manifesto, 14 febbraio 2014
Una maggioranza che un tempo si sarebbe definita bulgara ha applaudito la scelta di una crisi a prescindere (anche Totò era un poeta ma non ha avuto l’onore della citazione). A prescindere perché non una parola è stata spesa per i contenuti di questo governo renziano (e tantomeno del programma offerto da Letta alla discussione). A prescindere perché niente è stato detto sullo schieramento alternativo che dovrebbe sorreggere e giustificare questo cambio della guardia con incorporata garanzia di blindatura fino al 2018. Tanto che la sinistra dei Cuperlo e dei Fassina ha messo agli atti che se la discontinuità rivendicata da Renzi per la sua ascesa al comando è quella ascoltata da alcuni interventi in direzione, «siamo più a destra» del governo che oggi se ne va. Ma solo Civati (in sedici hanno votato contro[v. nota in calce]) non si è unito al coro. Denunciando il rischio che tutto il Pd, e quel che più conta il paese, affondi definitivamente nella palude. Dove solo un animale può sopravvivere: il caimano.
In realtà l’unica vera discontinuità del governo renziano sta nella sottolineatura della natura non più tecnica, emergenziale, ma politica e di legislatura dell’operazione in corso. In altre parole non più un “governo del presidente”, con Napolitano ispiratore della sua missione e di alcuni ministri-chiave, come è avvenuto per i governi Monti e Letta. Proprio l’ipotesi più invisa ai diversamente berlusconiani che ieri, con Alfano, hanno scartato questa ipotesi («accetteremo solo un governo d’emergenza»), e chiesto, come anche Berlusconi, di parlamentarizzare la crisi, mettendo sul tavolo la carta delle elezioni anticipate.
Per il condannato resuscitato da Renzi al ruolo di padre costituente delle riforme si apre una fase politica promettente. Poter sparare non su un traballante governicchio di piccole intese ma sul bersaglio grosso. Oltretutto avendo dalla parte del manico quella maggioranza per le riforme di cui è sempre stato un esperto affossatore.
Nota
Ecco chi ha detto no al documento Renzi Pippo Civati, Enzo Martines, Elly Schlein, Paolo Cosseddu, Marco Sarracino, Marina Terragni, Rita Castellani, Carla Rocca, Luca Pastorino, Andrea Ranieri, Maria Carmela Lanzetta, Samuele Agostini, Felice Casson, Annapaola Cova, Brignone Beatrice, Mirko Tutino