Salvare beni culturali e paesaggio
“Ricostruire” Ministero e rete di tutela
Signor Ministro,
il compito che l’aspetta è dei più complessi e insidiosi: così come in altri settori della vita pubblica si tratta di una vera e propria opera di rifondazione politica, o meglio di fondazione, in quanto da anni il Ministero che lei è chiamato a guidare è totalmente privo di una visione culturale organica e degna di questo nome.
Come abbiamo sottolineato nel precedente appello al Presidente della Repubblica, la prima urgenza risiede a nostro avviso in un chiaro segnale di discontinuità rispetto all’immediato passato, caratterizzato da una gestione appiattita sull’emergenza, la casualità, il culto dell’evento, la subordinazione ossessiva della competenza ai desiderata di parte politica.
In attesa di rappresentarle personalmente le nostre considerazioni ci permettiamo di sottolinearle pochi – fra i tanti – temi che a nostro avviso richiedono un intervento immediato.
Occorre procedere, rapidamente, alla pianificazione paesaggistica, così come previsto dal Codice, operazione abbandonata da anni, con colpevole elusione di Ministero e Regioni, ma unico strumento in grado di garantire un governo del territorio adeguato alle finalità che l’articolo 9 della nostra Costituzione ci addita.
Occorre rilanciare l’attività delle Soprintendenze riformandone l’apparato amministrativo e potenziandone le risorse a partire da una radicale redistribuzione fra un corpo centrale ipertrofico e gli uffici periferici, unico presidio territoriale in grado di garantire un monitoraggio costante e una rete di tutela di un paese tanto complesso e stratificato quanto reso fragile dall’abbandono della montagna e da un consumo di suolo dissennato, il più alto d’Europa.
Occorre dare subito alcuni segnali forti dicendo, ad esempio, basta ai commissariamenti che hanno prodotto - da Pompei a L’Aquila - danni e sprechi diffusi, ripristinando quei criteri di competenza e di merito ampiamente ignorati e mortificati anche in ruoli-chiave.
Conosciamo i gravissimi problemi finanziari che gravano sul nostro paese: siamo consapevoli che le risorse, davvero risibili dopo un triennio di tagli draconiani (dallo 0,39 % del bilancio dello Stato del 2000 allo 0,19 di questo esercizio), non sono destinate ad aumentare significativamente nel prossimo futuro. Si tratta allora di pensare, assieme, anche a modalità innovative – ma trasparenti e regolate – di acquisizione di risorse (dagli enti locali ai privati), purché sia sempre garantita la qualità scientifica degli interventi conservativi e di valorizzazione e insieme la tutela dei diritti di chi, esterno alle istituzioni, opera per il patrimonio pubblico.
E si tratta, soprattutto, di fare un’operazione di verità laddove fino a questo momento il nostro immenso patrimonio culturale e paesaggistico è stato vittima dell’ipocrisia reiterata che lo dipingeva come fondamentale “volano” di sviluppo solo a parole, e dell’ignoranza culturale che ha preteso di trasformarlo in una merce pronta per l’uso e l’abuso turistico o, in caso contrario, fastidioso ostacolo allo “sviluppo” drogato del mattone e del cemento. Coi migliori auguri di buon lavoro
Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice e presidente onorario del FAI
Desideria Pasolini dall’Onda, fondatrice di Italia Nostra e presidente onorario del Comitato per la Bellezza
Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del Wwf-Italia
Associazione “R.Bianchi Bandinelli”, Marisa Dalai, presidente
Comitato per la Bellezza, Vittorio Emiliani, presidente, Vezio De Lucia, Luigi Manconi
Eddyburg, Edoardo Salzano
Italia Nostra, Maria Pia Guermandi ed Elio Garzillo, consiglieri nazionali
Rete Comitati Toscani, Alberto Asor Rosa, presidente