la Stampa,
Non è sintomo di grande intelligenza politica non aver compreso fino a oggi che Matteo Renzi non è mai stato un uomo di Sinistra, (seppure si voglia continuare a dare il nome di "sinistra" a quel bizzarro coacervo che fu costruita dai sedicenti eredi del Pci dopo la svolta di Occhetto). Se non hanno ancora compreso che con il renzismo ciò che rimaneva della vecchia sinistra si è sdraiato sul letto morbido del pensiero e della prassi neoliberista c'è da temere che non andranno lontano, se non nella compartecipazione a una qualche residuo di potere istituzionale (e.s.)
«Accenderemo un forte conflitto politico», mette in guardia Finocchiaro. «Questo non è odio o spirito di divisione, ma un parto doloroso per essere legittimati a giustificare la nostra pretesa di esserci come forza politica». Secondo l’ex ministra, infatti, chiudendo a ogni dialogo col M5S, il Pd «si è condannato all’irrilevanza, dimostrando una incapacità politica che va valutata con serietà».
La decisione imposta da Renzi al Pd, quella di fare gli «osservatori» e non gli «attori» della scena politica, viene bombardata in ogni modo. Bettini è sarcastico: «Moro parlava di come Dc e Pci si fossero positivamente influenzati, Togliatti addirittura si rivolgeva ai ragazzi di Salò. E con quelli non ci si era insultati, si sparava…il Pd invece guarda con malcelata soddisfazione alla nascita del peggiore governo della storia repubblicana…».
«Tra i dirigenti si nota la mancanza di sofferenza per la sconfitta», fa notare Bassolino. «Abbiamo dato alla destra la più larga base di massa dal Dopoguerra, i milioni di elettori del M5S», attacca Orlando. «Come fai ad annunciare opposizione durissima se hai fatto il tifo perché questo governo nascesse?».
I dubbi circolano insistenti. «La spinta propulsiva del Pd si è esaurita», dice Roberto Morassut. Andrea Orlando, che tiene le conclusioni, mette un punto interrogativo: «Il Pd è ancora uno strumento utile?». Massimo Brutti lo accusa: «Come puoi pensare di costruire nuovo consenso se non riuscite neppure a dare battaglia in direzione e votate all’unanimità?». Orlando non si scompone: «Abbiamo votato la relazione di Martina, che ha garantito un percorso ordinato alla discussione verso il congresso». Una discussione, dice Orlando, che «può portare anche a conseguenze radicali». E quando dal palco Ugo Papi racconta le difficoltà a spiegare agli amici della Corea del Sud le vicende del Pd, il ministro uscente della Giustizia dalla platea suggerisce: «Devi dire che il Pd è un partito della Corea del Nord…».