Pronti i primi sequestri, testimoni in Procura
Lavinia Di Gianvito – Corriere della Sera, ed. Roma, 24 maggio 2008
Piano regolatore nel mirino della procura. La magistratura indaga sugli accordi di programma, cioè su quelle intese fra Comune e costruttori che consentono di cambiare cubature e destinazioni d'uso. L'inchiesta vuole accertare se, nello stipulare gli accordi, si sia tenuto conto dell'interesse pubblico e capire per quale motivo i 70 milioni di metri cubi previsti sono tutti su aree private. Già pronti i primi sequestri. Il reato ipotizzato è la violazione delle norme urbanistiche, a cui presto si potrebbero aggiungere l'abuso d'ufficio o la corruzione. Acquisita la puntata di Report «I re di Roma», in onda il 4 maggio. Settanta milioni di metri cubi di cemento in dieci anni. Le gru che già da qualche anno divorano l'Agro romano per far posto a palazzoni e centri commerciali. Le centralità, micro-città di periferia, che rischiano di fare la fine dei quartieri dormitorio.
C'è il futuro di Roma nel piano regolatore approvato all'ultimo momento dalla giunta di Walter Veltroni. Un futuro lodato da alcuni, criticato da molti e che adesso minaccia di provocare un terremoto tra i politici e i costruttori più noti. La procura infatti ha aperto un'inchiesta sul progetto urbanistico grazie a cui si sta tirando su, di quartiere in quartiere, una città grande come Napoli. Solo su aree private.
All'attenzione dei magistrati sono finiti, in particolare, gli accordi di programma, che permettono di aumentare cubature e cambiar destinazioni d'uso attraverso intese tra i costruttori e il Campidoglio. Un'impresa vuole più case e meno uffici di quelli previsti? È facile: il Comune dà il via libera in cambio di una cifra che sarà destinata, per esempio, al prolungamento del metrò. Sulla carta sembra tutto in regola, sembra esserci quell'interesse pubblico richiesto dalle norme. Ma i dubbi nascono quando vengono accettate somme di 50-80 milioni a fronte di una spesa che sarà di centinaia di milioni.
L'inchiesta è coordinata dai pm Delia Cardia e Sergio Colaiocco, che avrebbero già chiesto il sequestro di alcune aree, tutte di proprietà dei big dell'edilizia. Per ora non ci sono indagati e l'unico reato ipotizzato è la violazione delle norme urbanistiche, ma non è da escludere che, al termine di alcuni accertamenti, verranno contestati illeciti più gravi, dall'abuso d'ufficio alla corruzione.
Nei giorni scorsi la procura ha acquisito dalla Rai la puntata di Report in onda il 4 maggio, dal titolo «I re di Roma ». La trasmissione di Rai3 ha suscitato molta attenzione e non è passata inosservata neppure a piazzale Clodio. Ma su alcuni accordi di programma raccontati da Milena Gabanelli i magistrati avevano già iniziato a indagare. Ora, però, i singoli fascicoli confluiranno nell'unica inchiesta aperta in questi giorni.
A palazzo di giustizia non hanno ancora deciso, ma non è escluso che vengano convocati come testimoni i costruttori che hanno siglato con il Comune gli accordi di programma.
Sul fronte opposto ci sono cittadini e associazioni infuriati per aver comprato case in quartieri che avrebbero dovuto avere servizi, verde e trasporti e che invece restano, almeno per ora, cattedrali nel deserto. Del resto, quello che è successo e che succederà l'ha spiegato a Report un consulente dei costruttori, Giovanni Mazza: «Il piano regolatore dice prevalentemente la verità, poi in alcune parti questa verità è una mezza bugia che va corretta».
«Illegalità? Aspettiamo i magistrati»
(redazionale) – Corriere della Sera, ed. Roma, 25 maggio 2008 (m.p.g.)
Piano regolatore sotto inchiesta. Su quanto scritto dal Corriere della Sera, interviene Gianni Alemanno: «Abbiamo appreso - afferma il sindaco - che la Procura ha aperto un fascicolo sul Piano regolatore e sulle operazioni urbanistiche avviate negli scorsi anni. Abbiamo contestato da un punto di vista amministrativo e politico le scelte operate sul piano regolatore e sugli accordi di programma. Senza alcun intento strumentale - aggiunge - attendiamo adesso l'esito del lavoro della magistratura per sapere se tali decisioni, oltre che contestabili politicamente, hanno avuto anche un profilo di illegalità». Per l'Acer, l'associazione dei costruttori romani, il presidente Giancarlo Cremonesi si augura che «l'intera vicenda possa essere chiarita al più presto per il bene della città. Il Prg - afferma Cremonesi - anche se suscettibile di interventi migliorativi, rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo e deve presentare soluzioni idonee sul piano infrastrutturale, abitativo e urbanistico. E da questo punto di vista - conclude - ci tranquillizza la scelta dell'attuale amministrazione che ha affidato ad una figura esterna, ma di alto profilo professionale, l'urbanistica».
Una «sanatoria a posteriori». Così definisce il Piano regolatore Marco Marsilio, deputato Pdl, che quando fu approvato era capogruppo di An in aula Giulio Cesare. Che «a Roma - aggiunge ci sia bisogno di una stagione di chiarezza e di rispetto delle regole nella gestione del territorio è una necessità che abbiamo sollevato da oltre 10 anni, denunciando da sempre che il "pianificar facendo", scelto da Rutelli e poi ereditato da Veltroni, apriva il campo a scelte arbitrarie». «Sono sempre stato perplesso su questa stagione dell'urbanistica contrattata - aggiunge Fabio Rampelli, anche lui deputato di An - perché mi sono messo nei panni del cittadino che aveva un pezzo di terra non edificabile. Così non capisco perché alcuni possono rendere edificabile il loro terreno che non lo era e altri no: in questo caso le persone molto ricche hanno avuto un trattamento di favore».
E con una «lettera aperta» a Gianni Alemanno, alla giunta e ai consiglieri comunali, i comitati e le associazioni, con Italia Nostra, chiedono che «in occasione dell'insediamento venga fermato subito il nuovo piano regolatore, l'attuazione dei bandi sulle aree dismesse e specialmente tutti gli accordi di programma compresi quelli del commissario prefettizio».