Nel 1993, nella città di Freiburg nasce il progetto del quartiere Vauban. Lo spunto che da inizio a tutto è la dismissione di di una caserma francese usata dall’esercito fino al 1992. Quando i francesi lasciarono la caserma, i pianificatori della città e molti cittadini videro in questa un’occasione unica e un luogo ideale per creare un nuovo quartiere residenziale. In effetti con i suoi 380.000 mq di estensione, la vicinanza al centro storico (solo 2 Km) e il confine con una zona verde destinata allo sport e allo svago, Vauban risulta essere un luogo strategico e appetibile per essere trasformato in un quartiere ad alta densità, per differenti gruppi sociali, con un insediamento di 5000 abitanti e la creazione di 600 posti di lavoro. Quello che prende forma è un progetto ambizioso che consiste nella creazione di un villaggio ecosostenibile, con edifici a basso consumo e l’uso di risorse rinnovabili; frutto di una progettazione partecipata, in cui non sono solo i pianificatori a progettare, ma gli stessi cittadini entrano in gioco, e proprio per questo, forse, sfocia in un ben riuscito mix sia funzionale che sociale.
Vauban presenta delle caratteristiche rilevanti sia nel campo dell’urban design, sia in quello della progettazione edilizia. I nuovi concetti che rendono questo intervento "ecologico" hanno interessato contemporaneamente diversi aspetti come la coesistenza tra luoghi di lavoro e residenze, la creazione di alloggi per diverse utenze sociali, l'ideazione di un sistema di mobilità car-free che valorizza i trasporti pedonali, ciclabili e pubblici a scapito dell'uso delle auto private, la realizzazione di piazze e spazi pubblici e di un centro del quartiere con negozi per gli acquisti quotidiani, un asilo e una scuola elementare per limitare gli spostamenti verso il centro città, la tutela delle aree verdi preesistenti, il massimo sfruttamento dell'energia solare, lo sviluppo di un impianto di riscaldamento centralizzato e di un sistema di recupero e trattamento delle acque piovane a scala urbana.
Gli edifici sono costituiti da case a schiera da 2 a 4 piani fuori terra. All’interno di questi prendono posto, oltre alle residenze, anche uffici e negozi, con la strategia di coniugare lavoro e luogo di abitazione. Sono per la maggior parte parallelepipedi diversi l’uno dall’altro, ma accomunati da caratteristiche tecnologiche finalizzate al risparmio energetico: l’orientamento che permette di sfruttare al massimo le condizioni atmosferiche delle diverse stagioni, l’uso di materiali naturali, l’impiego di pannelli fotovoltaici. Alcuni di questi edifici vengono definiti “Plusenergiehauser” perché sono in grado mediante questi sistemi di fornire più energia di quella che necessita per i residenti Inoltre le costruzioni sono totalmente in legno, dalla struttura intelaiata portante ai tamponamenti e al rivestimento esterno a doghe, tinteggiate con colori vivaci che contribuiscono a rendere estremamente vivibile e gradevole l’isolato.
Nel nuovo quartiere sono state attuate alcune strategie per disincentivare l’uso dei mezzi privati a motore e incentivare l’uso dei mezzi a locomozione non inquinanti: la strada centrale non è destinata al traffico, fisicamente impedito, ma alla linea del tram che, in 15 minuti, consente di raggiungere il centro e la stazione ferroviaria; non sono presenti parcheggi, né lungo le strade né in prossimità delle abitazioni. Chi vive a Vauban o rinuncia all’automobile, o la tiene in sosta in uno dei parcheggi collettivi (Solar-garage), posti al limitare del quartiere. Poche auto sono parcheggiate lungo la Vauban-allée, e sono quelle destinate al car-sharing. Percorsi pedonali e ciclabili consentono di spostarsi all’interno di Vauban in tutta sicurezza ed si connettono ad una rete ciclabile estesa per oltre 500 km, che innerva tutta la città.
Il mix funzionale è stato raggiunto sia attraverso la presenza di esercizi commerciali all’interno del distretto, sia perseguendo il progetto Whonen und arbeiten che prevede l’inserimento di spazi lavorativi all’interno delle abitazioni, diminuendo le esigenze di spostamento. Tutto questo è ancora più accentuato nell’isolato di Schlierberg, dove i parcheggi si concentrano al limite esterno e gli edifici residenziali non sono dotati di garage o posti macchina, ma in compenso le unità immobiliari sono provviste di un capanno in cui riporre le biciclette da utilizzare per gli spostamenti di breve medio raggio.
Il verde permea l’intero tessuto del quartiere, ed è disegnato in modo da ricreare il biotipo locale, come nel caso di un ruscello, che in precedenza era stato canalizzato, è stato rinaturalizzato. Attraverso il verde, l’intera rete delle acque piovane scorre a cielo aperto e contribuisce al disegno degli spazi esterni.
Nelle schede scaricabili qui di seguito, preparate da Serena Righini, Federica Manenti e Bianca Maria Caravati, sono descritti in dettaglio gli aspetti relativi all’impianto urbanistico, alle soluzioni tecnologiche, al disegno degli spazi pubblici e all’impostazione car-free del sistema della mobilità.