Questa sezione contiene testi che documentano l’acutizzarsi degli squilibri, l’erosione dei diritti fondamentali, lo smantellamento delle politiche pubbliche. Sono affrontati temi cruciali (consumo di suolo, spazio pubblico, mobilità, grandi opere, beni comuni) e questioni generali (i poteri forti, la rendita, l’esclusione).
Tanti anni fa un editoriale di Rinascita (Alarico Carrassi, 1970?) aveva il titolo: "Nella riforma urbanistica il detonatore è la casa". Chissà se oggi si potrà esprimere la stessa speranza. Certo che il disagio abitativo cresce, grazie all'abbandono delle politiche pubbliche necessarie per un settore nel quale il "libero mercato" non esiste.
Una proposta che è di allucinante stupidità per il merito, devastante per il territorio e i cittadini, inutile rispetto ai fini di ripresa economica che si propone, e tuttavia incontra molti consensi nel popolo proprietario e negli ignoranti; oltre che, ovviamente negli speculatori grandi e piccini
Parliamo di infrastrutture. Ma l'accento va messo sulle esigenze che devono essere servite, non sul cemento, sull'acciaio, sull'asfalto che, a volte, possono servire. Se si rovescia l'ordine logico si finisce come nell'immagine. Per non pensare delle risorse limitate del pianeta che ci è stato dato per vivere.
Il tema è la nuova forma (informe?) che si sta producendo sulle superficie dellaTerra per il modo in cui l'uomo trasforma il territorio. Alla nuova forma, e soprattutto alle dinamiche che la producono. Un capitolo importante sono le analisi di Fabrizio Bottini sulle vistose trasformazioni indotte in questi anni, nella pianura del Po, dalle nuove tecniche di vendita. Un altro capitolo sono i testi classici, e gli interventi attuali, sull'interpretazione generale delle trasformazioni in corso.
Parti della città, oppure espulsione oltre l'urbano di problemi scottanti come l'abitazione a costo contenuto? Esercitazioni di architetti artistoidi innamorati di se stessi o tentativi generosi di costruire una città migliore traditi dall'amministrazione? Luoghi cndannati al degrado sociale oppure palestre per la costruzione di una società abitante? C'è dentro tutto, sia nella realtà che nel dibattito
Quelli che ci preoccupano oggi in modo particolare sono quei poteri, spesso coincidenti con persone, che hanno il potere di determinare il fuuturo del territorio e lo fanno ponendo come motore e obiettivo della loro azzione i vantaggi che ne qcsuisiscono. E' a costori che dedichiamo questa cartella
Eddyburg ha una visione molto ampia dello spazio pubblico nella città, e una percezione molto viva dei rischi che esso corre. Per noi lo spazio pubblico ha il suo punto di partenza nellarchetipo della piazza, si estende allinsieme dei luoghi finalizzati alle necessità comuni, e permea lintera concezione della città come bene comune
Il terremoto e il dopoterremoto in Abruzzo sono una sintesi del disastro italiano. Sulla ricostruzione (fisica, sociale, istituzionale) agiscono da un lato il bulldozer del Signore di Arcore e del suo proconsole, e dall'altro la resisistenza degli abruzzesi e delle loro istituzioni. Eddyburg è di parte, e si affida alla speranza