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Salvatore Palidda
La strage continua
24 Aprile 2015
Articoli del 2015
Le stragi nel mediterraneo conseguenza di un cinico disegno economico, con fiere e propaganda, che perpetua affari producendo guerre permanenti e proibizionismo. Per

eddyburg versione integrata. Alfabeta2.it, 21 aprile 2015

L’annegamento di 700 forse 900 migranti il 17 aprile 2015 è l’ennesima conseguenza diretta di due fatti principali: la riproduzione delle guerre e il proibizionismo delle migrazioni. La maggioranza dei media continua a vomitare lacrime da coccodrillo, vili ipocrisie, falsità e addirittura il compiacimento da parte degli sciacalli; ancora una distrazione di massa per nascondere le vere cause di queste stragi e i responsabili.

Soprattutto dal 1990, la maggioranza degli emigranti fugge le guerre o le conseguenze dirette o indirette di queste: palestinesi, ruandesi, sudanesi, eritrei, congolesi, originari dei Balcani, iracheni, afgani, sub-sahariani, kurdi e oggi siriani e ancora altri di altre zone di guerra che i nostri media raramente menzionano. La riproduzione delle guerre dal 1945 a oggi è dovuta innanzitutto al continuo aumento della produzione delle armi e al suo commercio legale e illegale da parte delle principali potenze mondiali e dei paesi loro alleati. È risaputo che le armi e i soldi dell’Isis provengono soprattutto dagli Emirati amici degli Stati Uniti o anche della Russia e talvolta della Cina.

Da anni la più grande fiera annuale degli armamenti si svolge negli Emirati; all’ultima, il 22-26 febbraio scorso ad Abou Dhabi (si veda anche video della precedente SOFEX) hanno partecipato 600 rappresentanti delle imprese e paesi espositori (fra cui 32 imprese italiane), ossia ministri (fra i quali la sig.ra Pinotti e il sig. Minniti), diplomatici, alti ufficiali delle forze armate e alti dirigenti delle polizie e dirigenti delle grandi imprese (per l’Italia in primo luogo la Finmeccanica presieduta dal prefetto, ex-capo della polizia e poi dei servizi segreti, De Gennaro).

Secondo il Sipri, la produzione e l'esportazione di armamenti sono notevolmente e continuamente aumentate in particolare dal 2005; i principali paesi esportatori di armamenti sono Stati Uniti, Russia, Germania, Cina, Francia e Italia che per buona parte produce in joint venture o subappalto con/per imprese statunitensi; i primi cinque paesi insieme occupano il 74% del volume mondiale di esportazioni, USA e Russia da soli il 56% del mercato; i principali paesi importatori sono India, Arabia Saudita, Cina, Emirati Arabi Uniti e Pakistan; i principali clienti dell’Italia sono gli Emirati, l’India e la Turchia.

Come mostrano alcune ricerche di questi ultimi anni, le lobby finanziarie-militaro-poliziesche transnazionali e dei singoli paesi soprattutto dopo l’11 settembre 2001 hanno puntato all’esasperazione di ogni situazione di crisi e a favorire la costruzione del “nemico di turno” per giustificare la guerra permanente o infinita (come la definiva senza ambasce G. Bush jr.). Dopo Al Qaeda, l’Isis è palesemente il nemico ancor più orribile e forse ormai non più condizionabile da parte delle grandi potenze e dai loro alleati arabi, così come è diventata incontrollabile la situazione in Iraq, in Libia e altrove. Ma questo va bene per il “gioco della guerra infinita” e del “governo attraverso il terrore” (J. Simon).

Ovviamente, nessun paese produttore ed esportatore di armi sembra disposto a bloccare queste attività; tanti gridano contro la guerra, anche il Papa, ma non si dice che a monte c’è la responsabilità di chi realizza profitti e mantiene o accresce il suo dominio grazie a queste attività (vedi tutte le banche, e anche la finanza vaticana). Scappare anche a costo di rischiare la vita è l’unica possibilità che resta a chi ha la forza, la capacità e i soldi per fuggire le guerre. È quindi ovvio che tanti cercano di approfittare di questo bisogno. Ma, i trafficanti di migranti possono praticare questo business a volte criminale perché c’è proibizionismo delle migrazioni.

Se le persone che cercano di scappare trovassero la possibilità di aiuto, di “corridoi umanitari” e quindi di accesso regolare ai paesi non in guerra, i trafficanti non potrebbero lucrare sul loro disperato bisogno di cercare salvezza. Ipotesi quali quella del “blocco navale”, oltre a essere del tutto insulsa anche dal punto di vista giuridico e tecnico, è degna di neo-nazistelli del XXI sec. Gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia, ma anche la Cina, il Giappone e altri paesi che sono direttamente o indirettamente responsabili delle guerre e della disperata emigrazione di oggi dovrebbero essere obbligati dall’ONU a fornire aiuti e accesso regolare nei loro territori così, come si fece per i Boat people che scappavano dal sud-est asiatico negli anni Settanta a seguito della guerra in Vietnam e Laos, e i massacri di Pol Pot in Cambogia. La logica protezionista e proibizionista che prevale nell'Unione europea alimenta il razzismo e, ovviamente, anche il declino economico e l’inconsistenza politica.

Al contrario, cinicamente, gli Stati Uniti hanno continuato a costruire sulla migrazione regolare e irregolare il loro successo economico degli anni 1970-2007, e persino il superamento dell'ultima crisi. Dal 1990 la popolazione statunitense è aumentata di quasi 70 milioni. Allo stesso tempo, gli States hanno avuto e hanno più di 13 milioni di immigrati irregolari (clandestini), ogni anno ne hanno espulso tra i 400.000 e un milione e si stima che 18.500 sono stati uccisi nel 1998- 2013 alla frontiera in parte da poliziotti e anche da criminali che si divertono nella «caccia agli umani».

E' grazie all’immigrazione regolare e irregolare che gli USA sono diventati la prima potenza economica, militare e politica; le teorie razziste di Huntington si inseriscono perfettamente nel gioco tra inclusione e rifiuto, nell'inferiorizzazione degli immigrati così costretti a guadagnarsi la salvezza attraverso l'umiliazione, il sacrificio, a favore dell’alta produttività per il paese d’immigrazione.

I paesi europei sull’immigrazione sono ancorati a un proibizionismo rigido che permette solo un’immigrazione illegale per fornire neo-schiavi alle economie sommerse. Così, si producono più morti tra i migranti che cercano di raggiungere l’UE, meno naturalizzati, meno regolarizzazione e più precarietà. In tutta l’Europa a 27 (505 milioni di abitanti ufficiali) nel 2012 il totale degli immigrati regolari è stato inferiore a quello degli Stati Uniti, 21 milioni secondo Eurostat, e dal 1990 ci sono state meno naturalizzazioni. Le persone nate in un paese al di fuori dell'UE a 27 sarebbero di circa 33 milioni. Secondo le stime più attendibili, gli irregolari in Europa non sarebbero più di cinque milioni1.

Al di là della differenza tra l'Europa e gli Stati Uniti per quanto riguarda il welfare, constatiamo che gli Stati Uniti continuano a puntare sull'immigrazione con pratiche soft e altre di selezione violenta e anche razzista. L'Europa appare come un soggetto politico abortito prima di nascere, una sorta di continente dominato da buzzurri pronti solo a schiavizzare pochi passanti che si fermano mentre erigono nuove fortificazioni. Una prospettiva suicida nel mondo globalizzato, perché tra l'altro, i neo-ricchi dei paesi emergenti sembrano giocare all’asta fallimentare dei beni di un continente decadente.

Post scriptum
Secondo i razzisti queste guerre sono dovute alla barbarie propria di popoli incivili che non meritano la democrazia, insomma sono “barbari” o come diceva Lombroso “atavici”, cioè pre- umani o animali e quindi in preda a istinti di violenza e criminalità (la teoria del criminale nato). Ne consegue che i migranti sono da respingere anzi bombardare prima che partono ecc.

Secondo gli “umanitari” queste guerre sono dovute a popoli che devono essere aiutati a imparare la democrazia, insomma devono essere “educati” perché “arretrati” o come bambini non ancora maturi; di questa tesi ne approfittano le note ONG e multinazionali del cuore e persino le mafie come quella romana.

La tesi delle autorità e in particolare di quelle europee è che la “colpa” delle stragi di emigranti è dei trafficanti criminali. Ne consegue che bisogna andare a bombardare i trafficanti e distruggere i barconi ... così “prendono 4 piccioni con una fava”: 1) pensano di accontentare gli “umanitari” mostrando pietas per gli annegamenti; 2) accontentano anche i razzisti perché promettono di usare le maniere forti per impedire che gli emigranti partano; 3) nascondono le loro precise responsabilità delle stragi continue e 4) fanno anche un po’ di business spendendo soldi per l’uso di armamenti (droni, areei nuovi sistemi di intercettazione ecc.).

Chiunque abbia un minimo di conoscenze delle operazioni militari in casi del genere sa che andando a bombardare con droni o aerei i cosiddetti trafficanti e i loro barconi INEVITABILMENTE si finirebbe per colpire gli emigranti cioè i profughi sia perché probabilmente usati come scudi umani dai trafficanti sia perché è impossibile distinguere fra trafficanti e soprattutto la loro manovalanza -spesso improvvisati- e i profughi (le cosiddette guerre intelligenti hanno prodotto sempre “danni collaterali” cioè stragi di civili ...

Evidentemente il vero obiettivo delle autorità e governi è di non fare arrivare immigrati o farne arrivare il meno possibile e soprattutto nascondere le vere cause delle stragi continue, cioè la riproduzione delle guerre permanenti e il proibizionismo.

La prima responsabilità delle guerre è di chi produce e vende legalmente e illegalmente armamenti: senza la diffusione degli armamenti non potrebbero riprodursi tante guerre, semmai piccoli conflitti a “bastonate” ...

Ogni proibizionismo favorisce la criminalità: in assenza di aiuti e canali regolari di emigrazione i disperati che scappano sono inevitabilmente alla mercé di trafficanti e di chiunque offre qualche possibilità (i passeurs ...)

L’unica possibilità di salvare i profughi è di creare possibilità di aiuti, corridoi umanitari sia mettendo in mare, alle frontiere europee e nei paesi vicini a quelli in guerra navi e strutture per dare subito soccorso ai profughi e quindi subito permessi di soggiorno per lavoro

Ovviamente da parte di tutti i paesi dove questi profughi vogliono andare che sono innanzitutto: Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Australia, Canada e poi anche Italia, Svizzera, e forse anche Giappone e la Cina.

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