La Repubblica, 2 ottobre 2016
Sulle rovine di Aleppo si decide la riscossa di Bashar al Assad o la tenuta del sedicente Stato Islamico. Ma ormai la devastazione di uno fra gli insediamenti umani più antichi della Storia è totale: mancano cibo, acqua e medicine. Ieri al centro dei bombardamenti — di caccia russi o siriani governativi — c’è stato il principale ospedale nella zona in mano ai ribelli, danneggiato in modo pesante, a seconda delle fonti si dice da bombe a grappolo o da barrel bombs.
Ma che il martirio sia nutrito di tecnologie moderne o di brutalità rudimentale, il risultato non cambia: per i civili di Aleppo restano strumenti di atrocità.
CLUSTER BOMB
Le cluster bomb (bombe a grappolo) sono costituite da un contenitore e numerose sub-munizioni, cilindretti grandi poco meno della lattina di una bibita: quando la bomba principale viene sganciata, le bombette vengono disperse in modo casuale. Non essendo la loro posizione controllabile, non sono registrate in una mappa e la bonifica è molto difficile.
Ad Aleppo bombe cluster “Rbk-500 Shoab 0,5” sarebbero state sganciate dall’artiglieria e dall’aviazione russa o da quella di Damasco: Mosca non aderisce alla convenzione che mette al bando le cluster, ma ha firmato l’impegno delle Convenzioni di Ginevra a non colpire indiscriminatamente i civili. Organizzazioni umanitarie segnalano che le cluster sono utilizzate dai caccia Su-24, Su-25 e Su-34 schierati nella base russa di Shagol e in quella siriana di Hmeymim, il Cremlino nega.
BUNKER-BUSTER
Secondo testimonianze filmate, i caccia da attacco al suolo Su-25 “Frogfoot” di Mosca hanno sbriciolato interi isolati di Aleppo utilizzando bombe “Betab-500”, in grado di penetrare attraverso strati di cemento prima della detonazione. Sono le equivalenti delle americane “bunker-buster”, destinate a distruggere rifugi sotterranei e arsenali di munizioni. Sarebbero già state usate contro installazioni dello Stato Islamico, ma fino ad ora mai adoperate in un contesto urbano.
BARREL BOMB
Economiche e facili da assemblare, sono l’equivalente per l’aviazione degli ordigni improvvisati IED. Si costruiscono con un contenitore cilindrico, come un bidone da petrolio, riempito di rottami metallici o da prodotti chimici aggressivi, come il cloro, assieme a una grande quantità di esplosivo, fino a una tonnellata. Vengono lanciate anche da elicotteri, provocando danni molto gravi perché i frammenti di metallo si spargono per un’area vasta. Secondo la Rete siriana per i diritti umani, nella prima metà dell’anno ne sarebbero state sganciate su Aleppo oltre seimila. Secondo Human Rights Watch, le bombe-barile hanno preso il posto delle armi chimiche per spargere paura fra la popolazione. Nel febbraio 2014 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto alle parti nella risoluzione 2139 di non farne utilizzo. Ma secondo Amnesty quell’anno le persone uccise ad Aleppo dalle bombe-barili sono state oltre tremila.
AUTO-BOMBA
Sono lo strumento del terrore preferito per attacchi a obiettivi statici: ad Aleppo sono state usate (con un guidatore kamikaze) contro le caserme militari. Basate su automobili cariche di esplosivo, a volte fatte esplodere da lontano con un telecomando, sono un mezzo privilegiato per i miliziani del sedicente Stato islamico.
BOMBE AL FOSFORO
Il fosforo bianco è un materiale altamente infiammabile, usato per munizioni incendiarie o destinate a produrre fumo per nascondere le manovre. Le munizioni al fosforo possono essere lanciate dall’aviazione, ma anche dall’artiglieria leggera in dotazione alle truppe di terra. Le persone colpite lamentano ustioni gravi fino alla morte, soffocamento, danni all’apparato digerente e respiratorio.
ARMI CHIMICHE