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Gabriele Paglino
L’Agro Romano a rischio scomparsa
30 Maggio 2012
Roma
Con la scusa classica dell'emergenza casa, oggi in inglese social housing tanto per confondere, solo nuovo spreco di suolo. Il Fatto quotidiano Roma, 29 maggio 2012

L’Agro Romano– la vasta area a vocazione agricola intorno allaCapitale– rischia di scomparire definitivamente. A preoccupare sono i risultati di un bando promulgato dal sindacoGianni Alemannoad inizio legislatura per la selezione “di nuovi Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata, finalizzati al reperimento di aree per l’attuazione del Piano Comunale di housing sociale e di altri interventi di interesse pubblico”. In poche parole: nuovi terreni da rendere edificabili. Delle 334 proposte pervenute – numerosi i proprietari di terreni agricoli che hanno partecipato – ben 160 sono ammissibili. Queste le valutazioni della Commissione istituita ad hoc nel 2008 (composta dal direttore dell’Ufficio per le Politiche Abitative e dai direttori dei Dipartimenti Urbanistica, Patrimonio, Mobilità, Ambiente e Riqualificazione delle periferie).

Sommando le 160 aree ritenute compatibili con i requisiti fissati dall’invito pubblico, sono complessivamente 2.381 gli ettari di campagna romana (già in parte fagocitata negli anni da grandi capannoni industriali, ville e palazzoni) che presto potrebbero essere cancellati da una nuova colata di cemento. Aree bellissime sottoposte a vincoli, adiacenti allaRiserva del Litorale, a quella Marcigliana, ai parchi dell’Appia Antica, diVeioe tanti altri.

Legambiente Lazio commenta sconcertata la cartografia dei nuovi insediamenti proposti,diffusa dal Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale: “Il progetto di Alemanno va fermato subito – lancia l’allarmeLorenzo Parlati, presidente dell’associazione ambientalista – la giunta non può approvare questo scempio, l’assemblea capitolina tanto meno”. Entro l’estate infatti la giunta potrebbe dare il via alla maxi variante del piano regolatore (i tecnici sono già a lavoro per la stesura della delibera). Perché l’emergenza abitativa va affrontata: “Servono 25.700 alloggi – spiegava qualche mese fa il sindaco – di cui 6mila in edilizia agevolata e 19.700 in housing sociale.

In questo modo potremmo offrire abitazioni con mutui e affitti a prezzi molto più bassi di quelli che si sono mai potuti vedere in questa citta”. Quelle fasce deboli, a cui si riferisce il sindaco, la possibilità di accendere un mutuo (ancorché piccolo) non ce l’hanno di certo. Ma sarebbe comunque uno spreco, se si considera che a Roma gli immobili non utilizzati, vuoti, sfitti, sono 245mila (ultimo dato disponibile, riferito al 2009). A tal proposito va segnalato l’invito del forum “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” al sindaco di Roma (così come ai sindaci degli altri 8100 Comuni d’Italia) a partecipare alla campagna per il nuovo censimento degli edifici sfitti o non utilizzati. Manco a dirlo, nessuna risposta.

Su 2.381 ettari, però, si possono costruire quasi 23 milioni di metri cubi di superficie edilizia. Corrispondenti non a 25.700 alloggi, ma ad oltre 66mila (il dato è fornito dalla stessa commissione). “Bisogna offrire ai privati terreni edificabili in cambio di nuove metropolitane – spiega l’assessore all’ Urbanistica,Marco Corsini– e poi ci sono delle compensazioni edificatorie ancora da riconoscere”. Cioè tutte quelle cubature che sono state sottratte dal Comune ai privati, in presenza di aree di pregio ambientale, e che vengono compensate dando la possibilità di costruire altrove. Non a parità di metri cubi bensì di valore immobiliare. “E comunque quelle 160 aree sono state selezionate – sottolinea Corsini – non scelte. Ciò vuol dire che alla fine saranno di meno”.

Esprime però le sue “perplessità” anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica: “Già nel 2008 avevamo criticato i criteri del bando, in particolare il fatto che si rendessero disponibili aree agricole, che fosse stabilita una distanza troppo grande dalle fermate del trasporto pubblico. E sul perché non venivano utilizzate le aree edificabili messe a disposizione dal Piano regolatore, né venivano attuati i ben 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica già approvati”. E Legambiente rincara la dose: “Utilizzare la scusa dell’ housing è ridicolo e patetico. La verità è che Alemanno,dopo l’acqua, vorrebbe cedere ai privati anche l’Agro Romano”. Insomma una strumentalizzazione per dar vita a nuove anonime periferie senza servizi. L’ennesimo regalo – dopo quelli diRutellie Veltroni– a chi muove voti. D’altronde, come dice il presidente di Legambiente Lazio, “la campagna elettorale è già aperta”.

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