Questa sezione contiene articoli e documenti riguardanti temi fondanti - quali sinistra, lavoro, costituzione, resistenza, democrazia - che sono stati messi sotto attacco dalla corruzione, dai rigurgiti del fascismo, dall’affermazione del berlusconismo. Molte questioni si intrecciano con quelle raccontate nella sezione “Eventi”.
Il Novecento è stato ricco di speranze e delusioni, ferocie e magnanimità, eroismi ed efferatezze, martiri e carnefici, aguzzini e vittime. Qualche regime fu diabolico, qualche altro fu truce, ma i popoli furono dovunque impastati di terra e di cielo: nessuno interamente colpevole, nessuno interamente innocente. A differenza che altrove, in Italia si pensa invece che noi siamo buoni". Questa cartella vuole documentare che gli italiani non furono buoni sempre, né dappertutto.
Tra le cose da non dimenticare cè la Resistenza. Fu il nuovo atto di nascita per il nostro paese, e levento attraverso il quale la società italiana passò, tra lagrime e sangue, per diventare democratica. Fu un momento pienamente europeo, nel quale il mondo evitò lo sterminio definitivo grazie a due tensioni feconde: quella dellalleanza tra le democrazie occidentali e lUnione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, e quella della Resistenza nei paesi dominati dal nazismo.
È aperta da tempo una polemica politica sugli anni di Tangentopoli, su Mani pulite e sull'epoca che ha preceduto i fatti esplosi nel 1992. Una polemica, non una riflessione. Una polemica, come hanno rilevato molti osservatori, ispirata più alle esigenze congiunturali della lotta per il potere che a quelle della verità e della giustizia. D'altra parte, alcuni rilevano da tempo, con maggiore o minore amarezza, che "Tangentopoli non è finita". I meccanismi di corruzione consolidati allora perseguono, magari sottotraccia. E gli strumenti inventati in quel clima continuano a essere perfezionati: tendono anzi alla generalizzazione. Infine, la sinistra ha sempre rivelato una certa titubanza, un certo imbarazzo a ripercorrere la storia di quegli anni, a fare i conti con le proprie responsabilità, suscitando così il sospetto, ingeneroso e ingiusto, che nella notte di Tangentopoli "tutti i gatti erano grigi". Anche come contributo alla riflessione riporto qui alcuni un mio articolo, uscito nel 1992 sulla rivista Democrazia e diritto, e alcuni capitoli di un libro (da tempo esaurito) che, a caldo, abbiamo scritto su quei fatti Piero Della Seta ed io: "L'Italia a sacco" (devo dire che né il titolo né la copertina mi sono piaciuti molto). Del libro questa cartella contiene la premessa, alcuni paragrafi dell'interpretazione di taglio "urbanistico", e il capitolo conclusivo, nonché il file in formato acrobat del libro.
Il grande poeta ed editorialista Francesco Tullio Altan ha inventato (dopo Pimpa e Cipputi, dopo Camillo Cromo e Barigazzi, dopo gli orribili commendatori dal naso adunco e le formose e italianissime signore acutamente buonsensaie) il personaggio del Cavalier Banana. Qui veramente Altan non ha avuto bisogno di fantasia: la satira era già nel personaggio che le sue vignette raffigurano. È al Cavalier Banana e alla sua Repubblica che dedico questa cartella.
Materiali del convegno: A che serve la storia? I saperi umanistici alla prova della modernità, Roma, La Sapienza, 24-25 novembre 2009