In nome del popolo italiano, la quarta sezione del Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso di Italia nostra contro l’auditorium di Ravello. La decisione è del 15 febbraio scorso, ma è stata resa pubblica soltanto in questi giorni, nell’assoluto silenzio della stampa e della televisione. Stampa e televisione, soprattutto i giornali napoletani, che si erano scatenati a favore del progetto, con terribili accuse contro chi non era d’accordo, stavolta tacciono. Tacciono Mario Pirani e Giovanni Valentini. Tacciono il Wwf, Legambiente, la regione Campania, il comune di Ravello, e le decine di accesi sostenitori dell’opera. La ragione del silenzio sta nel fatto che la sentenza del Consiglio Stato non ha stabilito che la costruzione dell’auditorium è legittima, dando così ragione ai promotori dell’iniziativa, ma si è fermata su una questione procedurale, e cioè sul fatto che il ricorso di Italia nostra non era stato a suo tempo notificato al ministero per i Beni e le attività culturali. Il supremo organo della giustizia amministrativa non ha insomma smentito il Tar di Salerno che un anno fa aveva dato ragione a Italia nostra, sancendo l’illegittimità del progettato auditorium, ma ha scovato un difetto processuale, e ha perciò dichiarato inammissibile il ricorso. È bene ricordare che anche nel 2000 un precedente pronunciamento del Tar di Salerno aveva dichiarato illegittimo l’auditorium.
Non ci resta che arrenderci. Almeno per quanto riguarda i procedimenti amministrativi. Intanto ricordo che Eddyburg si è occupato diffusamente della vicenda, con ripetuti interventi e due eddytoriali. E’ utile rileggerli nella cartella SOS-SOS-SOS/Ravello. Il progetto è di Oscar Niemayer, celeberrimo, quasi centenario architetto brasiliano, anche se negli atti ufficiali risulta redatto dall’ufficio tecnico comunale. Italia nostra e Wwf (ma il Wwf dopo un po’ ha cambiato idea) si sono opposti alla realizzazione dell’opera, che è vistosamente in contrasto con il vigente piano territoriale urbanistico della costiera amalfitana e della penisola sorrentina (Put), piano approvato con legge regionale della Campania (n. 35/1987) e con efficacia anche di piano paesistico. Contro Italia nostra si sono schierati 165 intellettuali, fra i quali Renato Brunetta, Massimo Cacciari, Mario Manieri Elia, Cesare de Seta, Ermete Realacci, Oliviero Beha, secondo i quali “l’auditorium ha un’importanza strategica per lo sviluppo culturale ed economico della regione”, ignorando che Ravello è già oggi afflitta da flussi turistici insostenibili. Da ricordare infine che il comune di Ravello, a 63 anni dalla legge urbanistica nazionale e a 18 anni dal piano urbanistico territoriale, è tuttora sfornito di piano regolatore. Lo stesso comune è devastato dall’abusivismo, ma non è mai intervenuto con la determinazione con la quale ha operato, per esempio, sempre in provincia di Salerno, il comune di Eboli, che ha demolito 400 case fuori legge.
Raffaella Di Leo, presidente di Italia nostra Salerno ha dichiarato che la benemerita associazione, “forte dell’autorevole valutazione del Tar di Salerno, che ha affermato il contrasto dell’auditorium con il Put senza essere sconfessato, vigilerà e si adopererà perché la vigente disciplina urbanistica regionale venga fino in fondo rispettata”.