«Un colpo di pistola o di fucile alla testa del governatore » pur di fermare lo scellerato piano paesaggistico ordito ai piani alti di viale Trento contro l’autonomia e il potere sovrano dei Comuni sardi. La minaccia e l'invito a imbracciare le armi, seppure in senso metaforico, arriva dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi, fiero oppositore «di quella gabbia di matti che sta amministrando la Sardegna» e del suo «temibile tiranno», il presidente della Giunta Renato Soru. Un'antipatia che il primo cittadino della città portuale gallurese non nasconde dietro giri di parole perché, prosegue, «se anche Soru morisse di morte naturale, non dispiacerebbe a nessuno». Sono le parole tuonate durante un convegno sul Ppr organizzato dai Riformatori sardi. Durante il quale l'ospite Nizzi non ha esitato a scagliarsi contro il governatore, accusato di essere capace, «nel suo fervore assolutista, di mettere la corda al collo» persino a un big della finanza mondiale come Tom Barrack, «costringendolo a tessere le lodi di una politica urbanistica sciagurata, che allontana i turisti e si compiace che le barche non attracchino nei nostri porti».
ACCUSE A RUOTA libera che il leader della Regione preferisce non commentare, ma che nell'aula gremita riscuotono gli applausi scroscianti. Il primo cittadino olbiese sale sulle barricate e chiama a raccolta il popolo del centrodestra per una mobilitazione di massa che scuota dalle fondamenta i palazzi cagliaritani. Invoca, Nizzi, non un semplice “no” alla tanto vituperata normativa salva-coste, ma una rivolta di piazza che porti la gente per le strade a manifestare contro la politica della Regione. L’occasione gliela fornisce un convegno «sulle ragioni del no al piano paesaggistico regionale» organizzato ieri mattina all’hotel Martini di Olbia dai Riformatori sardi. Un simposio con tanti ospiti illustri, dal senatore dell’Udc Massimo Fantola ai tecnici Gianni Contu e Giampaolo Marchi, rispettivamente amministrativista ed esperto di urbanistica. Tutti in prima linea nella battaglia anti-Soru. «Il Piano paesaggistico è completamente illegittimo - attacca il professore di ingegneria - si tratta di uno strumento che usa l’ambiente come un semplice pretesto per governare l’economia e limitare le prerogative degli enti locali». La riprova starebbe nei tempi dettati dalla Regione per l’adeguamento dei Puc, i Piani urbanistici comunali, alla nuova programmazione paesaggistica delle zone costiere. «Sono del tutto inadeguati - accusa Nizzi - in pratica la Giunta ci ha cucito addosso una camicia troppo stretta e con poche pieghe, il Puc ce l’hanno già fatto loro».