Agro romano, sulle tutele è scontro Montino-Giro
Il Tempo, 2 dicembre 2009
Vincolo sì, vincolo no. Anche ieri è stata una giornata di annunci e smentite in tema di tutele al Piano territoriale paesistico regionale e di conseguenza al Prg capitolino. Dallo scontro tutto interno al Pdl tra Alemanno (An) e la premiata ditta Bondi-Giro (Fi) si è tornati a quello "bipolare" destra-sinistra. Da una parte il vice presidente del Lazio Esterino Montino, dall'altra il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro che proprio giorni fa, alla domanda de Il Tempo se fossero vere le indiscrezioni sulla possibilità dell'apposizione di nuovi vincoli su aree agricole nel quadrante Nordovest del Comune, aveva risposto con un «nì» che non lasciava ben sperare. Ieri Montino è tornato a fare la voce grossa confermando, ma sempre «per sentito dire», la volontà del Mibac di apporre quei vincoli su un territorio compreso tra Cassia e Aurelia, fino ai confini con il Comune di Bracciano.
Notizia smentita da Giro, questa volta, con un secco «no». Il sottosegretario, che ora non sembra gradire l'idea di passare da "uomo nero", ha aggiunto, seccato, «quelli di Montino sono solo proclami elettorali» in vista, aggiungiamo noi, delle regionali di primavera. Ieri, però, Montino, riferendosi al vincolo che riguarda l'area compresa tra Laurentina e Ardeatina, procedimento in avanzata fase di discussione in sede ministeriale - anche se al Mibac c'è stata una sola riunione durante la quale, come ricorda l'assessore all'Urbanistica capitolino Marco Corsini, «si è parlato di stadi» - Montino, dicevamo, ha ribadito l'intenzione della Regione «di presentare ricorso». Ma ricorso a che - domanda - se l'apposizione di quel vincolo da 1 milione e 540mila metri cubi non è ancora stato ufficializzato dal Mibac?
Proprio pochi giorni fa, infatti, Regione, Comune e privati hanno depositato al Ministero le osservazioni alla proposta di vincolo. Ora il Mibac dovrà controdedurre e decidere se dare il «la» o meno al decreto. La nuova alzata di voce di Montino, a soli due giorni dalla consegna delle osservazioni, suona quindi stonata. Con il prossimo cambio della guardia in Regione, inoltre, l'ipotesi ricorso - che non potrà che essere fatto alla Corte costituzionale - è destinata a perdere significato. Se vincoli saranno, saranno di certo un problema del prossimo governatore del Lazio. Per questo anche il Comune - nella persona dell'assessore Corsini - aspetta e spera criticando le posizioni del Mibac non tanto sul metodo, «il ministero è disponibile al confronto», quanto sul merito: «la concertazione non è ancora iniziata». Del resto, in caso di vincoli, il danneggiato Campidoglio avrebbe le mani legate. Al massimo potrebbe rivolgersi al Tar. È normale quindi che lo scontro - o meglio la farsa - si sposti ora tra Regione e ministero dei Beni culturali. Così, mentre loro si scannano, i costruttori accendono ceri a San Vincenzo Ferrer, protettore degli edili. E visto che da qui alle elezioni ci passano 4 mesi, viene loro anche il dubbio che le norme di salvaguardia nel frattempo decadano e con esse la possibilità di apporre vincoli. Un sospiro di sollievo per la città, certo, ma anche una beffa: un anno perso dietro alla solita politica.
Vincoli sull’Agro, scontro sull’Urbanistica
Chiara Righetti – la Repubblica, ed. Roma
Sull’urbanistica lo scontro è aperto. Il primo attacco, preventivo, lo ha sferrato ieri il governatore reggente Esterino Montino. Annunciando l’intenzione di presentare ricorso contro un vincolo paesaggistico che il ministero dei Beni culturali non ha ancora introdotto: quello fra Laurentina e Ardeatina che bloccherebbe un milione 540 mila metri cubi di nuove costruzioni. Non solo: «Ho sentore - ha aggiunto - che sia in arrivo un secondo decreto, in un’area che va dalla Cassia all’Aurelia» (dove tra l’altro dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, ndr). Per Montino sarebbe «un atto unilaterale, da evitare» avendo «un piano regolatore approvato nel 2008, non nel 1960, che ha avuto un percorso lungo e complesso».
Dichiarazioni che il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro bolla come «proclami elettorali». Peggio: «Parole in libertà per nascondere il fallimento di una Regione che non è riuscita ad approvare il Ptpr». Cioè il Piano paesaggistico territoriale regionale, adottato ma mai approvato; e ostacolato, all’inizio del suo percorso, anche per il mancato accordo dell’allora ministro Rutelli. Poi l’affondo: «È evidente che Montino si sente già in campagna elettorale, e si pone come paladino degli interessi garantiti dal Prg di Veltroni. È un vecchio gioco, ma gli imprenditori non ci cadranno ancora».
Sul vincolo tra Ardeatina e Laurentina è scaduto il 26 novembre il termine per le osservazioni di enti locali e associazioni. Ora il ministero dei Beni culturali ha due mesi per decidere e in sostanza tre opzioni. Può adottarlo integralmente, rinunciarvi del tutto o ammorbidirlo: sarebbe questo l’orientamento prevalente, e a guidare la scelta potrebbe essere la qualità architettonica dei progetti. Il più impegnativo nell’area in discussione è quello da 900mila metri cubi a Paglian Casale, tra Roma e Pomezia. Quanto all’ipotesi di un nuovo vincolo a nord, Giro la smentisce con decisione: «All’orizzonte non ci sono nuovi vincoli nella zona nord e nordest di Roma».
Dura la replica a Montino delle associazioni ambientaliste, con Lorenzo Parlati, di Legambiente Lazio, che afferma: «Basta cemento sull’Agro» e bolla come «assurdo» il ricorso annunciato. Sulla stessa linea l’assessore Sl Luigi Nieri: «L’Agro è un bene della città che va salvaguardato». Sull’urbanistica comunque lo scontro è aperto, con paradossi e inedite alleanze: contro il vincolo si è schierata da tempo anche la giunta Alemanno.