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Con l’insediamento del Presidente Vendola e della Giunta da lui nominata nell’aprile 2005 si è aperta una nuova stagione per la Regione Puglia. Una forte spinta all’innovazione data da una straordinaria ricerca di partecipazione democratica di vari strati della popolazione regionale non poteva che coinvolgere anche il tema dell’assetto e del governo del territorio. Può essere interessante osservare quindi, in maniera per quanto organica possibile, come questo tema è stato approcciato in un territorio, quale quello pugliese, dominato da una sorta di immobilismo cronico e sfruttamenti particolaristici ripercorrendo ciò che a riguardo già è stato scritto e pubblicato su Eddyburg.

Un buon punto di partenza per cominciare ad orientarsi nel panorama pugliese è rappresentato dal programma per il governo del territorio estratto dal sito della Regione nel 2005. L’assessore regionale Angela Barbanente delinea una piattaforma concreta da cui partire per il governo del territorio regionale di cui due sono gli aspetti fondanti: l’assetto del territorio e le politiche abitative. Per quanto concerne l’assetto del territorio, vengono individuate delle linee guida che individuano i punti critici su cui l’Amministrazione si impegna ad incentrare tempestivamente la sua azione di governo.

In primo luogo la Regione Puglia si propone di superare l’incertezza e la confusione normativa derivanti dalle due leggi regionali in materia di governo del territorio, 56/1980 e 20/2001. L’Amministrazione opta per utilizzarli, anziché rivederli, conferendo loro un diverso indirizzo politico, scelta motivata principalmente per tempi ed l’efficacia dell’azione governativa. Questa linea intrapresa risulta chiara e confermata anche nella lunga intervista rilasciata ad Eddyburg dall’assessore Barbanente nel settembre 2007 “Ridare impulso alla pianificazione: sfida in Puglia”, nella quale proprio il fatto di adattare la strumentazione prevista dalle leggi vigenti ad una nuova concezione politica, viene individuato come il nodo di svolta per conferire impulso alla pianificazione e al territorio più in generale.

Altra azione cardine viene individuata dalla Giunta nella rottura del modello gerarchico e centralistico che ha dominato, sin dall’inizio, il governo regionale del territorio in Puglia. Questo è stato associato alla necessità della messa in atto di più agili, efficaci e trasparenti procedure di approvazione o verifica di conformità dei piani e di ogni altra forma di autorizzazione in merito alle trasformazioni d’uso del suolo, operando da un lato uno straordinario sforzo di recupero dei ritardi accumulati, anche attraverso la definizione di “corsie accelerate” per specifici temi di rilevanza strategica, dall’altro, agendo sul duplice fronte della semplificazione procedurale e del decentramento di funzioni. Per affrontare queste tematiche la Regione Puglia si è impegnata fortemente e su più livelli, a partire dall’approvazione di un documento di indirizzo relativo alla pianificazione di area vasta. Attraverso tale accordo si promuove la collaborazione tra Regione e Province in materia di pianificazione territoriale e urbanistica e si esplicitano le ragioni del rilancio del ruolo delle autonomie locali nel sistema di governo del territorio regionale al fine di creare un reale sostegno e spinta all’innovazione delle pratiche di pianificazione locale. Riconosciuto l’esaurimento della spinta all'espansione urbana, la pianificazione viene orientata decisamente verso obiettivi di miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini, di bonifica di aree inquinate, di riqualificazione di aree degradate e recupero dei tessuti urbani consolidati.

L’approccio alla questione ambientale che nelle linee guida era affrontata in termini di “ rinnovamento delle forme di tutela del paesaggio secondo le indicazioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio” e di “ costruzione di rapporti sinergici fra il sistema di governo del territorio e le iniziative di tutela ambientale e programmazione dello sviluppo” viene a delinearsi più nettamente il 13 novembre 2007, quando la Giunta Regionale approva il documento programmatico del nuovo Piano Paesaggistico Regionale che definisce i presupposti, l'impianto e le modalità di redazione del nuovo piano.

Infine, echi di stampa arrivano da “la Repubblica”, cronaca di Bari 31 marzo 2007: nell’articolo " Puglia. Urbanistica, scatta la rivoluzione: più legalità con i nuovi piani" la nuova stagione di piani viene presa a simbolo di impegno al cambiamento e a legalità.

Punta Palascìa rappresenta certamente uno dei punti più suggestivi del tratto di costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca.

Essendo il luogo più ad Est d'Italia il sito è oggetto di interesse ogni inizio anno da parte di migliaia di persone in quanto da qui è possibile per primi vedere l'alba del nuovo anno.

L'area è interessata da diversi progetti per una maggiore valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche.

Risale a qualche anno fa, per iniziativa della Giunta Fitto alla Regione Puglia, la decisione di fare del Faro di Punta Palascìa un museo sul Mar Mediterraneo: in questo contrastando un progetto di vendita a privati per la realizzazione di un ristorante "sulle onde".

A livello nazionale il Ministero dell'Ambiente progetta di includere questo Faro nell'ambito di un progetto che coinvolge altri quattro fari per metterli a sistema (Genova, Gibilterra, Tunisia, Alessandria d'Egitto). Con questo affermando con forza che le acque del Mediterraneo sono acque di pace e di accoglienza.

Ciononostante, ed in contrasto con l'orientamento degli Enti Locali, nonchè contro la volontà popolare, è in essere un tentativo di deturpazione "ulteriore" del sito con la realizzazione di strutture ad opera della Marina Militare.

Il Comitato Giù le mani da Punta Palascia si ripropone di contrastare questo progetto con ogni mezzo messo a disposizione dalla nostra Costituzione, sicuro di avere dalla sua parte l'appoggio e l'affetto della popolazione.

Il Comitato

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