la Nuova Venezia, 16 febbraio 2018. Articoli di Vera Mantegoli e Carlo Mion. Se il potere pubblico non fa il suo dovere, o lo disattende, i cittadini mugugnano, ma poi cominciano ad organizzarsi. A Venezia le associazioni sottoscrivono un comune documento e i cittadini si organizzano per costituire presidi antifascisti. (m.p.r.)
«GIÙ LE MANI DAI LUOGHI PUBBLICI»
di Vera Mantegoli
La rabbia delle associazioni cittadine contro l'impoverimento del tessuto cittadino.
Sottrarre un luogo pubblico per darlo ai privati è un crimine. È questa una delle tre dichiarazioni sottoscritte dalle prime associazioni cittadine (oltre una quindicina) che ieri pomeriggio si sono riunite nella Sala San Leonardo per condividere i diversi percorsi avviati negli ultimi anni. Le altre sono che «chiunque sterilizzi per mezzo di ruoli amministrativi il ricco tessuto civico della città per ignavia o inerzia, con dolo e colpa, viola il suo mandato e abusa delle sue funzioni» e che «le comunità che riscoprono la loro città e ne ambiscono la gestione partecipata (. . .) hanno più credibilità di chi opera dall'alto» . Rabbia e orgoglio si sono fatti sentire nella voce dei rappresentanti che hanno ribadito che non ci sono giustificazioni per chi sfrutta la laguna (da Italia Nostra al Comitato Altro Lido), per chi vuole sottrarre gli spazi pubblici (dagli studenti del Comitato Gasometri che hanno voluto dire al sindaco che non sono stati strumentalizzati alle famiglie dell'ex Teatro Anatomico), per chi continua a trovare il modo di svendere spazi che in gran parte sono già di tutti. Insomma, percorsi diversi, ma accomunati dallo stesso obiettivo: tutelare gli spazi pubblici, dalle isole ai palazzi, dai privati e da quella politica che stanno togliendo ai residenti il ruolo di protagonisti nella loro città. L'incontro, moderato dagli autori del programma Frullatorio, Davide Angeli e Matteo Tonini, si è svolto dando cinque minuti di intervento a tutti, pena il rimprovero (ironico) di uno dei conduttori che, con una maschera da Batman, sgridava il portavoce. Il filo conduttore è stato la "Carta sul patrimonio pubblico e collettivo" scritta dalle associazioni che hanno partecipato, ma aperta anche a chi vuole unirsi (associazionepoveglia@gmail.com). Nel testo si parla del rischio che sempre di più corre la città, dallo spopolamento all'omologazione del tessuto del tessuto urbano e commerciale, e del ruolo dell'amministrazione che «non ha nessun freno normativo di fronte a questo appiattimento». Davanti a questo pericolo di rottura della comunità di veneziani, le associazioni hanno delle soluzioni che chiedono di essere ascoltate e messe in pratica. (v.m.)
«NO AL COMIZIO DEI FASCISTI A SAN GEREMIA»
di Carlo Mion
Cresce la mobilitazione contro l'iniziativa di Forza Nuova. Raccolta di firme, appelli e lettere al prefetto
Venezia. Mentre polizia e Prefettura cercano una soluzione per evitare che domenica ci siano disordini in occasione del comizio elettorale di Forza Nuova in campo San Geremia, aumentano le adesioni al presidio antifascista organizzato dai Centri sociali e gli appelli al Prefetto Carlo Boffi perché vieti il comizio. Ieri il presidente della Municipalità di Venezia Andrea Martini ha scritto al Prefetto: «Non posso non trasferirle il sentimento diffuso in città di sdegno e incredulità per il fatto che una formazione, nei saluti romani e nei proclami, di fatto neofascista possa trovare spazio per diffondere i propri slogan di violenza e razzismo nei nostri campi» prosegue Martini. «Al sentire diffuso sta crescendo esponenzialmente la convinzione, in città, che, se non viene bloccato il comizio, si debba creare un presidio di cittadini che pacificamente testimoni, con la sua presenza, il no a quello che viene avvertito come un attacco diretto alla città. Il rischio, dunque, che persone, comuni cittadini, possano trovarsi in situazione di pericolo per la propria incolumità è molto alto» conclude il presidente Martini. «Le chiedo, quindi, per tutelare la sicurezza dei cittadini, di non autorizzare il comizio di Forza Nuova».
Ipotesi non praticabile in quanto il Prefetto non può vietare un comizio elettorale. Si cerca quindi una soluzione per impedire che i partecipanti al presidio, previsto per le 14 davanti alla stazione, vengano in contatto con in partecipanti al comizio che inizierò alle 16.Un gruppo di cittadini, nel frattempo, ha organizzato una raccolta di firme in rete per chiedere di impedire il comizio. Raccolta che si prefigge di arrivare a 2500 firme e che in poche ore ha superato quota 1500. Anche questa raccolta di firme è indirizzata al Prefetto. Scrivono i promotori: «Come cittadini veneziani chiediamo al Prefetto di Venezia di vietare il comizio di Forza Nuova. Lo chiediamo perché Forza Nuova è un movimento, sia a parole che nei fatti, apertamente e dichiaratamente neofascista».
Un appello è arrivato anche da parte dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, sezione Sette Martiri di Venezia. «La Sezione Anpi "Sette Martiri" apprezza e condivide ogni iniziativa di militanza antifascista soprattutto se proveniente da giovani cittadini», spiega l'Anpi. «Il richiamo allo spirito di Macerata dell'appello del Centro sociale Morion e quindi a comportamenti ispirati alla legalità, ci è sembrata una garanzia di rispetto dei principi democratici che devono esserci nella fermezza delle rivendicazioni contro le presenze sempre più arroganti delle formazioni fasciste. Chiediamo che Prefetto e sindaco dimostrino che gli atti delle istituzioni sono motivati, più che da contingenze di ordine pubblico, da una salda fedeltà all'antifascismo della Costituzione».