Intervista di Carlo Lania alla presidente di Giustizia e Libertà: « E' difficile festeggiare oggi dopo il teatrino osceno di questi giorni e con la consapevolezza che si prepara un governo con chi è avvezzo a irridere la Resistenza.
il manifesto, 25 aprile 2013
Va giù duro: «Hanno tradito il 25 aprile. Il teatrino osceno a cui abbiamo assistito in questi giorni è il risultato di una serie di sconfitte di cui tutti siamo responsabili, e più di tutti il Pd». Giornalista, scrittrice, ex parlamentare e oggi presidente di Libertà e Giustizia, Sandra Bonsanti si dice «sopraffatta» dall'amarezza per come è avvenuta l'elezione del presidente della Repubblica e per come si sta arrivando alla formazione del nuovo governo.
Perché parla di tradimento?
Perché il 25 aprile ha sempre rappresentato per tutti un momento di grande speranza perché uscire da una dittatura, riavere la libertà è stato un momento grandioso della nostra storia. Oggi però ci sentiamo oppressi da questa situazione ed è molto difficile festeggiare.
Vede messi in pericolo i valori della Resistenza?
Fare un governo, prendere decisioni insieme a persone che hanno a dir poco irriso la Liberazione significa legittimare anche loro.
Quindi un eventuale governo di larghe intese sarebbe un'espressione del tradimento? Messa così... Capisco che non è un discorso politico e non mi sento di fare un ragionamento freddo, ma nemmeno di pensare che l'emergenza è alta per cui dobbiamo ingoiare qualunque cosa. All'emergenza si fa fronte con la determinazione e soprattutto con dei principi. Perché se all'emergenza sociale si vuole porre rimedio senza garantire il diritto di uguaglianza di ogni cittadino, allora non si risolve nessuna emergenza. E questo cos'è se non un altro tradimento? Si ha la sensazione che questo paese, ormai senza futuro, stia perdendo anche la sua anima, la sua storia.
Il discorso diventa politico però se la sua è un'accusa alla sinistra di non fare il proprio mestiere.
Io accuso la sinistra ma accuso tutti noi. Non voglio salvare nessuno. Accuso la sinistra, il Pd, la società civile di non aver fatto abbastanza, perché se abbiamo perso qualche motivo ci sarà. Sicuramente il Pd ha fatto la sua parte, venendo meno nel momento più importante. Ha scoperchiato la pentola e dentro c'erano tutti i problemi irrisolti da anni e anni, di casta e di anche di indifferenza verso la voce di quelle persone, dei giornali, dell'opposizione, verso tutto ciò che era alla sua sinistra e ciò che si muoveva nel paese. Non ci hanno dato ascolto.
Il risultato è che l'antipolitica ha portato in parlamento persone che dicono che il fascismo non è stato tutto male e che invocano la marcia su Roma.
Condivido le cose dette da Barbara Spinelli: non cerchiamo di essere più severi del dovuto con il M5S. Accusarli oggi è facilissimo, perché effettivamente non sono all'altezza della situazione. Dopo di che: abbiamo mai chiesto ai parlamentari del Pdl o anche a quelli del Pd di essere preparati? No, quindi forse c'è un errore anche da parte nostra. I grillini sono una novità, ma c'è tanta roba lì dentro. Se pensa che il 38% dei loro elettori a Torino proviene dal Pd....
Anche perché poi sono le stesse persone che hanno proposto Stefano Rodotà al Quirinale.
Tanto di cappello per tutti i nomi che hanno proposto, magari li avessero fatti gli altri. E come si è visto è stata una grande sconfitta non avere insistito su Rodotà.
Lei dice: c'è stata troppa fretta nel rieleggere Napolitano.
Sì c'è stata molta fretta. Anche se è vero che siamo in una situazione particolare, con la paura dello spread, dei mercati. Siamo un popolo bloccato da queste paure che non si sa quanto siano giustificate.
Napolitano ha fatto male ad accettare?
Non mi permetto di criticare. Sono abbastanza vecchia da rispettare le istituzioni, dopo di che avrei preferito Rodotà. Così si è stabilito un precedente pericoloso in un momento in cui tutti si affrettano, a colpi di banalità e luoghi comuni, a dare addosso alla Costituzione.
A proposito di Costituzione: quanto accaduto non è un anticipo di presidenzialismo? Stiamo andando in quella direzione?
Penso che ci stiamo andando e anche in maniera sciocca. Siccome il teatrino che abbiamo visto è veramente osceno, qualcuno avrà pensato: perché il capo dello Stato non possono eleggerlo direttamente i cittadini. È vero che magari avrebbero eletto Grillo al Quirinale. Penso che dobbiamo ancora ragionare molto prima di mettere in discussione e dare colpi irreversibili all'assetto della Costituzione, che è stata studiata articolo per articolo e mattone per mattone. Adesso invece rischiamo che chiunque vada lì, magari Quagliarello e Violante, ci rifà tutta la Costituzione. E noi stiamo tranquilli? Spero che qualcuno si fermi a ragionare e spero che se ci sarà necessità di opporsi si troverà ancora una parte d'Italia disposta a farlo.
Che farà domani (oggi, ndr), parteciperà a qualche manifestazione?
Non lo so, ci sono tante possibilità. Uno può anche andare a rileggersi una lapide. La più bella a cui penso in questo momento è all'angolo di una bella strada che finisce sul Lungarno a Firenze, una lapide messa dai partigiani per ricordare un capitano inglese morto in un'azione di sfondamento verso la città ancora occupata dai tedeschi. Ecco, c'è un tragitto di lapidi che ogni tanto vado a rivedere. È una cosa bella non è triste. È un omaggio che mi sento di fare.