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"Hi Fabrizio, Mr Taylor"
27 Ottobre 2006
Archivio 2004
A proposito di Vicolungo

10.2004 - Uno scambio di messaggi, a proposito di un articolo su Eddyburg. L'editing e la traduzione in italiano sono di F. Bottini.


Dear Mr. Taylor,

In case my friend Edoardo Salzano hadn't sent the e-mail address you asked, here it is. I look forward to hearing from you (about my bricoleur "critics" on Vicolungo, I suppose)

Yours faithfully

Fabrizio Bottini

Gentile Mr. Taylor

Nel caso l’amico Edoardo Salzano non avesse spedito il mio recapito e-mail, eccolo qui. Spero di sentirla (presumo a proposito della mia improvvisata “critica” sul progetto per Vicolungo).Cordiali saluti

Fabrizio Bottini

Hi Fabrizio,

Yes, I was writing about your article on the outlets at Vicolungo. I could only use the internet-based translation, which was virtually incomprehensible. Would you be interested in giving me an English synopsis? I am very much interested in your critique. I am not so interested in the political grumblings about how the project was approved by agencies, but any architectural and "urban" design comments would be welcome.

Best regards,

W Taylor

Ciao, Fabrizio

Sì, mi riferivo al tuo articolo sull’outlet di Vicolungo. Ho a disposizione un testo tradotto da internet, che è quasi totalmente incomprensibile. Potresti farmene avere una sintesi in inglese? Sono molto interessato ai tuoi commenti.Non mi importano tanto le chiacchiere politiche sull’approvazione del progetto da parte delle autorità, ma qualunque commento sull’architettura e la forma “urbana” sarà il benvenuto.

Cordiali saluti,

W. Taylor

My critique was exactly about what you call "political grumbligs" (the text is a short "Part II" of a longer article on regional planning issues). So I tried to sketch something more form-oriented. As you will see I'm not an expert, but just a middle aged guy with an old (and never used) degree in architecture.

The file with my "form-oriented" English homework is in attachment. (*)

Any answer will be welcomed

Fabrizio Bottini

Le mie critiche riguardavano proprio quello che tu chiami “chiacchiere politiche” (il testo è una breve seconda parte di un articolo più lungo su temi di pianificazione vasta). Comunque ho tentato di abbozzare qualcosa più orientato alle forme fisiche. Come capirai, non sono un esperto, ma solo un tizio di mezza età con una (mai usata) vecchia laurea in architettura.

Troverai in allegato il file col mio compito a casa di Inglese. (*)

Qualunque risposta sarà la benvenuta

Fabrizio Bottini

Thanks very much for sending your translation. We enjoyed reading it here in the office. And we agree with most of it. As you must know it is difficult to design in another culture. Hopefully over time the pedestrian connection can be made to the village of Vicolungo, and the project will make more urbanistic sense. Architecturally, I hope that the small towers can soon be filled with mannequins and displays, since that is one of the better features, I think.

Best regards,

W Taylor
Molte grazie per averci mandato la traduzione. L’abbiamo letta insieme qui in studio. E siano d’accordo quasi su tutto. Come saprai, è difficile progettare in un contesto culturale diverso. Speriamo che nel tempo il collegamento pedonale col villaggio di Vicolungo possa essere realizzato, così che il progetto possa avere più senso urbanistico.Dal punto di vista architettonico, mi auguro che le piccole torri possano al più presto arricchirsi di sagome insegne, dato che credo quella sia una delle migliori caratteristiche.

Cordiali saluti,

W Taylor

(*)


Vicolungo: not just shopping!

The “long march” of the factory outlet villages, from the foothills of Serravalle Scrivia (2000) has finally reached four years later the outskirts of the Milan metropolitan area, changing many skins but not its core. “Parco commerciale”, in Vicolungo, is located at a 20-minute drive from the intersection Tangenziale Ovest/Milano-Torino, right in the middle of the huge “building site” strip, where various huge works overlap, stretching West-East from one city to another.

The area is a former rice field country, just west of Novara, on the left bank of the river Sesia. With quite small villages, the big squares of the rice fields, and the big “cut” of the six-lanes motorway. On the north side of the lanes, a stone’s throw from the old village, Parco Commerciale Vicolungo is a “development of community, retail, dining and retailing destinations” (I take it from the designer’s site). A good mixed-use development, one would think, and the radio advertisings sing: “Vicolungo: not just shopping!”. I drove there to see myself.

Coming from the motorway exit, one feels like having been literally “shot”, through the four-lane street (compared with local roads with a maximum of meagre two) to the parking lot: a black ring surrounding all the place poorly landscaped. Parco Commerciale (it’s still unfinished, with empty spaces and building workers coming and going) is quite a good quality space, when you stroll down the “continuous and consistently designed pedestrian walkway”.

I’m not an architecture critic: just a guy walking around, and not shopping at all. So I really can’t say a word about the “architecture of the narrative” I’ve read of. But, and everybody can take a look by himself, this pedestrian walkway winding through changing perspectives seems much better than any other “fashion village” popping up in the Po river area: modern retail format, and modern, good architectural design. Nothing to share with the fake “traditional” seen in Serravalle Scrivia and Bagnolo San Vito (respectively: McArthur Glen and Fashion District), or the fake country style in Rodengo Saiano near Brescia. But this modern “narrative” doesn’t seem to take me anywhere, and more important I can’t see anything going “through the project to the existing main street of Vicolungo”. Just those four lanes going from the motorway exit to the parking lot. Yet that link sounds good: something like the traditional pedestrian/bicycle path connecting almost every local centro storico with its surrounding centers of interest (the country church, the cemetery and so on). But I can’t see neither this path, nor the space to build it. Just the usual ring of parking lots.

Strolling back from the western edge to the first tower (the first seen from the motorway exit) one can appreciate the changing perspectives, or the visual role of the towers themselves. But take just a few steps down the minor pathways cutting at intervals the main promenade, and “you are leaving the social area”. In other words, the rule is the same as in every other retail structure: you are “in” (shopping), or you are out (wandering in the no man’s land of the parking lot).

On a saturday morning I have seen people from the existing center of Vicolungo take out their car from the garage to drive the 45 seconds distance to Parco Commerciale, probably impressed by all this automobile-oriented structure. May be the something going “through the project to the existing main street” would help. But there isn’t one.

Is there any hope for the future?

Vicolungo: non solo shopping!

La “lunga marcia” dei villaggi factory outlet , partita ai piedi delle colline di Serravalle Scrivia (nel 2000) ha finalmente raggiunto, quattro anni dopo, i margini dell’area metropolitana milanese, cambiando nel frattempo parecchie bucce, ma non il succo. Il “Parco commerciale” di Vicolungo, sta a 20 minuti d’auto dallo svincolo della Tangenziale Ovest con la Milano-Torino, giusto in mezzo all’enorme striscia del “cantiere” dove si sovrappongono vari altrettanto enormi lavori di trasformazione, e che si estende da una città all’altra.

La zona è un’ex campagna di risaie, poco a ovest di Novara, sulla riva sinistra della Sesia. Fatta di piccoli villaggi, con i grandi quadrati delle coltivazioni di riso, e il largo “taglio” delle sei corsie autostradali. Sul lato nord di queste corsie, a un tiro di sasso dal vecchio villaggio, il Parco Commerciale Vicolungo è [come si legge sul sito del progettista] “un complesso di funzioni urbane, commercio, ristorazione e servizi”. Un intervento a usi misti di di buona qualità, verrebbe da pensare, mentre le radio cantano: “Vicolungo: non solo shopping!”. Ho preso la macchina e ci sono andato, a vedere coi miei occhi.

Arrivando dallo svincolo dell’autostrada, si ha la sensazione di essere letteralmente “sparati” attraverso il percorso a quattro corsie (soprattutto con strade locali che ne hanno al massimo due, e scarse) dritti al piazzale del parcheggio: un anello nero che circonda tutto quanto, con pochissimo arredo a verde. Il Parco Commerciale (ancora non completato, con spazi vuoti e muratori che vanno e vengono) è uno spazio di buona qualità, se si passeggia dentro il “percorso pedonale continuo e definito”.

Non sono un critico di architettura: solo un tizio di mezza età che girella attorno, senza comprare niente. Quindi non posso dire niente a proposito della “architettura della narrativa” di cui ho letto. Ma, come può vedere da solo chiunque, questo percorso pedonale che serpeggia tra prospettive sempre diverse sembra migliore rispetto ai vari “villaggi della moda” che sbucano dappertutto nella valle del Po: qui c’è un nuovo formato commerciale, e c’è nuova architettura. Niente da spartire col falso “tradizionale” visto a Serravalle Scrivia e a Bagnolo San Vito (rispettivamente della McArthur Glen e della Fashion District), o col finto stile campagnolo di Rodengo Saiano, vicino a Brescia. Ma questa “narrativa” moderna non pare che ci porti da nessuna parte. E, cosa più importante, non si vede niente, da nessuna parte, che “attraversa tutto il complesso fino a raggiungere la strada principale di Vicolungo”. Solo quelle quattro corsie, dallo svincolo dell’autostrada al piazzale del parcheggio. Eppure suonava piuttosto bene: qualcosa di simile ai percorsi tradizionali, pedonali o ciclabili che si trovano in quasi tutti i centri storici, e che connettono a centri di interesse esterni come il cimitero, o la cappella nei campi, o simili. Ma non riesco a vedere né questo percorso, né lo spazio per realizzarlo. Solo, il solito anello dei parcheggi.

Se si passeggia nella direzione opposta, dal margine ovest verso la prima torre (quella che si vede venendo dallo svincolo), si possono apprezzare le visuali sempre diverse, o lo stesso ruolo prospettico delle torri. Ma basta fare quattro passi lungo i rami laterali, che tagliano a intervalli il passeggio centrale, e sembra di sentire un avviso tipo: “state lasciando il settore sociale“.In altre parole, vale ancora la regola di qualunque struttura commerciale: puoi stare “dentro” (a fare shopping), altrimenti sei “fuori” (nella terra di nessuno del parcheggio).

Era un sabato mattina, e ho visto gente di Vicolungo tirar fuori la macchina dal garage per farsi il percorso di 45 secondi dal centro al Parco Commerciale, probabilmente messi in soggezione da tutta questa struttura pensata solo per l’automobile. In questo senso, probabilmente aiuterebbe, quel qualcosa che “attraversa tutto il complesso fino a raggiungere la strada principale di Vicolungo”. Ma non c’é.

Possiamo sperare, per il futuro?

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