loader
menu
© 2024 Eddyburg
Roberta De Rossi e Vera Mantengoli
Venezia: tornano i tornelli
3 Giugno 2018
Terra acqua e società
la Nuova Venezia e facebook di Paolo Lanapoppi, 3 giugno 2018. Il ri-posizionamento dei tornelli, che avrebbero la pretesa di contrastare l'assalto dei turisti, riaccende giustamente le proteste (m.p.r.)

la Nuova Venezia e facebook di Paolo Lanapoppi, 3 giugno 2018. Il ri-posizionamento dei tornelli, che avrebbero la pretesa di contrastare l'assalto dei turisti, riaccende giustamente le proteste (m.p.r.)

la Nuova Venezia
FLASH MOB DEI CENTRI SOCIALI

«BENVENUTI A VENICELAND»
di Roberta De Rossi e Vera Mantengoli

«Non tirate le noccioline ai residenti. Munitevi di biglietto, questo è un Luna Park serio. Se non siete ricchi, andatevene, siamo la nuova polizia di Brugnaro. Benvenuti a Veniceland». Ieri mattina una quarantina di attivisti dei centri sociali, vestiti con gilet catarifrangenti, ha improvvisato un siparietto davanti ai varchi di Lista di Spagna, presidiati dalla polizia municipale. L'obiettivo: contestare gli ingressi «da parco giochi» voluti dall'amministrazione per deviare i flussi turistici in caso di sovraffollamento e ribadire l'urgenza di affrontare la questione della residenzialità. Il flash mob - iniziato sulle 10.30 e durato un'oretta - non ha impedito la circolazione, ma ha creato molto stupore tra chi era diretto verso Strada Nuova.

Nel giro di un battibaleno i manifestanti, confusi nella folla, arrivano ai varchi, costruiscono un gazebo biglietteria e iniziano a distribuire ai passanti una cartolina-biglietto con la scritta «Veniceland. City Day Ticket. Big Discount», raffigurante una Venezia in versione Disneyland: al di là del varco, altri manifestanti pronti a strapparla, proprio come si fa all'ingresso di un museo. Nel frattempo, in pochi minuti, le indicazioni stampate sui cartelloni gialli dei varchi per l'ingresso di residenti e titolari di tessera Imob, vengono coperte da manifesti con le scritte: «LunaPark» e «Veniceland. Ticket Here». In tutto questo, Tommaso Cacciari - a mo' di Mangiafuoco del Paese dei Balocchi - urla da un megafono, in italiano e inglese: «Stiamo preparando gli ultimi sfratti, entrate solo pagando. Ogni casa sarà a disposizione dei turisti mordi e fuggi, noi siamo i nuovi steward dell'amministrazione».
La gente guarda sbigottita quanto accade. Qualcuno pensa che si tratti di una protesta contro un circo, altri chiedono se si debba pagare il biglietto. Davanti a tanto frastuono, una cinquantina di turisti giapponesi decidono di restare "asserragliati" all'interno dell'hotel Bellini, per uscirne solo a fine flash-mob. Passa la consigliera fucsia Francesca Rogliani - con borsa fucsia sottobraccio - e scatta un botta-e-risposta con i manifestanti, con lei che si allontana urlando: «Siete la rovina di Venezia, vergognatevi». La polizia locale decide di presidiare, arrivano polizia e carabinieri, cercando di deviare le persone verso il Ponte degli Scalzi. Parafrasando il sindaco Luigi Brugnaro - che, durante il Carnevale, aveva detto a chi si lamentava del caos di andare in campagna - Cacciari grida a gran voce: «Se vi danno fastidio i turisti andatevene in campagna».
Gli attivisti - a suon di inviti a comprare i biglietti e ad affrettarsi a entrare nel Luna Park - contestano una certa filosofia mercantile che secondo loro guida la città. Così, dietro al biglietto, c'è il programma della manifestazione del 10 giugno, organizzata contro il passaggio delle grandi navi, ma anche per «la casa e la residenzialità, per ripopolare la città e per farla finita con la svendita». Per un'ora, facendo finta di essere veri operatori, gli attivisti distribuiscono cartoline, alternandole all'esposizione di uno striscione fucsia (il colore della Lista Brugnaro) dove si vede lo skyline di una Venezia piena di ruote panoramiche e case: «Svendiamo tutto». E 5 parole a spiegare il cuore della performance: «74 turisti a ogni residente». «Stiamo completando la funzione dei tornelli, quella di rendere la città un parco turistico», spiega Cacciari, quando tutto finisce e torna tranquillo. Per poco.
Il gruppo, cantando «Venezia libera», prosegue con lo striscione fucsia verso i varchi del Ponte della Costituzione, dove ci sono alcuni momenti di tensione: gli attivisti "escono" dai passaggi destinati a chi entra, i vigili cercano inizialmente di fermarli, per poi lasciarli andare.«È stata una manifestazione pittoresca, colorata, senza alcun impatto sull'ordine pubblico», ha detto il vicario della Questura Eugenio Vomiero, «non era stata avvertita la questura, come previsto, tre giorni prima: lo segnaleremo all'autorità giudiziaria che valuterà se incorrono in sanzioni penali».
Sito personale FB

BRUGNARO DISTRUGGE MA I MEDIA NON CAPISCONO

di Paolo Lanapoppi

«Ecco il testo di una lettera che ho inviato questa mattina al giornale La Stampa. Vi terrò informati sull'esito, anche se dubito molto che si troverà lo spazio per la pubblicazione».
Gentile direttore,
nella mia città di Venezia acquisto ogni giorno e apprezzo moltissimo il Suo giornale. Purtroppo però ho dovuto notare che per quanto riguarda le notizie veneziane esso sembra seguire una tendenza (comune a molta stampa nazionale e internazionale) ad accettare e divulgare una versione dei fatti semplicistica ed errata. Pochi giorni or sono La Stampa ha pubblicato in una sezione "Speciale viaggi" un articolo del direttore di Risposte Turismo (definito "analista indipendente" nel corsivo) che esprimeva come obiettive le opinioni delle compagnie di crociera, molto interessate a mimimizzare l'impatto negativo della loro presenza.
L'articolo dava per buono il numero di 20 milioni di turisti l'anno nella città, mentre il numero generalmente accettato anche dai media è di 30 milioni; dichiarava che solo il 3 o 4 per cento dei passeggeri mette piede in città, cosa del tutto inesatta e dimostrata tale da numerose pubblicazioni (per esempio quelle dell'editore locale "Corte del fontego", lavori di esperti docenti universitari); non faceva cenno dell'impatto d'inquinamento atmosferico e lagunare e di mille altri problemi generati dalle crociere.
Oggi 3 giugno il giornale pubblica con molto rilievo (richiamo in prima pagina) la notizia dell'istituzione di "bollini rossi e neri per fermare i turisti", accettando e divulgando il malinteso per cui la politica del sindaco Brugnaro sarebbe tesa a ridurre l'impatto negativo del turismo eccessivo, mentre essa mira soltanto ad aumentare il numero dei turisti, diffondendoli, o "spalmandoli" nelle poche zone della città che sono rimaste parzialmente tranquille. Oggi i turisti sono una media di 84.000 al giorno e si mira a raddoppiarne il numero chiudendo alcune strade nei giorni di super-accesso e deviando le folle in arrivo su stradine (callette e ponti) un po' fuori mano.
L'articolo non dice che nessuna misura per ridurre i numeri è stata presa né è stata mai considerata. Le pressioni dell'Unesco sono state aggirate con altre misure dall'apparenza ragionevole ma in realtà catastrofiche, come l'Unesco ha forse capito concedendo alla città ancora due anni di tempo per proporre una seria politica di salvaguardia. Venezia sta morendo come città, cosa forse inevitabile, ma che i media dovrebbero raccontare nella sua verità e non accettando per buone le dichiarazioni di una giunta comunale interessata solo a far aumentare per i propri elettori gli introiti derivati dal turismo di massa.
Grazie se potrete pubblicare questa lettera, che solo molto parzialmente può menzionare alcuni dei disastri in corso in uno dei principali patrimoni dell'intera umanità.
Aleramo Paolo Lanapoppi Docente universitario in pensione. Autore di "Lorenzo Da Ponte" (Marsilio, 1992), "The Penguin Guide to Northern Italy" (Penguin Books, 1990 e seguenti), "Caro turista" (Corte del fontego, Venezia 2013).
ARTICOLI CORRELATI
7 Giugno 2019

© 2024 Eddyburg