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Enrico Tantucci
La città trasformata in hotel cento palazzi ora sono alberghi
24 Settembre 2016
Vivere a Venezia
«Il dato è riferito solo agli ultimi dieci anni ma la tendenza non si ferma: oltre 30 mila i posti letto. L’addio degli edifici pubblici (scuole, tribunali, università) per lasciare spazio all’uso ricettivo».

«Il dato è riferito solo agli ultimi dieci anni ma la tendenza non si ferma: oltre 30 mila i posti letto. L’addio degli edifici pubblici (scuole, tribunali, università) per lasciare spazio all’uso ricettivo». La Nuova Venezia, 24 settembre 2016

Hotel Venezia. Un grande architetto che a Venezia ha insegnato e vissuto a lungo come Vittorio Gregotti ha definito così la tendenza - che sembra ormai quasi irreversibile - di questa città di trasformarsi in un grande centro alberghiero, mano a mano che il numero di residenti si riduce e quello dei turisti continua ad aumentare. Solo negli ultimi dieci anni almeno un centinaio tra palazzi e palazzetti ormai vuoti o dismessi si sono trasformati in alberghi e la tendenza si allarga ora agli alloggi privati sempre più trasformati in Bed & breakfast e in appartamenti turistici. Gli stessi albergatori chiedono una moratoria per fermare l’apertura di nuova hotel che invece continua senza soste, come se la capacità ricettiva della città fosse destinata ad estendersi all’infinito.
Una crescita continua. I dati resi noti anche dall’Annuario del Turismo riferito al 2015 e appena presentato in Comune dicono che a Venezia alla fine dello scorso anno c’erano oltre 400 alberghi, con una disponibilità di posti-letto che supera i 30 mila, aumentata di oltre 500 posti solo nell’ultimo anno. A questo si aggiunge l’offerta extralberghiera con altri 20.500 posti tra bed & breakfast, affittacamere, appartamenti turistici (ma qui il “nero” abbonda e molti non sono censiti) e altre forme di ospitalità. Cresciuti al ritmo di oltre 1200 solo nell’ultimo anno. Un gigantesco «dormitorio» per turisti che si concentra soprattutto nella città storica, anche se una parte di turisti, i meno abbienti, non disdegna anche gli hotel di Mestre.
L’addio agli edifici pubblici. La trasformazione in alberghi dei palazzi è ormai diffusa, ma un colpo decisivo a questo fenomeno è arrivato anche dal trasferimento o dalla «fuga» degli uffici pubblici in essi ospitati. Uno dei più lussuosi alberghi aperti in laguna negli ultimi anni - l’Aman Hotel, sede tra l’altro di matrimoni vip come quello tra l’attore George Clooney e l’avvocatessa Alanuddin o della tennista Ana Ivanovic con il calciatore Bastian Schweinsteiger - è frutto della trasformazione del cinquecentesco Palazzo Papadopoli, per anni sede del Provveditorato agli Studi, oltre che, poi del Cnr. L’Hotel l’Orologio a Rialto, anch’esso di recente apertura, ha sede a Palazzo San Cassiano, già sede del Tribunale, ma venduto dal Comune di Venezia per fare cassa.
E che dire del seicentesco palazzo a lungo sede del Tar del Veneto in Campo della Fava e ora trasformatosi nell’hotel ai Reali, con area wellness e piccola piscina all’ultimo piano? Anche Ca’ Sagredo, il palazzo ex sede Enel lungo il Rio Novo, che sembrava dovesse diventare sede universitaria - con una trattativa poi fallita perché troppo svantaggiosa per Ca’ Foscari - diventerà un albergo di 144 stanze ricavato dal gruppo spagnolo Nh Group. E anche l’università dà il suo contributo, spesso obbligato, essendo a volte costretta a vendere i suoi palazzi per motivi economici o di utilità, a questa trasformazione alberghiera. Così è ad esempio per Ca’ Nani Mocenigo, già sede di Ca’ Foscari, per cui sono iniziati già i lavori di trasformazione alberghiera.
Lo stesso Comune di Venezia continua sulla stessa china: Palazzo Gradenigo e Palazzo Diedo, venduti lo scorso anno alla Cassa Depositi e Prestiti, attendono l’occasione giusta per diventare hotel. E Palazzo Donà a Santa Maria Formosa sarà presto messo in vendita allo stesso scopo. Una deriva che non si ferma. La tendenza è destinata a continuare, anche perché i grandi gruppi internazionali del settore alberghiero che non sono ancora presenti in città, giudicano in questo momento conveniente investire su Venezia, isole comprese, con la fioritura di nuovi hotel di lusso a San Clemente e a Sacca Sessola. Tra gli ultimi nati il Venart Palace, che ha aperto a San Stae, sulla trasformazione di Palazzo Bacchini delle Palme. A breve distanza dall’hotel Palazzo Giovanelli & Gran Canal, aperto anch’esso di recente trasformando l’omonimo edificio. Nei nuovi progetti - già presentati al Porto - hotel con piscina anche in Marittima per i crocieristi e i turisti di passaggio. Impossibile fermare questa deriva, soprattutto se la città è in grado di proporre solo la destinazione turistica per il suo futuro.
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