«Un appello internazionale a Renzi lanciato dai Comitati privati. Borletti Buitoni: "Per Venezia il massimo della tutela"». Ciò che preoccupa è che si faccia riferimento alla tutela del patrimonio monumentale della città. E la Laguna? La Nuova Venezia, 22 luglio 2014 (m.p.r.)
«Il mondo si mobilita per salvare Venezia dalle grandi navi». Sono già 63 le firme eccellenti raccolte dai Comitati privati per la Salvaguardia e inviati sotto forma di appello al premier Matteo Renzi e al ministro delìi Beni culturali Dario Franceschini: «Il governo decida al più presto e tolga le grandi navi dalla laguna». Tra le firme nomi illustri del mondo della cultura, del cinema, della moda, della letteratura e dell’architettura. Tra questi Norman Foster, Cate Blanchet, Calvin Klein, il premio Nobel Vidia Naipaul, James Ivory, Susan Sarandon e Jane Fonda.
«Per più di 13 secoli Venezia è sopravvissuta alle inondazioni, alle pestilenze e ai conflitti bellici», scrivono i comitati al governo, «e ora in periodo di pace la regina dell’Adriatico, dichiarata Patrimonio mondiale dall’Unesco rischia di essere travolta dagli enormi transatlantici che la attraversano quotidianamente, indifferenti al rischio che il loro passaggio implica». Chiediamo che venga affrontato con urgenza il problema del passaggio delle grandi navi davanti a San Marco».
Un appello già raccolto dalla sottosegretaria ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, già presidente del Fai, il Fondo per l’Ambiente italiano. «Sono grata ai comitati per questa iniziativa», dice, «è gente che per Venezia si è impegnata concretamente dopo l’alluvione del 1966. Io credo che come governo dobbiamo prenderci la responsabilità di prendere una decisione al più presto. Per quanto ci riguarda ci dovrà essere la massima tutela del patrimonio monumentale della città». Quanto al Comitatone, annunciato per i primi giorni di agosto, Borletti si augura che sia convocato al più presto: «Una decisione va presa con urgenza».
E il canale Contorta, proposto dall’Autorità portuale? «Non sono un esperto di idraulica», dice il sottosegretario, «ma la laguna ha un equilibrio molto fragile. Qualsiasi soluzione alternativa dovrà essere condivisa e valutata dal ministero per l’Ambiente. «Abbiamo voluto lanciare questo appello», dice il presidente dei Comitati privati Umberto Marcello Del Majno, «perché siamo molto preoccupati: nel vuoto politico locale, con la città senza sindaco, non vogliamo che si dimentichi l’emergenza grandi navi o si facciano scelte sbagliate».
«Sappiamo che c’è una mobilitazione locale su questo tema», continua Del Majno, «ma Venezia interessa il mondo. E il mondo si è mobilitato». Non è il primo appello del genere che riguarda lo «stop» alle grandi navi in Bacino San Marco. Ma anche dopo il naufragio della Costa Concordia, su Venezia il governo aveva deciso a metà. Il decreto firmato dai ministri Clini e Passera era stato sospeso per la laguna «in attesa di alternative». Ma adesso, due anni e mezzo dopo la tragedia del Giglio, le alternative sono ancora sul tavolo, C’è lo scavo del nuovo canale Contorta, chiesto dal Porto, il nuovo canale dietro la Giudecca (Vtp e il sottosegretario Zanetti), ma anche l’ipotesi Marghera per le navi grandissime, avanzata dal Comune, con la possibilità di arrivare in Marittima scavando il canale Vittorio Emanuele. E infine le soluzioni del porto «fuori dalla laguna», le ipotesi Boato, Claut e De Piccoli che chiedono di spostare il terminal al Lido trasportando i crocieristi con batteli medio grandi. Ma la decisione ancora non c’è.