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Lidia Fersuoch
Italia Nostra Venezia: Lo squilibrio geo-idrodinamico della Laguna
21 Agosto 2005
Terra, acqua, società
Una illustrazione sintetica e chiara delle cause della rotture del secolare equilibrio, in un documento di Lidia Fersuoch per il sito di Italia Nostra, Sezione di Venezia. A pie’ di pagina i collegamenti ad altri documenti sulla Laguna.

Venezia perde in altimetria mediamente 1,2 - 1,3 mm/anno. Non è dunque l’abbassamento del suolo la causa prima dell’inasprirsi del fenomeno delle alte maree. Dal 1970, inoltre, il livello del mare Adriatico e del Mediterraneo è stabile (come attesta l’Ufficio maree del Comune di Venezia). E dunque neppure l’eustatismo, cioè l’aumento del livelli marini, è responsabile del recente incremento delle acque alte.

I MOTIVI DELL’AUMENTO DELLA FREQUENZA DELLE ACQUE ALTESquilibrio geo-idrodinamico

Il motivo principale è invece da ricercarsi nel grave squilibrio geo-idrodinamico della Laguna determinatosi negli ultimi due secoli a causa di interventi antropici. Ai primi dell’Ottocento la profondità delle tre bocche di porto si attestava tra i -3,5 e i -4,5 m. La costruzione dei moli foranei, cioè delle grandi dighe che dai lidi si protendono in mare, aumentò la profondità delle bocche di porto, necessarie alla navigazione e di conseguenza l’officiosità (cioè lo scambio mare/Laguna). Alla fine dell’Ottocento la profondità raggiungeva i -7 m al Lido e i -10 m a Malamocco. Nel secolo scorso l’industria portuale in rapida ascesa e l’espansione delle attività industriali necessitavano di fondali ancora più profondi; Si diede avvio dunque a campagne di scavo che portarono la bocca di Malamocco a -14,5 m e si tracciarono i canali Vittorio Emanuele (-10 m) e Malamocco-Marghera o dei petroli (- 14,5 m) che attraversano la Laguna come una profonda ferita. La gran massa d’acqua che entra ora in Laguna da questi varchi così profondi, com’era prevedibile, ha innescato fenomeni di auto-erosione: nel 1997 la bocca di Malamocco si era portata a -17 m. Sempre a Malamocco, dentro la bocca, si trova ora il punto più profondo dell’Adriatico, -57m!

E’ intuitivamente evidente la qualità del dissesto da questa gran massa d’acqua che entra in un bacino ristretto. La maggiore ufficiosità delle bocche (cioè l’aumentato scambio mare/Laguna) è anche in gran parte responsabile dell’incremento delle acque alte. Semplificando al massimo i risultati degli studi di Pirazzoli (CNR Francia) e di D’Alpaos (ordinario di idraulica all’Università di Padova) si può dire che prima della costruzione delle dighe foranee l’onda di marea proveniente dal mare subiva un’attenuazione della sua ampiezza nel superare le bocche di porto, poco profonde, ora invece, non trovando ostacoli ma anzi fondali profondi, penetra più facilmente in Laguna. Secondo Pirazzoli le maggiori crescite dei picchi di marea si verificarono negli anni ’30, ’50 e ’60 del secolo scorso, quando si scavarono maggiormente le bocche di porto, mentre un’attenuazione del fenomeno delle alte maree si ebbe durante i due periodi bellici, epoca di sospensione degli scavi e di conseguente parziale insabbiamento dei canali.

Erosione della Laguna

L’eccessiva profondità dei varchi portuali e la conseguente aumentata idrodinamica sono anche responsabili dell’impoverimento morfologico della Laguna: un tempo i fondali erano vari e articolati, innervati da canali più o meno profondi, da specchi d’acqua (o ‘chiari’), modulati da dossi, velme etc. Con l’aumento della portata delle bocche la gran massa d’acqua che entra ed esce dalla Laguna non trova più ostacoli e trascorre con gran forza e rapidità. Per risalire ed espandersi o per defluire non necessita più di inalvearsi nei piccoli canali ma trascorre liberamente per i fondali (si espande cioè per ‘laminazione’), erodendo e livellando le emergenze e trascinando limi erosi a riempire i canalicoli e i ghebbi. La Laguna sta diventando così un vero braccio di mare, una baia marina, dai fondali profondi, piatti e non articolati.

Da tutti ciò si evince come un’opera d'ingegneria come il Mo.S.E. mirante ad attenuare gli effetti dello squilibrio ma non a rimuoverne le cause non solo non è in grado di risolvere i problemi della Laguna ma anzi ne aggrava il dissesto.

E’ infatti fuori di discussione e universalmente accettato (ora, dopo anni di battaglia, anche dalla stesso Consorzio Venezia Nuova) che il sollevamento dei fondali delle bocche di porto ridurrebbe drasticamente i picchi di marea. Tuttavia per impostare la piattaforma ove incernierare il Mo.S.E. si dovrebbero scavare le bocche di porto a una profondità ancor maggiore di quella attuale!

Interramenti antropici

Durante il secolo passato si è piegata la Laguna sfruttandola come un bene inesauribile, una bene a cui attingere senza preoccupazioni per il domani, e senza quella prudenza e rispetto che avevano caratterizzato l’azione degli antichi.

Non solo si sono alterati i tre collegamenti mare/Laguna (cioè le tre bocche di porto) dai quali dipende l’idrodinamica della Laguna ma sono state anche interrate grandi superfici lagunari per realizzare aree industriali, insediamenti urbani o agricoli e sacche di discarica. Alcuni privati inoltre hanno chiuso, con alte muraglie di cemento, valli da pesca di proprietà dello Stato. In totale sono state sottratte all’espansione della marea 15.500 ettari di Laguna (di cui 8.500 ettari arginati come valli da pesca) Le leggi speciali prevedono, al fine di ridurre la acque alte, di riaprire alla marea sia le valli da pesca sia le cosiddette ‘casse di colmata’ cioè quelle aree lagunari già bonificate ma mai utilizzate dall’industria.

Mancato apporto dei fiumi

E’ noto a tutti che la Laguna si è formata grazie all’azione di due forze contrastanti: quella dei fiumi, che apportano sedimenti, e quella del mare, che invece modella ed erode. Nei secoli passati la Repubblica ha dovuto contrastare ed imbrigliare la forza prevaricante dei fiumi che tendeva a colmare la Laguna e a ridurla in bassure paludose. Sin dal secolo XIV si avviò un grande progetto di deviazione e di espulsione dal bacino centrale della Laguna dei principali fiumi ivi sfocianti, cancellando definitivamente lo spettro dell’interramento. Oggi dobbiamo fronteggiare il pericolo opposto: a seguito delle modificazioni intervenute alle bocche di porto, e dunque dell’aumentato scambio mare/Laguna, la Laguna rischia di venire inghiottita dal mare.

L’espulsione dei fiumi dalla Laguna è una concausa dell’erosione: le barene ad esempio, non più ricaricate e ‘nutrite’ dai sedimenti fluviali rischiano la sparizione. Ciò è più evidente in Laguna sud, dove i processi erosivi sono più rilevanti per la presenza di profondi canali industriali. Com’è noto le barene sono dei veri e propri volani idraulici, delle formazioni morfologiche capaci cioè di smorzare l’altezza e la forza dell’onda di marea entrante.

La comunità scientifica propone perciò di reintrodurre in modo controllato e reversibile una parte delle piene del Brenta nel bacino lagunare: in un ambiente ormai totalmente dominato dal mare la reimmissione di sedimenti fluviali, assieme alla riduzione della profondità dei fondali portuali, potrebbe arrestare il degrado e ridare alla Laguna una speranza di futuro.

Per saperne di più:

-Andrea Zanzotto, L’idea di Laguna, «Italia nostra. Bollettino» 376 (luglio/agosto 2001), p.4-5

-Lidia Fersuoch, La salvezza di Venezia e della sua laguna. Recupero ambientale e morfologico o artificializzazione tecnicistica?, «Italia nostra. Bollettino» 343 (novembre 1997), p. 14-16

-Stefano Boato, Venezia: la rottura degli equilibri, «Verde Ambiente» 5 (2002), p. 54-64.

-Paolo Antonio Pirazzoli, Il livello marino nel mondo e a Venezia: variazioni recenti e prevedibili nel prossimo secolo e contromisure possibili in Laguna, «Mose: no. Riequilibrio, risanamento, riduzione delle maree: sì» Convegno sulla salvaguardia fisica ed ambientale di Venezia e della Laguna (16 febbraio 2001).

-Luigi D’Alpaos, Alcune riflessioni sulla necessità di una reintroduzione di sedimenti all’interno della laguna di Venezia¸ «Mose: no. Riequilibrio, risanamento, riduzione delle maree: sì» Convegno sulla salvaguardia fisica ed ambientale di Venezia e della Laguna (16 febbraio 2001).

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vedi anche:

Italia Nostra VE: Perché no

Italia Nostra VE: le alternative

Una sintetica illustrazione del Sistema MoSE

Dialogo tra E. Salzano e Piero Bevilacqua

La VIA sul MoSE, le conclusioni della Commissione

La VIA sul MoSE, il decreto del Ministero dell’ambiente

La VIA sul MoSE, articolo di E. Salzano

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