Il Comune si avvia a dare il proprio stop a Magistrato alle Acque e Consorzio Venezia Nuova: prima la sperimentazione degli 11 punti sulla Salvaguardia, poi i conseguenti adeguamenti del progetto del Mose. «E fintantoché non si fanno queste verifiche - spiega il capogruppo dei Verdi, Flavio Dal Corso, niente sbancamenti e modifiche all'attuale assetto dei moli: i lavori propedeutici al Mose si fermano, si gioca a bocce ferme».
È questo l'esito dell'ennesima riunione di maggioranza sul tema della Salvaguardia, svoltasi ieri a Ca' Farsetti, che ha visto la coalizione di Centrosinistra approvare in linea di massima i contenuti di una mozione che verrà portata al voto del consiglio comunale il 15 giugno, due giorni dopo le elezioni europee.«Non facciamoci del male», è stata la posizione contrapposta dai Ds ai Verdi, che chiedevano una data certa e prossima del consiglio comunale, ponendo al sindaco un aut aut, e a Rifondazione comunista, che premeva per una seduta già al 7 giugno, anche in assenza del sindaco, Paolo Costa.
«Sindaco o non sindaco - spiega il capogruppo di Rifondazione, Pietrangelo Pettenò - l'importante è che il testo sia condiviso da tutti, e che anzi Costa ne sia il primo firmatario, e su questo mi pare che non ci siano problemi». Lo conferma, per la Margherita, anche Giampietro Capogrosso. «C'è un accordo ampio - sottolinea - e anzi l'intesa è di modificare qualcosa del testo già elaborato per renderlo ancora più incisivo».
Visto, dunque, che il sindaco ha garantito la sua presenza per il 15 giugno, la conferenza dei capigruppo fisserà stamane la seduta del consiglio comunale per quella data. Il testo finale della mozione da portare al voto verrà stilato dall'assessore all'Ambiente, Paolo Cacciari, che ieri ha proposto di integrarlo con le critiche alla recente risposta del Magistrato alle Acque sugli 11 punti richiesti dal Comune, e dall'assessore alla Legge speciale, Giampaolo Sprocati, che intende fare dello stesso tema la priorità "politica" dell'Ufficio di Piano.Va ricordato, al riguardo, che il Comune si incontrerà il 28 giugno col nuovo organismo deputato a rivedere il Piano generale degli interventi. «E la revisione - spiega Pettenò - non deve essere general generica, ma partire proprio dagli 11 punti». Del resto, se lo stesso Magistrato alle Acque ipotizza di concentrare tutta la portualità sulla bocca di porto di Malamocco, ciò apre interrogativi e scenari nuovi: tra i primi (lasciando sullo sfondo il tema dell'avamporto in mare), se la navi da crociera possano fermarsi a Fusina, o se debbano arrivare in Marittima attraverso percorsi nuovi; tra i secondi, il senso stesso del Mose alla bocca di Lido, una volta che, liberata dalle navi, la sua profondità possa essere ridotta fino a 6 - 8 metri.
Il Comune sul MoSE: dal SI condizionato al NO
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