A quello di Antonio Pedrini (1905), fanno seguito alcuni testi che si riferiscono prevalentemente al dibattito italiano che dalla seconda metà degli anni Venti del secolo scorso si è sviluppato per tutto il decennio successivo: Silvio Ardy (1928), Cesare Chiodi (1926), Alberto Calza Bini (1928) esprimono le tesi contrapposte sulla figura dell’urbanista e sulla sua formazione. Allo stesso periodo si riferiscono i testi di Eugenio Fuselli (1933) e di Giuseppe Bottai (1937), per diverse ragioni singolari rivelatori di un’epoca e delle sue logiche. Chiude questo gruppo di testi, e in qualche modo conclude il dibattito del decennio precedente, lo scritto di uno dei padri dell’urbanistica italiana, Luigi Piccinato, mentre un rapporto di Gaston Bardet (1940) testimonia la ricchezza delle esperienze e del dibattito che già allora si registravano in Francia.
Al periodo postbellico si riferisce un ulteriore gruppo di scritti. Un interessante resoconto del 1° congresso sull’insegnamento dell’urbanistica (1951), fittissimo di relazioni e di interventi vivaci e spesso caratterizzati da notevole spessore, dà il clima generale della dibattito. e gli interventi del geografo Bruno Nice (1950), del britannico William G. Holford (1950) e dello statunitense Henry S. Churchill (1963) esprimono i punti di vista di altri mondi verso i quali gli urbanisti italiani volgevano lo sguardo. La definizione ampia di un altro indimenticato maestro, Giovanni Astengo (1970), colloca in un quadro organico gli argomenti dell’urbanistica razionalista.
Tra gli scritti più recenti, ho scelto per ora alcuni scritti di un lucido studioso, Francesco Ventura (1999), con due mie postille, e di un generoso e intelligente urbanista “militante”, Silvano Bassetti (2001). Il testo di Ventura apre un significativo ponte tra l’argomento di cui si occupa questa cartella e la questione della Rendita, quello di Bassetti introduce al tema decisivo dei rapporti tra urbanistica e politica, su cui occorrerà lavorare.
Altri testi, per chi è interessato, sono disponibili nel sito di Fabrizio Bottini