Il Fatto Quotidiano online, blog "Ambiente e veleni", 26 luglio 2016
Accade lo stesso proprio al centro dell’area archeologica centrale più celebre al mondo. Al Foro romano, a Roma. Dove, tra la Basilica Aemilia, la Sacra via e il Tribunale, è stato montato un grande palco, con tanto di spazio per gli orchestrali e di parterre per gli spettatori. Una gigantesca struttura, corredata da “torri per le luci”, del tipo utilizzato per eventi musicali. “Martedì 26 luglio 2016 alle 20.30 una serata musicale eccezionale per la prima volta nel sito archeologico del Foro romano”, si legge nel sito dell’Opera romana pellegrinaggi che, insieme al Teatro dell’Opera di Roma, ha promosso l’evento intitolato ‘Music for mercy‘, inteso a celebrare il Giubileo della Misericordia.
Il programma, suggestivo. “Brani classici, pagine di bel canto, voci e suoni provenienti da tutto il mondo, a partire da Andrea Bocelli”, assicurano i promotori. Non solo. “Anche un nuovo brano composto daRomano Musumarra sulle parole di Grant Black – ‘A time for mercy’ – ispirate dalle parole del libro di Papa Francesco “Il nome di Dio è misericordia”, anche questo un pezzo interpretato da Carly Paoli”. Insomma una celebrazione vera e propria. Per certi versi ispirata dalla musica “alta”. E non è tutto. Il concerto, prodotto da Abiah Music Production, ha avuto il patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo e della Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Vincoli reali e resistenze virtuali per una volta superati in nome “dell’eccezionalità dell’evento”. Sia ben chiaro, assicurano dal ministero, nessuna deroga alla tutela del sito archeologico.
Quindi tutto straordinariamente meraviglioso? Un evento di cui farsi vanto a ragion veduta? La realtà, come troppo spesso avviene, è molto diversa dal racconto che se ne fa. Già, perché quel grandioso apprestamento scenico è come il nuraghe immaginato nel parco archeologico delle incisioni rupestri e la piramide a Villa Adriana. Un non senso. Un obbrobrio, temporaneo, è vero, ma pur sempre un obbrobrio. Colpevolmente proposto e ancor più colpevolmente autorizzato. E’, forse, comprensibile il desiderio di chi abbia pensato di organizzare la serata in un luogo di così “grande fascino”. Ma è senza giustificazioni chi l’abbia permessa. Il Mibact, naturalmente, quindi la Commissione nazionale italiana per l’Unesco, senza dimenticare Roma Capitale che ha offerto il suo sostegno.
n dubbio non c’è la possibilità che i resti antichi, la cui importanza non è superfluo ricordare, abbiano a che soffrire dall’impianto delle diverse strutture. D’altra parte è mai possibile che Mibact eSoprintendenza possano aver deciso la rovina, seppur parziale, di un luogo tanto importante? Qualsiasi risposta che non fosse negativa suonerebbe come una condanna eterna verso chi dovrebbe occuparsi se non altro della tutela di quella testimonianza della storia dell’umanità. Piuttosto, a preoccupare, è la scelta di aprire i cancelli. Come se ‘Music for mercy’ fosse o potesse essere una sorta di cavallo di Troia. Tra le molte scelte sbagliate del ministero retto dal democratico Dario Franceschini, questa di certo non sarebbe la meno perniciosa. Abbandonata la speranza che ad accorgersi dell’errore possa essere ilministro-scrittore non rimane che appellarsi al nuovo sindaco Cinque stelle Virginia Raggi. Anch’essa attesa tra gli spettatori dell’evento.