l’Unità
E ora Bertolaso farà anche l’archeologo?
di Vittorio Emiliani
Campidoglio e Collegio Romano hanno confezionato ieri un altro “pasticciaccio brutto”, un colpo di mano dei più clamorosi, stavolta in tema di archeologia romana. Il ministro Bondi e il sindaco Alemanno hanno concordato di proporre al governo la nomina di un commissario straordinario e di un vice-commissario, pure straordinario ma “attuatore” (entrambi con poteri che vanno quindi al di là delle leggi vigenti), per “l’intera area archeologica di Roma e di Ostia antica” nelle persone del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, e dell’assessore capitolino alla pianificazione Marco Corsini. E la Regione Lazio (assessore alla Cultura, Rodano)? Dimenticata. E la direzione generale regionale dei BCA (Marchetti)? Svuotata, assieme alle Soprintendenze statali ai Beni archeologici di Roma (Bottini) e di Ostia Antica (Moretti) e a quella Capitolina (Broccoli). Spunta invece un superconsulente nella persona dell’archeologo Andrea Carandini che ambisce ad un Museo dell’antichità romana (ma non c’è già Roma?). Ed è sempre in agguato l’ombra di Cutrufo coi centurioni, le bighe e il parco tematico sulla romanità.
Quali i motivi di questo clamoroso commissariamento? Forse un dissesto idrogeologico stile Calabria? Neanche per sogno. Fra l’altro il comunicato ufficiale parla di poteri straordinari “anche” di protezione civile. “Anche”, attenzione. Ci sono stati alcuni cedimenti sul Palatino, ma basterebbe finanziare seriamente la Soprintendenza. Siamo ad una emergenza tale da scomodare Bertolaso? Non scherziamo. Si sa che le piogge eccezionali hanno prodotto infiltrazioni d’acqua nella Domus Aurea, ma è arcinoto che, fino a quando non si taglieranno i pini del parco soprastante che con le loro radici portano in basso acqua e umidità, il problema non verrà risolto. Nominiamo per questo Bertolaso? Ma per favore. Se esistono problemi di sicurezza per i Fori e per i loro monumenti durante la notte, ci mandiamo di pattuglia il capo della polizia Manganelli? Con questa logica diventa possibile. Ci sono problemi di custodi? Problemi non mancano mai, però, forse, ad affrontarli basta il sottosegretario Giro, mentre il ministro Bondi scrive poesie e recensioni.
Non stiamo a prenderci in giro (nella lingua del Belli sarei più drastico), siamo vecchi del mestiere: si crea il solito tavolone di lavoro, tecnico e affollatissimo, lo si riunisce una volta, e intanto supercommissario e vice fanno quello che vogliono coi loro poteri straordinari. Non a caso ci hanno messo due figure di nomina strettamente politica - un sottosegretario e un assessore comunale – il secondo chiaramente incompatibile, tagliando fuori, di fatto, i tecnici delle Soprintendenze e i loro uffici ai quali per ora spetta, in toto, la tutela. Non solo: il patto di ieri passa fra governo centrale e Comune di Roma lasciando seccamente fuori la Regione Lazio infischiandosene del Codice per i beni culturali e paesaggistici e del Titolo V della Costituzione. Regolarmente approvati e vigenti entrambi, mentre il disegno di legge sul federalismo fiscale che contiene le norme (pasticciate) per il futuro Ente Roma Capitale è, per ora, passato, a fatica, in prima lettura al Senato, e ne ha un bel po’ di strada da fare. Ma il sindaco Alemanno vuole mano libera e con lui il vice-sindaco Cutrufo. Per “valorizzare Roma”, per “rendere riconoscibili i luoghi” (i turisti, si sa, dentro i Fori si perdono, a migliaia, e lì vagano smarriti per mesi). Magari con una spettacolare illuminazione per il prossimo Natale di Roma. Nel contempo vogliono organizzare all’EUR un fragoroso circuito di Formula 1 così i residenti imparano a convivere con l’urlo dei bolidi e l’immagine futuristica di Roma trionfa nel mondo, in competizione con Shangai e Montecarlo, regni dei grattacieli e del cemento. Ma dove siamo precipitati in pochi mesi? In quale abisso sottoculturale? Intellettuali romani e italiani, battete un colpo se ci siete. Opposizione, svegliati.
Campidoglio e Collegio Romano hanno confezionato ieri un altro “pasticciaccio brutto”, un colpo di mano dei più clamorosi, stavolta in tema di archeologia romana. Il ministro Bondi e il sindaco Alemanno hanno concordato di proporre al governo la nomina di un commissario straordinario e di un vice-commissario, pure straordinario ma “attuatore” (entrambi con poteri che vanno quindi al di là delle leggi vigenti), per “l’intera area archeologica di Roma e di Ostia antica” nelle persone del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, e dell’assessore capitolino alla pianificazione Marco Corsini. E la Regione Lazio (assessore alla Cultura, Rodano)? Dimenticata. E la direzione generale regionale dei BCA (Marchetti)? Svuotata, assieme alle Soprintendenze statali ai Beni archeologici di Roma (Bottini) e di Ostia Antica (Moretti) e a quella Capitolina (Broccoli). Spunta invece un superconsulente nella persona dell’archeologo Andrea Carandini che ambisce ad un Museo dell’antichità romana (ma non c’è già Roma?). Ed è sempre in agguato l’ombra di Cutrufo coi centurioni, le bighe e il parco tematico sulla romanità.
Quali i motivi di questo clamoroso commissariamento? Forse un dissesto idrogeologico stile Calabria? Neanche per sogno. Fra l’altro il comunicato ufficiale parla di poteri straordinari “anche” di protezione civile. “Anche”, attenzione. Ci sono stati alcuni cedimenti sul Palatino, ma basterebbe finanziare seriamente la Soprintendenza. Siamo ad una emergenza tale da scomodare Bertolaso? Non scherziamo. Si sa che le piogge eccezionali hanno prodotto infiltrazioni d’acqua nella Domus Aurea, ma è arcinoto che, fino a quando non si taglieranno i pini del parco soprastante che con le loro radici portano in basso acqua e umidità, il problema non verrà risolto. Nominiamo per questo Bertolaso? Ma per favore. Se esistono problemi di sicurezza per i Fori e per i loro monumenti durante la notte, ci mandiamo di pattuglia il capo della polizia Manganelli? Con questa logica diventa possibile. Ci sono problemi di custodi? Problemi non mancano mai, però, forse, ad affrontarli basta il sottosegretario Giro, mentre il ministro Bondi scrive poesie e recensioni.
Non stiamo a prenderci in giro (nella lingua del Belli sarei più drastico), siamo vecchi del mestiere: si crea il solito tavolone di lavoro, tecnico e affollatissimo, lo si riunisce una volta, e intanto supercommissario e vice fanno quello che vogliono coi loro poteri straordinari. Non a caso ci hanno messo due figure di nomina strettamente politica - un sottosegretario e un assessore comunale – il secondo chiaramente incompatibile, tagliando fuori, di fatto, i tecnici delle Soprintendenze e i loro uffici ai quali per ora spetta, in toto, la tutela. Non solo: il patto di ieri passa fra governo centrale e Comune di Roma lasciando seccamente fuori la Regione Lazio infischiandosene del Codice per i beni culturali e paesaggistici e del Titolo V della Costituzione. Regolarmente approvati e vigenti entrambi, mentre il disegno di legge sul federalismo fiscale che contiene le norme (pasticciate) per il futuro Ente Roma Capitale è, per ora, passato, a fatica, in prima lettura al Senato, e ne ha un bel po’ di strada da fare. Ma il sindaco Alemanno vuole mano libera e con lui il vice-sindaco Cutrufo. Per “valorizzare Roma”, per “rendere riconoscibili i luoghi” (i turisti, si sa, dentro i Fori si perdono, a migliaia, e lì vagano smarriti per mesi). Magari con una spettacolare illuminazione per il prossimo Natale di Roma. Nel contempo vogliono organizzare all’EUR un fragoroso circuito di Formula 1 così i residenti imparano a convivere con l’urlo dei bolidi e l’immagine futuristica di Roma trionfa nel mondo, in competizione con Shangai e Montecarlo, regni dei grattacieli e del cemento. Ma dove siamo precipitati in pochi mesi? In quale abisso sottoculturale? Intellettuali romani e italiani, battete un colpo se ci siete. Opposizione, svegliati.
la Repubblica
Archeologia a Roma. Il ministro Bondi manda i commissari
di Francesco Erbani
Dopo Pompei anche Roma avrà il suo commissario. Il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi, d´accordo con il sindaco Gianni Alemanno, proporrà al governo di nominare Guido Bertolaso, capo della protezione civile, e l´assessore all´urbanistica del Comune di Roma, Marco Corsini, commissario e vicecommissario per l´area archeologica non solo di Roma, ma anche di Ostia. Bertolaso e Corsini, si legge in una nota, avranno «poteri straordinari, anche di protezione civile».
Quali siano nel dettaglio i poteri ancora non si capisce. Ma qualcuno legge questa vicenda insieme alle norme per Roma capitale contenute nel provvedimento sul federalismo fiscale, che potrebbero trasferire alla capitale competenze sul patrimonio storico-artistico che ora sono dello Stato. Il sindaco di Roma spinge strenuamente in questa direzione. La nomina di Corsini come vice di Bertolaso pone anche un problema di compatibilità visto che molti provvedimenti dell´assessorato all´urbanistica sono sottoposti al controllo della Soprintendenza archeologica di Roma.
Per il sottosegretario Francesco Giro si tratta di «una svolta epocale», perché consentirà di abbattere «il muro fra Governo centrale e Comune di Roma che spaccava in due anche materialmente l´area archeologica centrale». Ma anche questa esigenza, da molti condivisa, non spiega il perché sia stato investito il capo della protezione civile, quasi che l´area archeologica romana fosse abbandonata a una gravissima incuria che sfiora lo stato di calamità. A meno che l´obiettivo vero non sia di poter operare rapidamente e in deroga a tutte le leggi, cosa che è consentita alla protezione civile. Al nuovo commissario, aggiunge Giro, sarà affiancato un comitato scientifico guidato dall´archeologo Andrea Carandini.
La Repubblica, ed. Roma
Fori, Bertolaso supercommissario.
Braccio di ferro Comune-Governo
di Carlo Alberto Bucci
Un medico e un avvocato per curare l’intero patrimonio archeologico di Roma: il parco dei Fori, ovviamente, ma anche l’area di Ostia antica e quella dell’Appia. Sarà il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, affiancato dall’assessore all´Urbanistica Marco Corsini, a occuparsi della valorizzazione di tutti i monumenti e i resti di epoca romana rinvenuti nella capitale e dintorni. Mettendo così fine a quello spezzatino di competenze, comunale e statale, spesso sovrapposte e in conflitto fra loro. «Il primo segno di questa nuova era», spiega il responsabile della Cultura Umberto Croppi, «sarà visibile il 21 aprile, Natale di Roma, quando verrà abbattuto il muro che ancora divide la parte di Foro di pertinenza comunale da quella statale».
La decisione è arrivata ieri, al termine della prima riunione del tavolo tecnico Città-Stato presieduto dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro. È stato il ministero a rendere noto, in un comunicato, l’intenzione del ministro Bondi di proporre al premier, d’intesa con il sindaco Alemanno, «una specifica ordinanza che preveda poteri straordinari, anche di protezione civile, per risolvere le problematiche dell’intera area archeologica di Roma e di Ostia Antica» attraverso la nomina di Bertolaso «quale commissario straordinario» e di Corsini «quale soggetto attuatore». Un ticket che in realtà nasconderebbe l’ennesimo conflitto tra il governo centrale e quello locale: con Alemanno che, contrario all’ipotesi Bertolaso con cui nei giorni dell’emergenza maltempo ebbe più di uno scontro, avrebbe voluto al vertice un suo uomo, l’assessore Corsini; e il sottosegretario Giro che sin dal sopralluogo compiuto ai Fori il 30 dicembre aveva caldeggiato «una legge speciale per l’area archeologica centrale» e «il coinvolgimento di Bertolaso». Esattamente quel che è avvenuto ieri, grazie anche alla mediazione di Gianni Letta.
Si tratta dunque di uno schiaffo al sindaco Alemanno? «Volevo l’eccellenza e ho avuto l’eccellenza» glissa con eleganza Giro: «Uniamo al carisma di Bertolaso la grande competenza di Corsini che, quand’era assessore a Venezia, ha fatto risorgere la Fenice ed è un avvocato dello Stato esperto in appalti pubblici. Sarà un subcommissario con altrettanti poteri. Capace anche di governare la contabilità speciale dell’ufficio, dove confluiranno i fondi della soprintendenza archeologica, della Arcus spa e delle Fondazioni bancarie». È trionfante il sottosegretario ai Beni culturali: «Da oggi lavoreremo insieme, in modo condiviso e unitario, per rilanciare la zona archeologica più celebre del pianeta». Protesta però l’assessore regionale alla Cultura del Lazio: «La Regione, che deve esprimere un parere vincolante, non è stata consultata». E mugugni per lo scippo subìto giungono pure dalla soprintendenza, che tuttavia «resterà nella pienezza dei suoi poteri» rassicura Corsini: «La tutela continuerà a essere esercitata da Bottini». Detto questo, «si tratta di un’impresa storica», conclude l’assessore: «Perciò il governo ha previsto una dotazione all’altezza della missione: mettere fine a decenni di degrado e abbandono di un tesoro che non appartiene solo a Roma ma al mondo intero».
Italia Nostra
Comunicato sul Commissariamento
della Soprintendenza Archeologica
Il comunicato del MiBAC in data 30 gennaio con cui si rende pubblica la decisione del Ministro Bondi, in accordo con il Sindaco Alemanno, di proporre la nomina di Guido Bertolaso, capo della protezione civile, e dell’assessore all’urbanistica del Comune di Roma, Marco Corsini, quali commissario straordinario e vicecommissario (“soggetto attuatore”) per le aree archeologiche di Roma e di Ostia Antica, suscita in Italia Nostra più di un motivo di preoccupazione se non di sconcerto.
In attesa di conoscere nel dettaglio i poteri attribuiti ai commissari, si rileva come prosegua, da parte del Ministero, la pratica dei commissariamenti dei propri organi di tutela sul territorio, le Soprintendenze, così come già accaduto per Pompei, con risultati di modestissimo impatto rispetto alle dichiarate finalità, così come rilevato concordemente dagli organi di stampa e dagli studiosi nazionali e internazionali.
Poiché, ancor più che per il sito campano, le ragioni di “protezione civile” addotte per il provvedimento per le aree archeologiche di Roma e Ostia appaiono del tutto inconsistenti, trova spazio il sospetto che l’obiettivo principale di una simile decisione sia da annettere alla facoltà, spesso connessa al ruolo dei commissari, di deroga rispetto alle normative correnti, a partire da quella sui Lavori Pubblici e quindi, in buona sostanza, la facoltà di agire da stazione appaltante con corsie “privilegiate” rispetto alle regole vigenti.
Italia Nostra, oltre a respingere queste modalità tese a creare situazioni di emergenza fittizie allo scopo di operare in assenza di vincoli e controlli, sottolinea la gravità della decisione ministeriale che di fatto viene ad esautorare i propri organi territoriali, le Soprintendenze, ponendole “sotto tutela” di figure peraltro completamente prive di ogni seppur minima competenza nell’ambito del patrimonio archeologico, della sua tutela e della sua gestione, a tal punto che lo stesso Ministero ha ritenuto necessario, contestualmente, affiancar loro un Comitato scientifico, ancora una volta esterno alla Soprintendenza che, quindi, viene di fatto completamente delegittimata anche sotto il profilo culturale.
A queste considerazioni si aggiunge il fatto che il “soggetto attuatore” o vicecommissario Marco Corsini è contestualmente Assessore del Comune di Roma, e dunque il provvedimento, accogliendo la rivendicazione del sindaco Alemanno, in pratica trasferisce alla amministrazione della capitale i compiti di tutela archeologica, perciò municipalizzata. Per altro Corsini è assessore all’Urbanistica, in questo ruolo chiamato quotidianamente ad assumere provvedimenti sui quali la Soprintendenza archeologica ha l’obbligo di esercitare controlli ed esprimere pareri: sovrapposizione questa, che rende assolutamente incompatibile, sotto il profilo di opportunità istituzionale, l’esercizio contestuale della doppia funzione.
La stessa estensione del provvedimento, oltre che all’area capitolina, a quella di Ostia Antica, rende più che opportuno necessario, anche da un punto di vista territoriale, il coinvolgimento di organi istituzionali di area vasta quali Regione e Provincia; a meno che l’ampliamento al sito costiero non stia a prefigurare, quasi una prova generale, il progetto di una futura annessione della Soprintendenza Ostiense a quella di Roma, cancellazione determinata non da ragioni di ordine scientifico-culturale, bensì dai diktat del Ministero dell’Economia.
Italia Nostra nel richiedere al Ministro di recedere della proposta, lo invita piuttosto ad attivarsi per recuperare quelle risorse finanziarie, ma non solo, che, sottratte al Ministero da lui diretto, sono i veri e soli strumenti di cui le Soprintendenze di Roma e Ostia hanno assoluto e urgente bisogno per operare e garantire quei livelli di tutela che, pur in condizioni di difficoltà così gravi come quelle attuali, hanno saputo garantire fino a questo momento.