«Vorrei esprimere preoccupazione per lemisure antiterrorismo che Commissione e Consiglio stanno discutendo, e sui rischidi una legislazione emergenziale che - in nome dei valori - oppone Stato didiritto e sicurezza», ha detto Barbara Spinelli rivolgendosi alcommissario Dimitris Avramopolos durante la miniplenaria di Bruxelles. «Parlo di rischi, di misure giàannunciate da Stati membri: di monitoraggio e rimozione di siti internet, diimpedimenti alla libera circolazione nell'area Schengen, della raccoltasproporzionatamente lunga di dati dei passeggeri (PNR), che questo Parlamento ela Corte europea di giustizia hanno già respinto. Molte di queste misureesistevano prima dei terribili attentati in Francia: non li hanno impediti».
«Parlo del falso legame stabilito, intante scuole e tanti luoghi pubblici, fra terroristi e comunità musulmane», ha continuatol’eurodeputata, alludendo in particolare alla circolare recentemente emessadall’assessore alle Politiche dell’istruzione della Regione Veneto, in cui igenitori degli alunni musulmani vengono invitati a “prendere distanza” dagliattentati di Parigi. «Parlo della grave tendenza generale - s'è vista giàdopo l'attentato alle Torri gemelle - a parlare di guerra contro il terrorismo.Questa non è una guerra».
Nello stesso giorno,Barbara Spinelli ha avviato i procedimenti per depositare un’interrogazione sullacircolare veneta che chiede ai presidi di attivarsi perché «allaluce della presenza dei tanti alunni stranieri nelle nostre scuole e deiloro genitori nelle nostre comunità» è necessaria una condanna del «fatto terroristico di matriceislamica» euna presa di distanza da «una cultura che predica l’odio verso la nostracultura, la nostra mentalità, il nostro stile di vita, fino ad arrivareall’estremo gesto terroristico».
La domanda rivolta alla Commissione è chiara: «Visto il sollevarsi di politicheislamofobiche adottate a livello nazionale e locale da Stati membri, laCommissione ritiene di sviluppare una strategia di integrazione nazionaleeuropea al fine di promuovere un dibattito inclusivo sulle rispettive qualità eprincipi guida, secondo il motto dell’Unione: “unità nella diversità?”»