Titolo originale: Main Street Before Wall Street – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini [secondo l’Autore ovviamente Main Street è soprattutto immagine retorica e simbolica: mi piace però considerarla qui anche nel suo significato letterale quotidiano, di via urbana, di capitale investito localmente nella “danza del marciapiede” di Jane Jacobs(f.b.)]
Gli eventi delle ultime settimane hanno messo in luce i pericoli di un sistema finanziario totalmente devoto alla più spietata speculazione, che non produce assolutamente nulla che abbia valore e, come ci dicono ora, rappresenta un rischio per il complesso dell’economia globale. L’amministrazione Bush propone di mettere a disposizione del ministro del Tesoro Paulson 700 miliardi di dollari da elargire – senza alcun controllo o verifica – a coloro che hanno creato il pasticcio attuale. Spendere quello che molti analisti ritengono continuerà ad aumentare, fino ad almeno un milione di miliardi di dollari, a sostegno di questo sistema predatorio per alcuni mesi, o anni, non appare una grandiosa idea, e si spera che il momento possa insegnare qualcosa.
Possiamo partire col fatto che esiste un ruolo fondamentale per il governo. I fondamentalisti del mercato sostengono da lungo tempo che esso reso totalmente libero dall’interferenza governativa si autogoverni. Ora possiamo vedere come più Wall Street è liberata dalla supervisione, più i suoi potenti operatori manipolano mercati e politica a proprio beneficio personale. Più azzardati i rischi, maggiore l’instabilità del sistema finanziario, e la minaccia per il resto dell’economia.
E dunque come sarebbe un sistema finanziario sano? Iniziamo dai rapporti fra Main Street e Wall Street. Main Street è il mondo della attività locali e delle persone che lavorano, impegnate nella produzione e scambio di prodotti e servizi: un mondo di ricchezza reale. Wall Street com’è ora è un mondo di puro denaro nel quale l’unico gioco è quello di produrre denaro da altro denaro, da parte di chi ha denaro: un mondo di guadagni speculativi e indebite dichiarazioni di preminenza rispetto alla ricchezza reale di Main Street.
Il denaro, strumento essenziale di scambio, rende possibile la vita moderna. Secondo l’attuale sistema, il denaro da cui Main Street dipende per consentire scambi economici ed investimenti, nasce dai prestiti delle banche private di Wall Street. Si potrebbe dire che il lavoro di Wall Street è quello di creare denaro. Il che in sé non crea ricchezza.Il denaro è solo un pezzo di carta che ha valore in quanto media uno scambio.La creazione di ricchezza è lavoro di Main Street. Ciò indica come l’unico motivo valido di esistenza di Wall Street è quello di mettere a disposizione un regolare flusso di denaro per le necessità di Main Street.
Wall Street ha svolto in modo adeguato il proprio ruolo fin tanto che le autorità pubbliche di regolamentazione istituite dopo il crollo finanziario del 1929 l’hanno subordinata agli interessi di Main Street. Liberata dal controllo pubblico, però, Wall Street ha smesso di essere a servizio di Main Street e ha cominciato invece a depredarla, per generare spropositati guadagni ai propri maggiori operatori. Ha costruito una stupefacente varietà di giochetti finanziari del tipo “ testa io vinco, croce tu perdi”.
Utilizza pratiche ingannevoli per indurre le persone ad attivare carte di credito e accendere mutui molto oltre le proprie possibilità di copertura, poi colpiscono le proprie vittime con interessi usurai e costi aggiuntivi, finché cominciano a non essere più in grado di pagare. Per levare i mutui ad alto rischio dai propri documenti di bilancio, le banche li hanno venduti a brokers, che li hanno a loro volta inseriti in titoli scambiabili a tassi gonfiati. Le banche che avevano deciso crediti sbagliati hanno raccolto i propri introiti e passato ad altri il rischio. Il ricavato dalla vendita dei titoli gonfiati è stato utilizzato per finanziare altri prestiti a chi non poteva restituirli. Molti di questi titoli sono finite nei portfolio dei fondi pensione, scaricando il rischio sui lavoratori e pensionati di Main Street che non avevano nessuna voce nelle decisioni.
Wall Street ha anche ritenuto conveniente fondere le banche regolamentate con agenzie di investimenti che non lo erano, a favorire insider dealing e finanziare la proliferazione di hedge funds e private equity specializzati nel gioco d’azzardo coi soldi altrui, con l’uso di strumenti finanziari esotici di cui nessuno comprende appieno il funzionamento.
Gli operatori e i loro apologeti dichiaravano di creare ricchezza, mettendo liquidità a disposizione del mercato, incrementando l’efficienza economica, con effetti di stabilizzazione. In realtà, creavano e guadagnavano a partire da bolle finanziarie e immobiliari, da piramidi di debito che usavano denaro in prestito per costruire risorse cartacee, che poi diventavano sostegno ad altri prestiti, a giustificare per sé guadagni di centinaia di milioni di dollari. Tutto ciò potrà anche essere legale, ma non è certo creazione di ricchezza. É un furto reso possibile dall’abuso del potere legalmente sanzionato del sistema bancario private, per creare denaro dal nulla, e dirigerlo verso l’utilizzo da parte di predatori finanziari, che espropriano la vera ricchezza di Main Street, con profitti esorbitanti.
Nel 2007, il cinquantesimo fra i più pagati alti dirigenti dei fondi di investimento ha avuto compensi per 588 milioni di dollari: 19.000 volte la media degli stipendi dei lavoratori. Dicono che è giusto, visto che sono tanto bravi e produttivi. Ora che le loro puntate non appaiono più tanto vincenti, ritengono che il contribuente di Main Street debba farsi carico della copertura delle perdite di imprese create per produrre questi bei guadagni per il management.
Anziché cercare di rimettere in salute gli istituti private predatori di Wall Street, un piano adeguato dovrebbe cercare invece di liberare Wall Street dai suoi elementi di pura predazione, smontando e ricomponendo quelli utili a costruire un nuovo sistema adeguato alle necessità di Main Street. Eccone alcuni caratetri essenziali.
Hedge funds e private equity sono un grosso rischio per la società, senza alcun beneficio. Devono essere eliminati.
Come ha recentemente affermato il deputato Bernie Sanders, “Se una compagnia è troppo grossa per fallire, è troppo grossa per esistere”. Adam Smith, riverito da tanti come profeta fondatore del capitalismo, metteva in guardia contro qualunque concentrazione di potere economico che possa essere usata per schivare la disciplina del mercato, manovrare i prezzi, ricavare profitti non guadagnati.
É ora di resuscitare l’anti-trust per spezzare tutte le concentrazioni eccessive di potere, specie i conglomerati bancari che hanno alimentato la speculazione sui mercati finanziari globali. Per rispondere alle necessità finanziarie di Main Street, creare un sistema di banche regolamentate federalmente a svolgere la classica funzione da manuale, dia gire da intermediarie fra chi cerca una collocazione sicura ai propri risparmi, e chi ha bisogno di un prestito per comprarsi casa o finanziare un’attività.
Quanto ricavato dalle tasse sui profitti malevoli di chi ha costruito il disastro finanziario, può essere utilizzato a coprire pensionati, proprietari di case, titolari di carte di credito vittime del sistema.
Sono cresciuto nella convinzione che un forte ceto medio sia il fondamento della democrazia e dell’ideale americano. É un ottimo momento per affrontare seriamente il tema di una legislazione tale da ridare centralità alla middle class ripristinando un sistema di tassazione progressivo, alzando il salario minimo, verificando che tutti i cittadini possano avere i fondamenti di un’esistenza decorosa. E se costruiamo un sistema fiscale che favorisce Main Street rispetto a Wall Street, dobbiamo anche inserire norme che scoraggino proprietà assenteista e speculazione, rendendole non convenienti.
La riforma forse più importante di tutte, è quella di trasformare la creazione di denaro in una funzione pubblica, togliendo alle banche private la possibilità di costruire soldi dal nulla emettendo prestiti con interessi a fronte di depositi non sicuri.
Non si tratta certo di piccole riforme. Attuarle molto probabilmente sarà causa di notevoli sconvolgimenti temporanei, ma certo non più di quanto ci aspetta se rimane al suo posto l’attuale sistema di finanza predatoria. Usiamo quei milioni di miliardi di dollari per aiutare chi crea vera ricchezza, e lasciamo i grassi gatti speculatori a prendersi le proprie responsabilità. Solo un profondo ripensamento di Wall Street dà qualche prospettiva di vera soluzione. Qualunque altra cosa può essere soltanto un costoso cerotto destinato a non durare.
David Korten ha scritto il bestseller internazionale When Corporations Rule the Worlde The Great Turning: From Empire to Earth Community. É cofondatore e membro del direttivo di YES!