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Dale Zaccaria
Il burraco delle multinazionali
9 Agosto 2017
Critica
Seguendo la massima di Adam Smith “ tutto per noi, niente per loro”, i nuovi padroni dell’umanità minano la stessa sopravvivenza del genere umano.

comune-info.net, 9 agosto 2017 (p.d.)



Le corporation stanno giocando con le nostre vite e con quella dell’intero pianeta. A 88 anni Noam Chomsky non attenua la critica nei confronti degli Stati Uniti e del capitale transnazionale che, spinto da un’insaziabile dinamica neocoloniale di accumulazione, non esita a depredare ogni possibile ricchezza dei popoli e della natura. In una recente conferenza a Montevideo, dove è stato invitato per girare un documentario con l’ex presidente José Mujica, il vecchio linguista non ha risparmiato le critiche rigorose quanto scomode nemmeno ai governi progressisti latinoamericani, nella migliore delle ipotesi inerti di fronte alla corruzione e all’estrattivismo. Chomsky ha poi ribadito che l’umanità ha costruito due macchine di distruzione: le armi nucleari e la catastrofe ambientale. Gli storici del futuro, ha detto, osserveranno il curioso scenario dell’inizio del ventunesimo secolo, dove per la prima volta nella storia gli esseri umani devono affrontare la prospettiva di una grave calamità che ne minaccia la sopravvivenza. La cosa assurda è che se la sono provocata da soli. E il paese più potente, quello che godeva di incomparabili vantaggi, ha fatto di tutto per accelerare il disastro.

Il pensatore anarchico statunitense Noam Chomsky, è stato ospite in queste ultime settimane, della Fundación Liber Seregni, a Montevideo in Uruguay. Ha tenuto una conferenza, accompagnato dall’ex Presidente José “Pepe” Mujica, il presidente buono, che ha sostenuto la depenalizzazione dell’aborto, il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, i ceti meno ambienti e più disagiati. Il Pepe anti-capitalista rifiuta apertamente il modello consumistico: «La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà». Si è sentito onorato, Mujica, di poter affiancare Noam Chosmky, che ha ribadito l’urgenza di affrontare seriamente i cambiamenti climatici e il rischio di una guerra nucleare, affermando: «L’umanità ha costruito due macchine di distruzione: le armi nucleari e la catastrofe medio-ambientale».
Il linguista poi si è soffermato sul grande problema che tocca tutta l’America Latina: la nuova colonizzazione da parte delle Corporation che con le loro imprese stanno devastando i territori, affamando le popolazioni, e minacciano l’esistenza dei popoli sacri ancestrali. Solo in Colombia, a causa delle miniere, ben 40 popoli indigeni sono a rischio di estinzione. Afferma Chomsky: «L’America Latina possiede grandi ricchezze che però servono solo a dare benessere a un piccolo settore delle società e alle imprese multinazionali, il capitale transnazionale continua a rubare queste ricchezze e i governi attuali sono incapaci di cambiare questa situazione». Chomsky poi ha puntato il dito anche sulla sinistra sud-americana che non ha avuto la capacità di risolvere la “corruzione endemica”, presente in ogni luogo. «Ci sono due problemi molto importanti: uno è l’incapacità dei leader politici di sinistra di fermare i forti livelli di corruzione, l’altro problema è che alcuni paesi del continente con governi di sinistra non sono riusciti a contrastare il modello economico estrattivista delle materie prime». L’oppressione neo-liberista statunitense e delle multinazionali straniere non ha fatto che creare una struttura sociale inclinata, con forti disparità tra classi, una mancanza di uguaglianza, e una grande concentrazione di potere nelle mani di oligarchie economico-finanziarie. Ma gli Stati Uniti, per Chomsky, restano un paese incontrastato da un punto di vista militare: «Nessun altro paese ha tante basi militari nel mondo» afferma, e anche le Corporation restano prime quasi in tutti i settori, dall’energia alle telecomunicazioni: «India e Cina sono ancora molto lontane dal poter rendere opaco il potere statunitense, restano comunque essenzialmente dei paesi poveri con problemi interni molto marcati».
Gli Stati Uniti sono sordi all’allarme cambiamento climatico. Diverse multinazionali canadesi e americane sono presenti in America Latina, continuando una politica di saccheggio delle materie prime presenti sul territorio, distruzione ambientale, contaminazione delle acque, con conseguenti piogge acide. La macchina di demolizione repubblicana per Chomsky ha smantellato quelle strutture come l’Agenzia di Protezione Ambientale, persegue una politica economica selvaggia in nome del profitto e del guadagno: «Proibito parlare di cambiamento climatico. Si sono distrutti tutti gli sforzi per ridurre il consumo di combustibili fossili. Non è solamente Donald Trump, ma sono tutti i leader repubblicani. Ognuno dei candidati, senza eccezione, o nega il cambiamento climatico o afferma che questo problema potrebbe esistere, ma non bisogna fare nulla a riguardo».
In più occasioni e in varie conferenze Noam Chomsky ha lanciato l’allarme cambiamento climatico e catastrofe ambientale: «La catastrofe ambientale è una cosa molto seria. L’effetto collaterale che stanno ignorando è il destino della specie. E in questo caso nessuno la salverà. Gli storici del futuro osserveranno questo curioso scenario dell’inizio del ventunesimo secolo, in cui per la prima volta nella storia gli esseri umani hanno dovuto affrontare la prospettiva di una grave calamità provocata da loro e che minaccia la loro sopravvivenza. E noteranno che il paese più potente di tutti, che godeva di incomparabili vantaggi, ha fatto di tutto per accelerare il disastro. Il tentativo di preservare le condizione in cui i nostri discendenti potrebbero avere ancora una vita decente, invece, l’hanno fatto le società cosiddette primitive: le tribù indigene e aborigene. Le popolazioni indigene da varie parti del mondo che chiedono l’aiuto dei paesi ricchi per poter lasciare le loro riserve di petrolio sottoterra, dove dovrebbero restare. E le nazioni più civili e sofisticate ridono della loro ingenuità. È proprio al contrario dì ciò che imporrebbe la ragione, se non fosse una forma di razionalità distorta dal filtro della democrazia capitalista».
E qual è la responsabilità delle multinazionali nel futuro e nella sopravvivenza del nostro pianeta? Con la loro politica che segue la massima di Adam Smith «tutto per noi, niente per loro», i nuovi padroni dell’umanità, con le loro logiche volte al ricavo del massimo profitto, i loro istituti finanziari, le collusioni con i governi locali, e l’utilizzo di gruppi armati e paramilitari, per reprimere ogni forma di protesta e opposizione, continuano indisturbati a prelevare, ad estrarre ogni forma di materia prima dalla nostra madre terra, cambiando e modificando gli equilibri dell’ecosistema, deturpando bellezza e natura. Le conseguenze dello loro azioni indiscriminate non stanno tardando a farsi sentire. Il clima sul pianeta sta cambiando. Il riscaldamento globale si alza sempre più, cresce di anno in anno e in questo gioco, la posta è molto alta, si tratta del proseguimento della nostra specie, le multinazionali stanno giocando con le nostre vite e con la vita dell’intero pianeta.
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