Ilsole24ore, 4 novembre 2017. Gentiloni inaugurerà F.i.co, la Disneyland del cibo. Una partneship dove il pubblico ha messo i 100 mila metri quadri dell'ex mercato ortofrutticolo e il privato ha investito dei soldi che gli garantiranno un ritorno del 6% annuo, con postilla spassosa
La Disneyland del cibo, il parco dedicato alla biodiversità dell’agricoltura italiana, il primo al mondo per dimensione e contenuti, aprirà a Bologna il 15 novembre. E’ F.I.CO. (Fabbrica Italiana contadina) una struttura di 10 ettari, sorta su quello che era il mercato ortofrutticolo CAAB, destinato alla dismissione ora risorto a nuova vita. Un percorso chilometro da visitare in bici dove il tema sarà la didattica: due ettari di campi e stalle con più di 200 animali e 2000 cultivar all’aria aperta ed 8 ettari coperti che ospitano i percorsi per capire la trasformazione alimentare con le diverse filiere per la produzione di carni, pesce, formaggi, pasta, olio, dolci, birra. E ancora botteghe, mercati, ristoranti, un campo da calcetto, aree dedicate ai bambini e alla lettura, un centro congressi in grado di ospitare fino a mille persone, tutto coordinato dalla Fondazione Fico a cui collaborano ai progetti didattici l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna, l'Università di Trento, l'Università Suor Orsola Benincasa, l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Future Food Institute.
I 10 ettari dell'ex mercato ortofrutticolo trasformati nella Disneyland del cibo |
E’ lungo l’elenco dei soci che hanno contribuito al fund raising: circa il 38% del capitale è stato sottoscritto dai principali Enti Previdenziali italiani delle professioni come la Cassa Forense, Enpam, Enpav, Epap, Enpab, Enpaia, Inarcassa ed Eppi, un altro 30% è stato sottoscritto da banche, fondazioni bancarie, Camera di Commercio di Bologna, Coop Reno, Coop Alleanza 3.0, Eataly e Prelios SGR. Il resto è nelle mani del Caab, la società del Comune di Bologna che gestisce la struttura destinata a Fico precedentemente occupata dall'ex Mercato Agro-Alimentare di Bologna. Un finanziamento quello delle casse previdenziali che si coniuga con la volontà di investire in un asset reddituale, ma anche di partecipare a un progetto che ha come obiettivo quello di fare cultura nel campo nutrizionale e degli stili di vita di una corretta alimentazione.
Un modello in cui confluiscono investitori privati e università, con il compito di creare occupazione (sono previsti più di 700 i nuovi posti di lavoro, a cui se ne aggiungono altri 3mila per l’indotto), ma anche un ritorno per gli investitori, circa il 6% di rendimento l’anno e un fatturato a regime stimato tra 85 e 90 milioni di euro.
Farinetti: «Puntiamo a 6 milioni di visitatori»
«Puntiamo a portare 6milioni di visitatori entro i prossimi tre anni e farlo diventare un volano per il turismo e l’export di uno dei nostri patrimoni riconosciuti in tutto il mondo, il cibo ». Oscar Farinetti, patron di Eataly, è il testimonal di Fico-EatalyWorld di cui è anche socio direttamente e attraverso la sua creatura destinata a quotarsi in Borsa entro il 2019. E proprio Eataly che rappresenta l’anima commerciale della struttura, avrà il compito di fare da volano di Fico: «Creeremo dei corner all’interno dei punti vendita di Eataly in Italia e all’estero dedicati a Fico perché diventi un volano per il turismo e per i suoi 53 siti riconosciuti dall’Unesco. Gli americani hanno inventato Pippo, Pluto e Paperino. Noi, invece, abbiamo un patrimonio mostruoso da valorizzare».
Le dispiace non avere realizzato Fico nella sua Torino? «Ci stavo pensando da tempo quando da Bologna è arrivata la proposta: la città è posizionata benissimo ed è raggiungibile in poco tempo. Senza dimenticare che in Emilia Romagna ci sono Parma con le sue eccellenze alimentari e la Romagna con il turismo entrambi bacini di attrazione per visitatori italiani e stranieri». Le collaborazioni con Enit, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane vanno in questa direzione: «L’ultima che abbiamo firmato la collaborazione con Poste Italiane consentirà di spedire interi prosciutti e forme di parmigiano in tutto il mondo». Dal turismo al business con il centro congressi che può ospitare fino a mille persone ed è già prenotato fino a marzo.
Farinetti appena tornato da Los Angeles per l’apertura del nuovo Eataly pensa ai nuovi progetti «tutti nel campo ambientale» perché «l’obiettivo è salvare il pianeta (...) Non lo salvo io», scherza. «Questo secondo me è il mestiere del futuro, che creerà nuovi posti di lavoro», ha affermato il manager. «Immaginate la creatività italiana, pale eoliche disegnate da Renzo Piano, i pavimenti fatti dal distretto di Forlì che creano energia», ha detto facendo qualche esempio. Fico ci prova con l’impianto fotovoltaico più grande d’Europa e un’organizzazione che punta sul riciclo e sul recupero degli scarti alimentari. Entrare dentro Fico sarà gratis, raggiungibile dalla stazione dei treni e dall’aeroporto di Bologna con bus ibridi ogni mezz’ora.
postilla
Che tra gastronomia e affari ci siano importanti relazioni lo sapevamo. Che ci siano anche tra gastromia e cultura lo sapevamo anche: il Pantagruel di François Rabelais e il pittore Giuseppe Arcimboldo li abbiamo sempre amati; e non parliamo della Università del gusto di Carlin Petrini a Bra. Purtroppo la triade Gastronomia-Affari-Cultura è più difficilmente raggiungibile. A volte i risultati dei tentativi compiuti dagli ignoranti è semplicemente ridicolo. Come, appunto, quello di Oscar Farinetti, del quale offriamo ai lettori un gustoso saggio, dove la cultura di Farinetti è aiutata niente di meno che dall'ubiquo Vittorio Sgarbi. Eccolo in un commento di Tomaso Montanari.