prodigiose energie.
“Stando sdraiato là, ho capito di avere le capacità di aiutare qualcuno a misurarsi con un avviso di sfratto, ma di non sapere cosa fare per aiutarlo a trasformare la sua città in un luogo dignitoso per vivere”, racconta Cahn.
Poi è venuto in Inghilterra, alla London School of Economics, per iniziare a lavorare alla sua idea di “ core economy” – a partire dalla premessa che ciascuna persona può essere una risorsa, e che occorre ridefinire la produttività a comprendere sia i valori sociali che i contributi economici.
É un superamento dell’economia tradizionale, e indica che occorre sviluppare un nuovo complesso di valori basati sulle famiglie, le comunità e la società civile, dove assume valore il crescere i figli, tenere uniti i nuclei familiari, prendersi cura degli anziani, rendere tutto il pianeta sostenibile: tutte cose considerate prive di valore nell’economia di mercato, ma essenziali per consentire alle comunità di prosperare, sostiene.
“Ogni capacità che ha consentito alla nostra specie di sopravvivere, come la cura reciproca, la fiducia reciproca, il contare l’uno sull’altro, è stata esclusa dal sistema economico” spiega Cahn. “Così ho capito che non c’era modo di realizzare comunità in cui aver voglia di vivere, se non si ridiscuteva completamente il sistema di valori, cominciando a premiare anche il contributo umano, oltre a quello finanziario”.
Reciprocità
Tornato negli USA a fine anni ‘80, Cahn fonda la banca del tempo, strumento di attuazione della sua core economy. Lavorando sul solo presupposto della reciprocità, le banche del tempo mirano ad attribuire valore all’azione comunitaria, promuovono la produttività e costruiscono reti sociali coinvolgendo gli abitanti del posto nel dare e ricevere servizi. Consentono di accumulare crediti di tempo, partecipando o offrendo servizi a vantaggio dell’intera comunità. Crediti che vengono poi depositati alla banca del tempo e possono essere spesi su una vasta gamma di professionalità e servizi offerti da altri membri della banca.
Il sistema è cominciato con semplici scambi diretti – ad esempio, qualcuno offre un passaggio per fare la spesa in cambio di un’ora di babysitter – ma poi si è evoluto verso modelli più sofisticati, con gruppi comunitari e agenzie sociali che si scambiano formazione, informazione e professionalità. Ora il movimento è internazionale, con banche del tempo presenti in oltre 25 paesi. Ce ne sono 86 già consolidate nel Regno Unito, e altre 36 in corso di sviluppo.
Cahn ritiene che le banche del tempo possano aiutare la società ad affrontare il crescente carico di bisogni: quella che definisce “l’epoca dello tsunami incombente”, la disgregazione delle famiglie, la crisi ambientale.
“I maggiori erogatori di servizi sanitari e sociali non sono dottori o altre professioni specializzate, ma madri e assistenti” spiega Cahn. Nel Regno Unito, “essi forniscono un valore di oltre 87 miliardi di sterline l’anno, non ricompensato. Se possediamo un intero sistema che premia il raggiungimento di obiettivi finanziari, non ce n’è alcuno che premi l’instillare valori nei bambini, prendersi cura di qualcuno, per le aspirazioni comunitarie, la condivisione”.
Le banche del tempo offrono un modello per tutto questo. A King's Cross, Londra, la Croce Rossa gestisce un programma all’interno del quale i partecipanti accumulano crediti di tempo per pagarsi corsi di formazione vocazionali. Cahn spera che, in futuro, si possano usare crediti di tempo per acquistare ricette mediche, entrare nelle strutture ricreative di quartiere, fruire dei servizi nazionali sanitari o dell’istruzione.
Alla fine di un defatigante giro di verifica nel Regno Unito, Cahn spiega di essere “travolto” dalla velocità con cui si sta sviluppando il movimento delle banche del tempo. E cita un recente contratto col servizio sociale per adulti della circoscrizione londinese di Camden, che stabilisce tra l’altro di inserire una componente banca del tempo nella gestione di tre centri diurni di igiene mentale, con gli utenti coinvolti nella co-erogazione del servizio.
Dice: “Ho cominciato nell’epoca di Reagan e della Thatcher, e ragazzi ne abbiamo fatta di strada da allora! I vostri politici che ora parlano ai congressi di partito di coesione sociale sarebbero stati scacciati dal palco a colpi di risate a quei tempi, quindi forse ci stiamo muovendo nella direzione giusta”.
Ma è la possibilità del suo programma di attivare le capacità comunitarie, ad appassionare di più Cahn. “Guado ai modi in cui il vostro governo ha creato una serie di servizi pubblici che sono per molti versi più civili di come facciamo le cose noi negli USA” spiega. “Ma direi che qualcosa da qualche parte non ha funzionato. Se si continua a individuare le persone per quello di cui mancano, di cui hanno bisogno, poi è facile che perdano il senso di quanto hanno da dare. Non è un modo umano di vivere”.
Determinazione
Suo padre, anche lui avvocato dei diritti civili, ha instillato in Cahn sin dalla più giovane età il senso della giustizia. Ma è stata la reazione della famiglia al fidanzamento con una afro-americana all’età di 18 anni a determinarlo a mettere in pratica nella realtà i principi in cui credeva. “Quando ho annunciato il fidanzamento, mi hanno risposto che così stavo buttando la mia carriera” racconta. “Una reazione che mi ha profondamente scioccato”.
Suo padre gli disse che se fosse arrivato ad un matrimonio interrazziale, al massimo avrebbe trovato un posto da custode di stabile. “E sono finito davvero a fare il portinaio, ma mi ha consentito di far studiare legge a mia moglie, poi lei ha fatto studiare me, e abbiamo finito per organizzare la prima scuola di diritto sanitario degli USA, dimostrando che avevano tutti torto”.
La sfida di oggi, giudica Cahn, è di concentrarsi sul passaggio successivo, capire “come si possano costruire ponti fra core economy ed economia di mercato”. Il suo viaggio nel Regno Unito serve anche a finanziare le ricerche della New Economics Foundation su come “praticare dei buchi” nelle economie locali, in modo tale che i fondi diretti alle comunità povere non vengano per dirla con Cahn “mandati direttamente alle multinazionali o a pagare le parcelle di professionisti del ceto medio”.
Spiega: “Se la banca del tempo può mettere le persone su un percorso di apprendimento di capacità e di trovare un’occupazione, benissimo. Ma ancora meglio, se quel percorso fa venire voglia di restare a contribuire al capitale sociale ed economico della comunità”.
Nota: altre informazioni per il Regno Unito timebanks.co.uk e per l’Italia http://www.tempomat.it/ ; sulla e della New Economics Foundation sono già stati pubblicati su queste pagine vari studi, ricerche e articoli (f.b.)