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Luca Rojch
Il padre del Ppr: non permettiamo deroghe
11 Agosto 2017
Sardegna
Intervista di Luca Rojch sulle modifiche proposte alla disciplina paesaggistica del litorale della Sardegna.

la Nuova Sardegna, 9 agosto 2017, con postilla, si spera, chiarificatrice

Se Renato Soru è il padre politico e filosofico del Piano paesaggistico, Edoardo Salzano ne è il massimo architetto teorico. L’urbanista è stato a capo del pool che ha creato il Ppr. E interviene in modo deciso sul dibattito legato alla nuova legge urbanistica e sugli aspetti controversi di alcuni articoli del nuovo testo. Lo fa con decisione e nettezza.

Le piace la legge urbanistica varata dalla giunta?
«No. Non mi piacciono alcuni aspetti. Per prima cosa l’articolo 43 (quello che consente alle norme del Ppr). È una aperta violazione. Una inammissibile deroga. Il nocciolo della questione è che con questo articolo si apre la strada al prevalere degli interessi immobiliari su quelli della tutela dell’ambiente. Che poi a decidere sia la giunta o il consiglio è un aspetto del tutto irrilevante. La tutela della fascia costiera deve restare una priorità».

Cosa si deve fare secondo lei?
«Semplice, l’articolo 43 andrebbe cancellato completamente. È in contraddizione con il Ppr. Il Piano deve essere conservato. È il risultato di un lungo lavoro ed è un modello che viene studiato e apprezzato in tutto il mondo».

Sì, ma una legge urbanistica serve alla Sardegna
«Certo. Una legge urbanistica serve, bisogna vedere come è fatta. La legge non è una coperta che va bene qualunque sia il suo tessuto. Se si violano le regole più importanti, la legge va cancellata. Ho letto di tutto nelle proposte di legge che ha avuto la Sardegna. Non è mai stata fortunata. Qualcuno ha parlato di vocazione edificatoria dei suoli. Una cosa inconcepibile.
«Al di là di tutto si deve avere un principio netto. Nessuna deroga per interessi immobiliari. La difesa delle coste della Sardegna deve restare al primo posto».

Ma lei aveva previsto nel Ppr la possibilità delle “intese”
«Le intese non potevano derogare alle regole del Ppr e in ogni caso erano uno strumento transitorio. Servivano per attuare le norme del Ppr e cessavano appena avvenuta l’approvazione del Puc, che doveva avvenire entro 18 mesi».

Lei punterebbe ancora sul Ppr?
«Di sicuro non si deve modificare. Andrebbe completato ed esteso a tutto il territorio sardo».

Ma il resto della nuova legge urbanistica le piace?
«C’è un altro aspetto che contesto. È la possibilità di incrementare del 25% gli hotel nella fascia dei 300 metri».

Ma gli alberghi devono avere servizi moderni se si vuole fare turismo
«Certo, ma mi spieghi dove è scritto che per rimodernare si deve aumentare la volumetria. Con la stessa cubatura si può migliorare la struttura. Non si può derogare al Ppr in questo modo.

Soru aveva una sua filosofia, aveva cominciato con la costituzione di un patrimonio dei beni immobiliari regionali per trovare un uso corretto.
«La logica del piano era decongestionare le coste per ridare fiato alle zone interne. Nei paesi dell’interno c’è un patrimonio immobiliare in abbandono che va restituito alla vita. Spalancare gli occhi sull’interno della Sardegna è un’impresa intelligente. Il Ppr non ha mai bloccato lo sviluppo economico. Si deve invece diffidare da chi si affida in modo sistematico alla rendita immobiliare».

Cosa pensa della norma che incrementa le Case mobili?
«Sono vietate. Perché i campeggi non possono diventare strutture permanenti.

postilla

La comunicazione dei nostri tempi ha un bisogno straordinario di protagonisti. Quando non li trova pronti li inventa. Questo e altri articoli sul piano paesaggistico della Sardegna hanno individuato Salzano come Padre, Autore, Protagonista del Ppr. E arbitro della sua attuazione. Non sono stato qualcosa del genere per nessuno dei piani cui ho collaborato. Sono contrario all'ideologia e alla prassi del "Piano d'Autore". Qualsiasi piano urbanistico o territoriale è una costruzione condannato alla rapida decadenza se è figlia di un solo autore. Così il Ppr sardo è figlio di un gruppo, a geometria variabile nelle varie fasi della sua costruzione, cui hanno partecipato moltissime persone: negli apparati tecnici e amministrativi, nei consulenti, nei tecnici, negli amministratori, nella stampa.

Nel caso specifico, se si vuole individuare la persona e il nucleo che hanno avuto la prima e più forte e costante funzione nell'avvio e nella costruzione del piano questa è indubbiamente costituita da Renato Soru, con il piccolo gruppo di persone (ricordo Giorgio Todde, Giulio Angioni, Helmar Shenk, Ignazio Camarda) che ebbero l'intelligenza e la fortuna di incontrare e interpretare una corrente positiva e creatrice della società civile (es.).
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