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Roberto Ciccarelli
Lista Tsipras, è polemica sulla parola “sinistra”
18 Febbraio 2014
Articoli del 2014
Si discute sul rosso della lista Tsipras per l'Europa. Per fortuna idee e persone disposte a lottare per una alternativa al neoliberismo ci sono.

Si discute sul rosso della lista Tsipras per l'Europa. Per fortuna idee e persone disposte a lottare per una alternativa al neoliberismo ci sono. Il manifesto, 18 febbraio 2014

Fa discu­tere l’esclusione della parola «sini­stra» dai quat­tro sim­boli pro­po­sti sul sito lista tsi pras .eu. Tutti su sfondo rosso e con il nome di Ale­xis Tsi­pras, lea­der di Syriza che è un acro­nimo in greco di «Coa­li­zione della Sinistra-Fronte sociale uni­ta­rio». Nes­suno di que­sti sim­boli ripro­pone però l’augusto con­cetto. La deci­sione del comi­tato dei sei garanti (Guido Viale, Bar­bara Spi­nelli, Andrea Camil­leri, Marco Revelli, Luciano Gal­lino, Paolo Flo­res) è stata accet­tata da Tsi­pras, cofir­ma­ta­rio dell’appello per la lista ita­liana a soste­gno della sua can­di­da­tura alla pre­si­denza della Com­mis­sione Euro­pea che ha rac­colto 23 mila ade­sioni online.

La deci­sione ha creato malu­mori tra gli iscritti di Rifon­da­zione Comu­ni­sta. La segre­te­ria del par­tito ha dif­fuso un comu­ni­cato in cui cri­tica dura­mente i garanti. «La nostra richie­sta di costruire un per­corso demo­cra­tico nella defi­ni­zione dei sim­boli e della com­po­si­zione della lista è stata com­ple­ta­mente disat­tesa – si legge – È un grave errore poli­tico. Que­sta è una lista civica anti­li­be­ri­sta e non la costru­zione di uno spa­zio pub­blico di sini­stra». Per i ver­tici di Rifon­da­zione l’obiettivo delle euro­pee dovrebbe essere l’avvio di un per­corso per costruire una «Syriza ita­liana». Un obiet­tivo, sia pur ancora non troppo espli­ci­tato, anche di altri ambienti.

Per Rifon­da­zione l’errore poli­tico» dei pro­mo­tori non mette tut­ta­via in discus­sione «l’importanza di fare una lista uni­ta­ria con­tro le poli­ti­che di auste­rità». Lo spet­tro di una Sel che pre­senta una lista sepa­rata, e del man­cato rag­giun­gi­mento del quo­rum al 4% segne­rebbe un nuovo, tre­mendo, fal­li­mento per tutti. Il giu­di­zio nega­tivo allora si stem­pera e il par­tito di Paolo Fer­rero riven­dica infine l’operazione poli­tica che ha por­tato Tsi­pras a essere il can­di­dato della sini­stra europea.

I pro­mo­tori della lista hanno spie­gato la loro deci­sione per­ché «la parola sini­stra non ha un con­te­nuto pro­gram­ma­tico defi­nito — spiega Guido Viale — A que­sto con­cetto si appel­lano sia i Si Tav che i No Tav, i libe­ri­sti più sca­te­nati e i comu­ni­ta­ri­sti più radi­cali». «Per il suo pro­gramma euro­pei­sta, demo­cra­tico e radi­cale — aggiunge Viale — que­sta lista ha una chia­ris­sima con­no­ta­zione di sini­stra. Rite­niamo impos­si­bile che chi si iden­ti­fi­chi nella sini­stra non possa iden­ti­fi­carsi con que­sti con­te­nuti. La scelta si spiega anche per­ché inten­diamo rivol­gerci a una fascia di cit­ta­dini che non si iden­ti­fica diret­ta­mente con quella che è stata la sini­stra radicale».

Ai «garanti» della lista è stata anche rivolta l’accusa di «dispo­ti­smo illu­mi­nato». «Sono scioc­chezze — risponde Viale — Que­sto dispo­ti­smo lo vor­reb­bero eser­ci­tare i par­titi, met­tendo le can­di­da­ture ai voti nelle assem­blee che, come abbiamo visto con l’esperienza fal­li­men­tare della lista “Cam­biare si può”, si tra­sfor­mano in rodei molto nega­tivi, oppure mobi­li­tando gli iscritti come fa Grillo nelle sue vota­zioni online, con risul­tati non sem­pre bril­lanti. Da tempo Rifon­da­zione ci cri­tica per­ché non siamo dispo­ni­bili per le assem­blee. Adesso chie­dono che metà dei can­di­dati ven­gano votati online. Ma per noi è assurdo anche per­ché non si capi­sce quali can­di­dati dovreb­bero sot­to­porsi al voto on line e chi a quello dell’assemblea. Per le euro­pee que­sto discorso è dif­fi­cile da fare: in cir­co­scri­zioni con cin­que sei regioni è impos­si­bile con­tare su can­di­dati conosciuti».

Inte­grare l’orizzontalità della rete con le pra­ti­che della par­te­ci­pa­zione diretta (l’assemblea, ad esem­pio) rap­pre­senta in effetti uno dei rom­pi­capo della demo­cra­zia oggi. I «garanti» hanno affi­dato la solu­zione a un comi­tato di 15 per­sone che dal 21 feb­braio si riu­nirà per valu­tare le can­di­da­ture cari­cate sul sito lista tsi pras .eu. Il numero dei par­te­ci­panti al comi­tato nel frat­tempo dovrebbe aumen­tare, con­si­de­rato la quan­tità dei moduli sca­ri­cati in poche ore: 710 alle 18 di ieri. Sulla scelta influi­ranno, tra gli altri, que­sti cri­teri: i can­di­dati non devono essere stati eletti negli ultimi 10 anni, anche se c’è un’apertura agli eletti negli enti locali; la parità dei genere; spa­zio ai gio­vani. La con­sul­ta­zione sulla scelta di nome e sim­bolo è stata posti­ci­pata a causa del sovrac­ca­rico del ser­ver che non ha retto il numero dei contatti.

Il refe­ren­dum si con­clude oggi alle 15, ieri ave­vano votato solo in 13 mila, pro­ba­bil­mente a causa delle disfun­zioni tele­ma­ti­che. «Può anche darsi per­ché non ci sia il ter­mine sini­stra nel sim­bolo» ipo­tizza Viale. Si parla della pos­si­bi­lità, tutta da veri­fi­care, di can­di­dare anche Andrea Camil­leri e Bar­bara Spinelli

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