Il governo Berlusconi ha cancellato i soldi destinati ai Comuni per abbattere gli ecomostri. Ce li dovremo tenere con grande soddisfazione dei proprietari. Almeno questa è l’accusa di Legambiente toscana che oggi a Firenze, presente Ermete Realacci, farà il punto «sulle costruzioni che dovranno essere demolite». Verrà presentato un dossier con nome, località e foto di otto ecomostri toscani. Di sicuro nell’elenco ci saranno lo Spalmatoio dell’isola di Giannutri e il centro commerciale di Procchio. L’ecomostro di Giannutri è una lunga fila di fatiscenti immobili in cemento armato per circa 11mila metri cubi, che fa bella mostra di sé da oltre dieci anni nell’insenatura dello Spalmatoio a Giannutri, isola che fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Mentre il Centro servizi di Procchio (Marciana Marina) è stato oggetto di un’inchiesta giudiziaria. Un anno fa Legambiente su questi e su altri ecomostri toscani presentò un dossier all’allora ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli. Che decise di stanziare nella Finanziaria 2008 un fondo per erogare soldi ai Comuni intenzionati ad abbattere i loro ecomostri. «Ora questo fondo il nuovo governo ha deciso di usarlo per far fronte ai soldi necessari al taglio dell’Ici», polemizza Piero Baronti, presidente regionale di Legambiente.
Baronti non ci sta: «Per situazioni di abusivismo come quelli che da anni stiamo denuciando bisogna prevedere subito l’abbattimento in modo che i pirati del mattone non l’abbiano vinta. Per questo chiediamo al governo di ripristinare questi soldi. E’ uno scandalo che non venga fatta pagare l’Ici a proprietari di immobili di lusso e si favorisca di fatto l’abusivismo edilizio».
Il presidente regionale di Legambiente boccia la politica ambientale del governo. A giudizio di Baronti il provvedimento sull’Ici è stato «nefasto per l’ambiente» perché ha tolto soldi ad una serie di misure ambientali. Ad esempio sono stati bloccati 77 milioni per potenziare il trasporto delle merci via mare: «Un brutto colpo per la Toscana che, anche sull’impulso del presidente Ciampi, ha sempre creduto nel futuro del cabotaggio», osserva Baronti.
Altri soldi cancellati per dirottarli a copertura del taglio dell’Ici sono i 113 milioni destinati al trasporto pubblico locale e i 36 milioni per i sistemi di trasporti urbani (tramvie e metropolitane). «Per la Toscana è un altro pugno nello stomaco perché questi fondi, previsti dalla Finanziaria Prodi, sarebbero serviti per le linee ferroviarie minori come la Grosseto-Siena, la Lucca-Aulla e la Porrettana - spiega Baronti - Sono stati tolti i soldi per le isole minori e per l’ammodernamento della rete idrica. E, anche in questo caso, la Toscana è colpita perché da noi la rete che porta l’acqua ne perde anche il 30-40 per cento. Si taglia l’Ici, ma si tagliano anche i soldi per l’ambiente. Un gran brutto segnale».