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Alberto Vitucci
Grandi navi, duello fra Clini e Passera
4 Febbraio 2012
Vivere a Venezia
E ti pare che i banchieri non ostacolavano anche la più blanda (una carezza) delle proposte per affrontare il problema degli elefanti nella cristalleria della Laguna!La Nuova Venezia, 4 febbraio 2012

Niente decreto del governo per togliere le Grandi navi dalla laguna. Il testo già firmato dal ministro per l’Ambiente Corrado Clini è fermo al ministero delle Infrastrutture guidato dall’ex ad di BancaIntesa Corrado Passera. E a quanto pare non sarà approvato in tempi brevi. Diversità di vedute tra i due ministeri. Con il titolare delle Infrastrutture e Trasporti (ma anche Sviluppo economico) contrario a imporre divieti.

La proposta di Clini prevede lo stop al passaggio dele navi al di sopra delle 40 mila ronnellate di stazza. Cioè in pratica quasi tutte le navi da crociera che oggi attraversano San Marco. Il problema è che l’alternativa in tempi brevi non c’è. E dunque la situazione, alla faccia delle indignazioni dopo la tragedia della Costa Conordia, rischia di restare com’è. Ieri il ministro Clini era atteso a un convegno in laguna. Ma non è venuto, bloccato dal Consiglio dei ministri e dalla neve. Ha mandato un messaggio ribadendo il suo «no» alle estrazioni di petrolio in Adriatico. E confermando la sua posizione sulle navi fuori dalla laguna.

Il progetto alternativo che il ministero «condivide, fatto salvo la compatibilità ambientale», è quello messo nero su bianco dal presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa. Scavo del canale Contorta Sant’Angelo da 2 a 10 metri per collegare il canale Malamocco Marghera da Fusina alla Marittima. E nel 2017 spostamento della Stazione passeggeri dove adesso è il cantiere del Mose a Santa Maria del Mare. Progetti che sollevano dubbi di carattere e ambientale e idraulico. Le alternative proposte sono. Quella di Cesare De Piccoli, progetto già depositato e condiviso all’epoca dal sindaco Cacciari come alternativo al Mose per spostare la Marittima a Punta Sabbioni. Pontili galleggianti, trasferimento dei passeggeri con le motonavi, fondali che potrebbero essere rialzati rendendo quasi inutile il Mose. C’è anche chi rilancia l’off shore, già proposto dal Porto come terminale in mare per i petroli e le grandi navi merci portacontainer. Uno studio olandese (Tec consulting) propone di realizzare da lì un oleodotto verso Marghera e un tunnel verso la terraferma per trasportare merci e passeggeri. «Così saremmo competitivi, senza rotture di carico», dice l’architetto Fernando De Simone. Un terminale al Lido è anche la proposta di Ferruccio Falconi, ex capo dei piloti del porto. Banchina in superficie dietro all’isola artificiale, sul bacàn di Sant’Erasmo, che potrebbe ospitare fino a nove grandi navi. Ma il Porto non ci sta. Con due stazioni marittime appena costruite, le alternative sono tutte in salita.

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