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Ferruccio Sansa
I ricchi di Cortina vogliono l’aeroporto per scordarsi la crisi
18 Luglio 2017
In giro per l'Italia
«L’ideona di Zaia: Cortina è in crisi, riapre l’aeroporto. “Si farà per i mondiali di sci del 2021”. Gli abitanti protestano».

il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2017 (p.d.)

Un jet-set, ma senza jet. Hanno vita grama oggi i vip di Cortina: niente aerei. Tocca arrancare su per la statale Alemagna come i comuni mortali. Ma la soluzione forse sta per arrivare: “L’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ha espresso parere favorevole alla ricostruzione dell ’aeroporto chiuso nel 1976”, annuncia la società Cortina Airport. E Luca Zaia, governatore veneto, preme: la pista deve essere pronta per i Mondiali di sci del 2021.
Un simbolo perfetto: l’aeroporto per far ridecollare la Regina delle Dolomiti che conosce l’onta delle stanze d’albergo in saldo a 39 euro! “Una pista per i ricchi a 500 metri dal parco naturale”, dicono gli oppositori. Jet dove ora incontri famiglie di cervi e bambini lanciati in folli corse con la bici. Se ne parla dal 31 maggio 1976 quando l’ultimo volo cadde e uccise sei persone. Per non dire del volo Aeralpi precipitato nel 1967. Una fama non buona. Ma la Regione vuole l’aeroporto. Una cordata di imprenditori scalpita: “Secondo l’Enac potrebbero atterrare aerei fino a 19 posti, a elica o jet”, spiega Fabrizio Carbonera di Cortina Airport. E snocciola dati: “L’investimento può arrivare a 20 milioni. Un’occasione, come è avvenuto in Costa Smeralda”. Ti pare già di vedere arabi e russi. Ma c’è un ostacolo: la pista. Che passerebbe da 1.280 a 1.520 metri. Più 75 metri per lato. Bazzecole a Malpensa, ma qui sei in uno dei posti più preziosi delle Dolomiti. E non sono solo i dubbi dei Cinque Stelle, come la parlamentare Arianna Spessotto, o di Luigi Casanova (MountainWilderness): “L’aeroporto no. Meglio il treno”. Il punto non è essere contrari alle opere, “ma il timore che con i Mondiali si facciano affari sulla pelle della valle e degli ampezzani”.

L’ultimo ostacolo saranno le Regole d’Ampezzo, cioè la gente del paese. Perché i boschi sono degli abitanti. Un caso unico di “comunismo”, proprio a Cortina. Senza il 75% di “sì” non basterebbe il presidente della Repubblica a far vendere il bosco. E gli ampezzani ci tengono alla loro terra. Carbonera ci va giù secco: “Mi sono rotto i coglioni di chi dice che l’aeroporto ha un impatto ambientale, gli studi dimostrano il contrario. Porterà soldi e lavoro: basta fare l’idraulico o il cameriere!”.

Cortina non sta bene. Lo vedi camminando tra i simboli della passata nobiltà: il trampolino di Zuel costruito per le Olimpiadi invernali del 1956 perde i pezzi. Chiusa anche la piscina. La vertiginosa pista di bob è abbandonata dal 2007. Sono passati gli anni che qui trovavi Ernest Hemingway, mentre le corti di Iran o di Giordania sbarcavano al Miramonti o al Cristallo. E incrociavi Brigitte Bardot. Cortina dei ricchi, sì, ma anche di Goffredo Parise che tra le creste trovava odore di roccia, non di mondanità.

La crisi la vedi anche nelle agenzie immobiliari: i prezzi che avevano sfiorato i 25-30mila euro al metro sono quasi dimezzati. Mentre in centro l’hotel Ampezzo attende il restauro e fioriscono bed&breakfast. Sacrilegio! Ora arrivano i mondiali: “Sono previsti 280 milioni di investimenti: 230 per le infrastrutture viarie e 40 per gli impianti”, spiega il sindaco Gianpietro Ghedina. Quanti progetti in vista dei Mondiali... Ma sull’aeroporto anche il sindaco ha dubbi: “Sappiamo poco del progetto e della sostenibilità finanziaria”. Ecco la la paura di uno dei giovani delle Regole: “Decidono tutto a Roma, a Venezia o a Treviso. Decidono politici o imprenditori mai visti. Progetti che non servono. Vogliono comprarci con la scusa della crisi. Ma noi non ci vendiamo i monti”.
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