«Una vergogna, una cosa che a Venezia non è mai successa. Prove tecniche di fascismo padano». L'assessore all'Ambiente Gianfranco Bettin esprime tutta la sua indignazione per gli scontri di ieri pomeriggio agli Scalzi «Ho chiamato al telefono Beppe Caccia e mi ha risposto il medico del Suem. Sentivo la sirena, mi hanno detto che lo ricoveravano per stato confusionale e lo avrebbero sottoposto a Tac. Quello che è successo è gravissimo. Il ministro leghista ha cercato lo scontro per difendere la manifestazione del suo partito. Non ce n'era alcun bisogno». Bettin ricorda come nel 1996 una situazione molto più delicata — le manifestazione contemporanea della Lega, allora al culmine della popolarità, dei no global, degli autonomisti e la partita di serie A Venezia-Torino vennero gestite con calma, «senza divieti e provocazioni». Stavolta invece è arrivato l'ordine di non far passare i manifestanti nemmeno in Strada Nuova, da sempre teatro delle manifestazioni e dei cortei. Neanche l'intervento del sindaco Orsoni, nel pomeriggio, è riuscito a smuovere la Prefettura e la Questura.
Sull'accaduto il senatore del Pd Felice Casson ha annunciato una interrogazione urgente. «Venezia è una città di pace, aperta a tutti», dice, «estranea alla cultura della violenza. E' incomprensibile questo divieto imposto dal ministro Maroni. Non c'era alcun motivo di scontri, lo scontro l'ha cercato il ministro leghista». Corrado Callegari, deputato della Lega, non si sbilancia. «Io dico soltanto che se ci sono feriti tra le forze dell'ordine la mia solidarietà va alle forze dell'ordine. Pacifici? L'altra sera hanno preso a pugni un ragazzo. Del resto non so». Paolo Ferrero, segretario nazionale della Federazione della sinistra, parla di «uso privatistico del ministero da parte del ministro leghista». «Il suo comportamento è vergognoso e al di fuori della Co- Uno dei momenti caldi della manifestazione di ieri pomeriggio stituzione». Il consigliere comunale di Rifondazione Sebastiano Bonzio intanto chiede le dimissioni del questore Fulvio Della Rocca. «Sono stati creati disagi alla città non giustificati», dice, «per impedire una pacifica e democratica manifestazione. Condanna per gli scontri anche dal sindaco Giorgio Orsoni e dal vicesindaco Simionato. Che per tutto il pomeriggio hanno tentato invano di mediare con la Questura, cercando di convincere i responsabili dell'ordine pubblico a lasciar passare il corteo per il percorso tradizionale. «La nostra città dalla tradizione democratica non merita questo», dice Simionato, «non si doveva arrivare a questo punto».