Il manifesto, 6 aprile 2014
La Gallura come Eldorado degli evasori fiscali. Sul paradiso turistico sardo si abbatte una tempesta giudiziaria che promette di avere sviluppi clamorosi. La notizia è stata data ieri in esclusiva dal quotidiano la Nuova Sardegna. «In Gallura 2500 ville, con tanto di giardini, dependance e ampie terrazze con vista sul mare — scrive la testata sarda — sono risultate appartenenti, come proprietà immobiliari, a società estere registrate in paradisi fiscali, mentre a sfruttarne il loro altissimo potenziale economico o utilizzarle per le vacanze a cinque stelle, sono in gran parte sconosciuti cittadini italiani con denunce dei redditi da operai metalmeccanici. Per stanare il foltissimo gruppo di persone iscritte alla «Anonima Proprietari Ltd» dalle loro dimore di lusso è stata allestita, ed è entrata in piena attività già da alcuni mesi, una imponente e ipertecnologica task force coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Tempio, Domenico Fiordalisi. Il quale ha aperto un fascicolo che racchiude l’inchiesta avviata alla fine dello scorso dicembre per accertare se siano riscontrabili reati di carattere penale oltre a violazioni in ambito fiscale o amministrativo». Le zone fiscali «free» nelle quali le società coinvolte nell’inchiesta hanno registrato le ville sono sparse un po’ in tutto il mondo: Repubblica di San Marino e principato di Monaco, Lussemburgo e Liechtenstein, Andorra e Gibilterra, Cipro e Barein, Antille e Polinesia francese. L’indagine è condotta dalla polizia tributaria e dal Gico di Roma. Ma sono coinvolti anche gli uffici del demanio sardi, le agenzie delle entrate di Sassari, Tempio e Olbia, la guardia di finanza di Olbia e Sassari. Un mega team che ha portato alla luce una realtà per molti versi sconcertante.
Tutto è cominciato circa un anno fa, quando gli ispettori dell’Agenzia delle entrate di Tempio esaminando le denunce dei redditi di alcuni personaggi che frequentano la Costa e i movimenti dei bancomat e delle carte di credito, si sono resi conto che il loro tenore di vita non era compatibile con le loro dichiarazioni fiscali. «Un campanello d’allarme — scrive la Nuova Sardegna — che ha fatto scattare i successivi accertamenti patrimoniali che hanno messo in rilievo che ben 2500 tra ville e dimore da fiaba disseminate sulla Costa gallurese — dalle alture di Monti di Mola (Porto Cervo) alle assolate spiagge dal mare cristallino di Porto Rotondo e Palau — risultano intestate, come proprietà immobiliari, a società estere. Approfondendo ulteriormente questo singolare aspetto si è venuti a scoprire che gran parte degli immobili sono utilizzati nel periodo estivo da cittadini italiani, oppure ceduti in locazione, attraverso una fitta ragnatela di agenzie immobiliari sarde, italiane ed europee, a italiani che, stando alla loro denuncia dei redditi, potrebbero permettersi al massimo di affittare, e per poche ore soltanto, una cabina sulla spiaggia di Riccione, Rimini o Cattolica».
«L’inchiesta — dice il procuratore Fiordalisi — è appena avviata e nessun reato o violazione sono stati finora ipotizzati o contestati». Quindi è impossibile conoscere i nomi delle persone coinvolte e delle società proprietarie delle ville «appoggiate» ai paradisi fiscali. In procura però non fanno mistero del fatto che i dati raccolti in più di un anno di indagini forniscono un quadro molto dettagliato, sostenuto da riscontri difficilmente contestabili. E viste le dimensioni dell’inchiesta e i personaggi coinvolti, i prossimi giorni potrebbero riservare rivelazioni clamorose.
Fiordalisi nelle scorse settimane è stato impegnato su un altro fronte caldo, quello dell’inchiesta avviata dagli uffici giudiziari di Tempio sulle ville abusive costruite sull’isola della Maddalena. Prima sono arrivate le ordinanze di sgombero e poi, lunedì scorso, le ruspe. Sono trentacinque gli edifici totalmente o parzialmente abusivi, tutti costruiti in un’area sottoposta a tutela ambientale integrale. Una decina sono abitati stabilmente da anni. Martedì scorso alcuni proprietari delle case da abbattere hanno cercato invano di fermare le ruspe e si sono vissuti momenti di forte tensione, con un paio di feriti lievi, quando un nutritissimo schieramento di polizia ha caricato per rompere il blocco intorno alle ville. Fiordalisi, però, non sembra intenzionato a fermarsi e la prossima settimana le ruspe rientreranno in azione.
Con il procuratore di Tempio si schiera Legambiente. «Costruire case abusive — dice Laura Biffi dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità — è un reato, demolirle è un obbligo di legge. Scene come quelle che si sono viste alla Maddalena, con il sindaco, i consiglieri comunali e persino il parroco schierati accanto ai manifestanti per bloccare le ruspe purtroppo non sono nuove. Le abbiamo già viste tante volte in Campania, in Sicilia e nella stessa Sardegna. L’abusivismo di necessità è una falsa giustificazione. Di fronte a situazioni di reale disagio abitativo, la politica dovrebbe dare risposte con gli strumenti previsti dalla legge, provvedendo ad assicurare un alloggio sociale, non una casa abusiva»