Siamo ai piedi delle colline brianzole, quasi al confine con le province di Lecco e Bergamo e a una decina di chilometri da Monza. Chi percorre anche solo saltuariamente queste zone di certo ricorderà l’immagine delle Torri Bianche, complesso direzionale e commerciale che sorge al crocevia delle principali arterie di comunicazione e che, nel corso degli anni, è diventato un vero e proprio marchio di questo pezzo di Brianza.
Il territorio di Vimercate nella Provincia di Monza |
Come molti altri centri lombardi, il territorio di Vimercate è stato influenzato dallo sviluppo economico del Dopoguerra, che ha portato importanti impianti industriali, (negli anni Cinquanta la Bassetti e negli Anni '60 la Telettra e la IBM) e, a seguire, posti di lavoro e nuovi abitanti. Il tutto supportato da un’importante dotazione di infrastrutture stradali, che hanno contribuito al successo di questo modello di economia territoriale, legato in particolare ai settori dell’elettronica e delle telecomunicazioni.
Ma i processi di delocalizzazione e deindustrializzazione dello scorso decennio non hanno lasciato indenne neppure Vimercate, che nel giro di poco più di un lustro ha ereditato dalle grandi attività produttive una buona quantità di aree dismesse da gestire e reinventare.
Finora sembra una storia molto simile a quella di molti centri di medie dimensioni di questa parte di Lombardia, che stanno ancora subendo i contraccolpi della graduale dismissione industriale e che faticano ad uscire dal tunnel postfordista e guardare avanti.
Qui però ci sono delle condizioni interessanti che possono contribuire a definire un possibile scenario di sviluppo futuro, tra le quali un ruolo di primo ordine spetta al distretto high-tech che in quest’area si è insediato da qualche anno e dà segnali di buona salute con recenti interventi di ampliamento del proprio mercato.
Raccordo Tangenziale verso la Pedemontana |
Inoltre questo territorio è interessato dal progetto della Pedemontana: 67 km di autostrada che attraverseranno la “città infinita” del nord Milano collegando 5 province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese) e il cui tracciato toccherà anche Vimercate.
Anzi Vimercate rappresenterà un nodo cruciale della nuova infrastruttura in quanto l’interconnessione con la tangenziale est garantirà l’accesso al capoluogo milanese.
Non solo, anche nei progetti di prolungamento delle linee metropolitane milanesi – per quanto abbiano tempi di realizzazione ancora piuttosto nebulosi – qui sono previste due nuove fermate della linea M2, una presso il centro delle Torri Bianche e la seconda, che sarà anche il capolinea, in prossimità del nuovo ospedale.
Quindi Vimercate rappresenta un territorio ad alta accessibilità e con potenzialità notevoli, in grado di attirare nuovi investimenti (davanti ai quali, di questi tempi, gli amministratori locali sono pronti a fare carte false), ma che, allo stesso tempo e per gli stessi motivi, è esposto agli interessi devastatori della speculazione edilizia, che nel contesto lombardo possono trarre i massimi vantaggi dai meccanismi della “pianificazione negoziata” introdotta dalla legislazione urbanistica regionale, che consente il ricorso a procedure in variante allo strumento urbanistico a seconda delle opportunità offerte dal mercato immobiliare.
Progetto di riqualificazione area ex Bassetti |
Ripercorrendo le vicende urbanistiche troviamo che nel 2004 l’Amministrazione Comunale di Vimercate approva un Piano Regolatore Generale che ha, come indirizzi, il contenimento delle espansioni, il potenziamento del sistema dei servizi alla cittadinanza e la valorizzazione della rete ambientale.
Poi arriviamo al 2009 contando ben sedici varianti al Piano, alcune delle quali prevedono una forte ricaduta sulla città.
Una delle più importanti riguarda l’approvazione del Piano Integrato d’Intervento, di iniziativa privata, per le aree ex Bassetti che promette la riqualificazione di questa parte di città attraverso un intervento che prevede l’inserimento di un buon mix funzionale (edilizia residenziale libera e convenzionata, un edificio pubblico da destinare a centro servizi integrata, piazza, strade e parcheggi pubblici) e l'acquisizione di un primo lotto di quel che sarà il Parco Nord (circa 10.000 mq), operazione, quest’ultima, resa possibile da uno degli strumenti innovativi dell’urbanistica lombarda: la perequazione urbanistica.
Grazie al ricorso di questo meccanismo negoziale gli indici edificatori dell’area destinata a parco vengono concentrati nella restante superficie dell’intervento, sulla quale si stanno costruendo 120.000 metri cubi con tipologie e densità edilizie che hanno un impatto notevole sulla città esistente circostante. Ovviamente il tutto venduto come un’operazione all’avanguardia, realizzata con tecnologie costruttive all’insegna dei principi di efficienza energetica e dell’utilizzo di risorse rinnovabili (per le risorse territoriali, non rinnovabili, invece c’è molto meno interesse).
Un’altra vicenda interessante è quella che porterà alla costruzione del nuovo polo ospedaliero grazie all’accordo di programma firmato con Regione Lombardia, che rappresenta un ottimo esempio di do ut des tra poteri forti. L’area che attualmente ospita la struttura ospedaliera (tipologia monoblocco degli anni Settanta) è di proprietà della Regione che la vende all’operatore immobiliare privato (che verserà nelle casse regionali ben 20 milioni di euro) il quale, aggiungendoci altre 2 aree dismesse lì vicino (Cava Cantù e Consorzio Agrario), potrà edificare, su una superficie complessiva di 267.000 mq, 172.000 mq con case, terziario, commerciale e qualche servizio pubblico, secondo un masterplan che, a seguito di un concorso di architettura, avrà la firma di Davide Macullo.
Progetto Nuovo Ospedale |
Mentre la nuova struttura ospedaliera, firmata da Botta e in fase di ultimazione, sorgerà sull’area della ex Cascina Chioso Maffeo, vicino al confine sud orientale di Vimercate, poco più a nord del complesso delle Torri Bianche e costituirà un polo sanitario all’avanguardia e tecnologicamente avanzato, con un possibile centro di ricerca collegato all’università milanese.
Dopo questa vera e propria inondazione di cemento, (che rimane poco sostenibile nonostante le classi A di alcuni edifici), se si osserva la localizzazione dei nuovi progetti di trasformazione e di completamento così come mappati nel nuovo Piano di Governo del Territorio, è possibile ricomporre, lungo il tracciato della tangenziale est che collegherà la Pedemontana alla città di Milano, i frammenti di quelle che sembrano essere singole operazioni immobiliari destinate ad arricchire i proprietari fondiari e i promotori immobiliari.
Entrando un po’ più nel merito degli interventi previsti appare piuttosto evidente la mancanza di un progetto organico di città: gli ambiti si susseguono con funzioni e destinazioni diverse e scollegati tra loro, il che contribuisce all’immagine di una città che cambia per parti a sé stanti, prive di un progetto urbanistico che guidi e che sia in grado di stabilire un ordine di priorità per gli interventi in progetto.
Frutto di una politica urbanistica priva di un serio progetto per la città o di una fin troppo scaltra strategia di speculazione edilizia, che non vuole perdere la possibilità di valorizzare alcune aree private in occasione dei nuovi grandi progetti infrastrutturali previsti?
Di seguito scaricabile un pdf di questa corrispondenza, con qualche immagine in più e più leggibile