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Rossana Rossanda
L'Europa un po' vile
14 Febbraio 2007
Articoli del 2006
Un commento critico più che giustificato ai chiacchieroni d’Italia e d’Europa, a proposito dell'intervento italiano in Libano. Da il manifesto del 24 agosto 2006

Se non si è embedded, coperti e rincalzati dall'esercito americano, non ci si muove da casa, può essere pericoloso. Se si è embedded, tutte le cause sono buone per muoversi. Siccome gli Usa avevano invaso l'Afghanistan e l'Iraq, siamo volati in ambedue i paesi, che fosse una aggressione o no, che sia una occupazione o no, che ne sia venuta una guerra civile o no. Siccome al confine fra Israele e Libano gli Usa non vanno, si scopre che interporsi fra due paesi in conflitto può essere pericoloso e chi ce lo fa fare? Questa sarebbe guerra e quelle sono missioni di pace.

Le persone e i partiti più curiosi si scoprono adepti di quel pacifismo che hanno dileggiato fino a ieri. E anche qualche pacifista trova che è meglio non mettersi in mezzo: il solo rispettabile, a parer mio, è Gino Strada, che preferirebbe una folla disarmata a quindicimila soldati, perché lui sta in mezzo sempre, ad aggiustare ossa rotte e cicatrizzare ferite e cercare di salvare le vite (e perciò è considerato un eversivo). E avrebbe anche ragione, ma una forza civile di interposizione non c'è.

C'è per una volta la disponibilità dell'Onu, c'è una accettazione di principio delle due parti, Libano e Israele, il primo, demolito dal secondo, la chiede con urgenza - e si continua a traccheggiare? E si ignora che in Libano gli Hetzbollah stanno alla tregua mentre Israele continua raid e bombardamenti finché la forza multinazionale non ci sarà, e qualsiasi rimprovero le venga dal Palazzo di vetro non lo sente?

Siamo stati accusati di essere antieuropei perché abbiamo giudicato indecoroso il trattato che doveva essere la base costituzionale del nostro continente. Oggi siamo noi sbalorditi della sua incapacità di metter assieme la forza di interposizione proposta dall'Onu. La Francia che se ne pretendeva l'alfiere e doveva impegnare 2.000 uomini sui 15.000 giudicati necessari, s'è ricordata che sta entrando in campagna elettorale per le presidenziali e senza arrossire ne manda duecento.

La Spagna più di 700 non ne mette, e fanno 900. La Germania non ne mette nessuno per un certo comprensibile pudore che un soldato tedesco si trovi di fronte, anche per un semplice controllo, un soldato israeliano. La Gran Bretagna di Blair manda i suoi sempre e solo dietro gli Usa. L'Italia s'è impegnata per 3.500 uomini, a certe condizioni che apparentemente sono garantite. Ma ci staremmo, noi gli spagnoli e i duecento francesi soli soletti? D'Alema si dà da fare. Nessun altro, anzi Rutelli mette il bastone fra le già fragili ruote. Quale stupenda prova di solidarietà e saggezza l'Europa sta dando! Come sospettavamo essa esiste soltanto come Banca centrale, moneta unica, libero mercato e coordinamento di polizie. Il resto è nulla.

Peggio, quel che da cancellerie e media stiamo sentendo sono argomentazioni invereconde, a coprire il fatto che chi se ne frega se il Libano è fatto a pezzi. In ogni caso Beirut ha la colpa di albergare i terroristi di Hetzbollah. Noi che difenderemmo l'esistenza di Israele, se fosse messa in causa, con le nostre persone - perché la libertà degli ebrei è un valore nostro - siamo convinti che gli Hetzbollah sono stati creati dalla infausta invasione israeliana del Libano nel 1982.

Senza questa e senza l'occupazione della Palestina dal 1967 ad oggi, non avremmo due forze islamiche e islamiste elette dai due popoli fino al governo, perché sono le sole a costruirne e reggerne la rete civile e sociale. Essi riempiono un vuoto che è stato colpevolmente creato. Israele sembra non rendersi conto ancora dei guasti che ha fatto in Medio Oriente, essa che poteva esserne un lievito. E continua a farne: quale altro paese potrebbe sequestrare la metà d'un governo democraticamente eletto? Chi altro sta da quaranta anni fuori dai propri confini?

La politica di Israele semina odio e poi lo teme. Il tutto senza che il mondo batta ciglio perché tanto, se lo batte, Tel Aviv resta indifferente, convinta come è di avere il più forte esercito di tutto il Medio Oriente e alle sue spalle quello più forte del mondo, cioè il Pentagono? È bene che una presenza internazionale sconsigli alla resistenza armata di Hetzbollah di lanciare missili e razzi, cosa che già adesso ha cessato di fare - dico con intenzione resistenza armata perché Hamas e Hetzbollah non c'entrano affatto con Al Qaida - ed è bene che il solo fatto di esserci, impedisca a Israele di fare raid nel Libano del sud come sta ancora continuando a fare, non senza minacciare un secondo round. Bisognerebbe interporsi anche fra Israele e Palestina, altro che muri. Finché le Nazioni Unite non riusciranno a impedire i conflitti e sanzionarli, conteranno sempre meno. E quanto all'Europa, non si capisce perché dovrebbe essere presa sul serio.

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