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Giovanni Robertini
Il ricercatore universitario
12 Dicembre 2010
Pensieri
Un antieroe del nostro tempo nella vivace descrizione da Il barbecue del Panda. L’ultimo party del lavoro culturale, ed. Agenzia X, Milano 2010 (f.b.)

Gli hanno consigliato di scappare dall'Italia, ma è rimasto, si è disperso qui.

Gli hanno detto che l'Italia è un paese per vecchi, e si è adeguato: è invecchiato.

L'assegno da ricercatore è lo stesso di quello di un autista di mezzi pubblici in pensione, vive i suoi trent' anni come fossero ottanta: cena alle diciotto, bianchino in mattinata al bar, televisione nel pomeriggio. Ha smesso di giocare a pallone, è diventato sordo e qualcuno sospetta che si tinga i capelli, di bianco.

Quanto alla ricerca universitaria, da laureato in storia dei movimenti e dei partiti politici, non sa bene neanche lui cosa ricercare. Dov'è la sinistra? L'opposizione? La piazza? I compagni? La lotta, l'utopia e la rivoluzione?

Di fronte alla triste evidenza, ha cambiato soggetto della ricerca e, taccuino e registratore alla mano, ha iniziato una mappatura sociale prima del suo quartiere e poi della città tutta. È partito da casa, un appartamento di studenti, nel nuovo quartiere per studenti, ormai deserto. Ha attraversato strade con più buche che a Beirut durante i bombardamenti.

È stato nel quartiere residenziale di lusso Platì, costruito con i soldi della 'ndrangheta direttamente per i suoi affiliati.

Ha visitato la nuova cittadella all’avanguardia, dove vivono i progettisti di cittadelle all'avanguardia. Nel centro, ormai svuotato, di sera ha incontrato solo anziani, immigrati e super ricchi. Gli altri ci vengono di giorno, per lavorare.

Ha calcolato che un cittadino su quattro vive da solo e che gli stranieri tra poco saranno un quarto della popolazione; ha sentito che dalle ciminiere delle ex fabbriche arriva il canto dei muezzìn.

Ha visto le polveri sottili diventare polveri spesse, grandi come sampietrini.

Ha intervistato tante persone, tutte ugualmente scontente della città in cui vivono, che vorrebbero scappare ma non sanno come e dove.

Soprattutto ha confermato la sensazione che la sua città stia sprofondando nel nulla.

Tanto vale quindi fare come lui, e aspettare la pensione, anche se probabilmente sarà nulla pure quella.

Stasera si porterà dietro il suo manoscritto fotocopiato e rilegato, in cui ha messo nero su bianco i risultati dell'ultima ricerca, dal titolo "Bombardare la città". Del resto, Londra e Berlino -e anche New York dopo l'undici settembre -hanno costruito dalle macerie un'idea di rinnovamento.

Il nostro ricercatore ancora non sa se riuscirà a pubblicarlo, non è ambizioso, e non ha conoscenze nel campo, tranne sua sorella che fa la cameriera ed è amica dell'editore.

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