Titolo originale: Evicting tenants guilty of rioting – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini (al link del testo originale anche la serie completa delle lettere)
Vi scrivo per chiarire la nostra posizione riguardo agli sfratti degli inquilini di case comunali giudicati colpevoli nelle rivolte urbane. Si tratta di una scelta estrema, e non certo dell’unica opzione. Vengono attentamente valutati i singoli casi delle famiglie così da verificare dove e come offrire sostegno. Qualunque decisione viene presa caso per caso, e non si tratta affatto di decisioni "draconiane" come è stato detto. Esiste una gerarchia di interventi, e ci sono almeno cinque livelli di gravità dei casi e cinque relative forme di azione, prima che si inizi solo a valutare la possibilità di sfratto.
Siamo favorevoli alla richiesta di Ed Miliband perché un apposito organismo indipendente esamini in profondità i problemi sociali che possono aver pesato sulle recenti rivolte. E non si può considerare la questione come un fatto di semplice contrapposizione fra una prospettiva di destra e una di sinistra. Come ha già scritto il Guardian , ben il 75% degli arrestati ha precedenti, nel quasi 80% dei casi si tratta di persone maggiorenni. É un problema di legalità e di ordine pubblico. E se non sono le pubbliche amministrazioni ad applicare la legge, chi altri dovrebbe farlo? Gli inquilini delle nostre case sono responsabili delle proprie famiglie. Non siamo noi a inventare le leggi, né possiamo improvvisare, ma dobbiamo invece applicarle, come si aspettano da noi tutti gli altri inquilini.
Dobbiamo imparare tante cose, e siamo stati davvero colpiti in questo caso dalla risposta immediata e spontanea degli abitanti, degli esercenti, e in particolare dei giovani. Abbiamo organizzato una serie di “dialoghi di quartiere” in tutta la circoscrizione, per raccogliere informazioni e opinioni su da farsi. Spero che tutte le amministrazioni locali dove ci sono state rivolte possano sviluppare iniziative simili, così che si possa anche trar vantaggio da conoscenze collettive più ampie.
(Cllr Ian Wingfield è vicepresidente del consiglio municipale di Southwark, Londra)
postilla
Sembrerebbe tenersi tutto, nel linguaggio attento dell’amministratore pubblico di centrosinistra, se non fosse appunto per quella negazione di una prospettiva diversa fra destra e sinistra. La legge è legge, ma che legge è quella imposta dal governo di coalizione di centrodestra, per punire anche con lo sfratto gli inquilini di case popolari condannati per le rivolte e i saccheggi dell’agosto 2011? Senza tirare in ballo grandi categorie di giustizia, che c’entra la casa con la fedina penale? Certo gli elettori di ceto medio e operaio che abitano gli stessi quartieri potranno anche manifestare consenso, per chi li libera con questa specie di stratagemma di vicini indesiderabili e antisociali. Ma ripeto: che c’entra il diritto alla casa con la fedina penale? Per la destra c’entra eccome, perché nella nazione di proprietari, nella prospettiva del capitalismo compassionevole, la casa pubblica è una graziosa elemosina, giusto per mantenersi l’esercito di disgraziati da cui pescare per i lavori umili, la polizia, l’esercito da mandare in Afghanistan ecc. ecc. Ma la sinistra da queste leggi, anche se magari gli effetti piacciono ad alcuni loro elettori, dovrebbe tenersi a distanza di sicurezza (f.b.)