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Enzo Scandurra
La realtà manipolata da un articolo
19 Gennaio 2018
Enzo Scandurra
Qualche giorno fa, l’8 gennaio, è stato pubblicato un curioso articolo sul quotidiano la Repubblica, passato inosservato, dal singolare titolo: “Il 2017 è stato l’anno migliore” (segue)

Qualche giorno fa, l’8 gennaio, è stato pubblicato un curioso articolo sul quotidiano la Repubblica, passato inosservato, dal singolare titolo: “Il 2017 è stato l’anno migliore”, in assoluto della lunga storia dell’umanità. L’autore è Nicholas Kristof, editorialista del prestigioso New York Times, vincitore di ben due premi Pulitzer, quindi, se ne dovrebbe dedurre, voce autorevole del giornalismo internazionale. Se il titolo dell’articolo suscita serie e legittime perplessità, il suo contenuto lascia ancora più sorpresi. La percentuale, afferma, della popolazione mondiale che soffre la fame, è in miseria, o non sa leggere e scrivere, non è mai stata così bassa. La percentuale di bambini che muoiono non è mai stata così bassa. Anche la percentuale di persone sfigurate dalla lebbra, accecate da malattie come il tracoma o affette da altri mali, è scesa. Ogni giorno, il numero di persone di tutto il mondo che vivono in povertà estrema (quelli che guadagnano meno di due dollari al giorno) scende di 217.000 unità, ogni giorno 325.000 persone in più hanno accesso all’energia elettrica e 300.000 persone in più hanno accesso a un’acqua potabile pulita.

Più oltre, nell’articolo, si afferma anche: in tempi recenti, come gli anni Sessanta, la maggioranza degli esseri umani era analfabeta dalla nascita e viveva nella miseria più estrema. Ora meno del 15 per cento della popolazione mondiale non sa leggere e scrivere e meno del 10 per cento vive in estrema povertà. Tra altri quindici anni l’analfabetismo e la povertà estrema saranno quasi del tutto scomparsi. Dopo migliaia di generazioni, questi fenomeni stanno, più o meno, svanendo alla vista.

Che dire? Un esempio fulgido di come le magnifiche sorti e progressive dell’umanità sono all’opera, nonostante i dubbi di Leopardi e di tutte le generazioni che sono a lui seguite. A me l’articolo ha fatto ricordare un divertente sillogismo con il quale mia nonna (democristiana doc) riusciva a stroncare, alla fine degli anni Cinquanta, i miei aneliti comunisti quando avevo l’età di 13 anni. Ella diceva: adesso non c’è più la guerra, nessuno più muore di fame, abbiamo la radio, siamo nel benessere. Tu osi contestare tutto questo? Di chi il merito se non del partito che ci governa (democristiano)? Di fronte all’evidenza di queste evidenze non mi rimaneva che restare in silenzio, pur sospettando che quello non era certamente il migliore dei mondi.

L’editorialista, però, non può fare a meno di riconoscere che il mondo sta andando a scatafascio, ma ha una sua ricetta per salvarlo. Più avanti nell’articolo afferma: in quale momento storico preferireste vivere? Francis Scott Fitzgerald diceva che la prova di un’intelligenza di prima categoria è la capacità di intrattenere due pensieri contraddittori nello stesso momento. Provate con questi (ecco la ricetta, nda): il mondo sta registrando importanti progressi, ma è anche esposto a minacce letali. Il primo pensiero dovrebbe darci la forza per agire rispetto al secondo.

Non ci avevamo pensato! Basta dunque non vedere il mondo che sta andando a scatafascio e concentrarci sulle magnifiche sorti e progressive, per risolvere tutti i problemi. Straordinario questo articolo che ci insegna a fare come gli struzzi che, di fronte, a un pericolo mettono la testa sotto la sabbia per non vedere. E’ un esempio di come i mass media possono manipolare le menti delle persone e far credere loro che questo è il migliore dei mondi possibili. Anzi, non potremmo desiderare di meglio e ringraziare chi ce lo ricorda e chi ci governa!

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