loader
menu
© 2024 Eddyburg
Cristina Nadotti
Migranti, l’Italia sposta il fronte in Africa
22 Maggio 2017
2017-Accoglienza Italia
Il contenuto dell'accordo è chiarissimo: costruiamo barriere invalicabili per impedire ai disgraziati popoli delle regioni che noi stessi abbiamo fatto diventare inferni di sfuggirne. Se questo non è nazismo!
Il contenuto dell'accordo è chiarissimo: costruiamo barriere invalicabili per impedire ai disgraziati popoli delle regioni che noi stessi abbiamo fatto diventare inferni di sfuggirne. Se questo non è nazismo!

la Repubblica, 22 maggio 2017, con riferimenti in calce
«Vertice con i ministri dell’Interno di Libia, Niger e Ciad. Cabina di regia a Roma contro il traffico di esseri umani La strategia: centri di accoglienza nel deserto e guardie di confine addestrate per identificare gli schiavisti»

Ora c’è la conferma del ministero dell’Interno. Italia, Libia, Niger e Ciad lavoreranno insieme contro il traffico di esseri umani e l’immigrazione clandestina in uno dei punti cruciali delle rotte migratorie, il confine sud della Libia. L’operazione “Deserto rosso” era stata anticipata mercoledì scorso da
Repubblica, ma ieri, dopo il vertice al Viminale presieduto dal ministro dell’Interno Marco Minniti e al quale hanno partecipato i suoi omologhi di Libia, Aref Khoja, di Niger, Mohamed Bazoum, e del Ciad Ahmat Mahamat Bachir, c’è stata la descrizione dell’accordo nei particolari.
Roma ha ottenuto dunque la cabina di regia per gestire le operazioni in Africa e verificare periodicamente gli obiettivi dell’accordo. Quattro i punti principali dell’intesa: «Lavorare assieme per contrastare il terrorismo e il traffico di esseri umani, con l’obiettivo di assicurare la sicurezza dei confini; sostenere la formazione ed il rafforzamento delle guardie di frontiera creando una “rete di contatto” tra le forze che controllano i vari confini; sostenere la costruzione di centri di accoglienza in Niger e Ciad; promuovere lo sviluppo di un’economia legale alternativa a quella collegata al traffico di esseri umani».

Per sostenere le guardie di frontiera saranno impiegati i militari italiani, tuttavia la missione al momento non è stata annunciata dal ministero della Difesa perché i negoziati sia con i Paesi africani, sia con i partner europei, Francia e Germania su tutti, sono stati portati avanti soprattutto dall’Interno. Il finanziamento sarà invece a carico degli Esteri, con 200 milioni già stanziati per l’assistenza alle aree interessate dalle rotte dei migranti. Per quanto si parli di promozione dell’economia legale in alternativa ai proventi del traffico di esseri umani, la missione sarà essenzialmente militare. Una squadra specializzata dello Stato Maggiore della Difesa è in Niger da settimane, per studiare le possibili basi, in collaborazione con i militari francesi già presenti nella zona. L’obiettivo principale è infatti di addestrare un corpo di guardie di confine libiche, come previsto dagli accordi siglati a Roma lo scorso 2 aprile tra una sessantina di tribù del Sud, per contrastare jihadisti e trafficanti. Poiché però i governi libici non accettano la presenza di forze straniere, è stato necessario puntare sul Niger e il Ciad per i centri di accoglienza in cui potenziare i controlli di frontiera per identificare gli schiavisti e assistere i migranti.
L’incontro di oggi è un passaggio cruciale della strategia voluta da Minniti fin dal suo insediamento al Viminale, per chiudere la rotta migratoria dalla Libia all’Italia. Il ministro dell’Interno vuole rafforzare la guardia costiera libica e per aiutarla a fermare i barconi è prevista entro giugno la consegna di dieci motovedette. Poi si punta a chiudere la rotta del Mediterraneo all’origine, con operazioni di polizia sui cinquemila chilometri di confine che separano appunto la Libia dal Niger e dal Ciad, dove da anni agiscono indisturbate le organizzazioni di trafficanti di esseri umani.

riferimenti

L'accordo promosso e firmao dal governo italiano (Minniti ha voluto che la "cabina di regìa fosse a Roma) è un'applicazione del patto scellerato (come lo ha definito Alex Zanotelli) per contrastare con la violenza l'esodo, reso inevitabile dalle efferrate politiche compiute dal capitalismo negli ultimi secoli, e particolarmente nella sua attuale fase terminale. Si veda anche, di Alex Zanotelli, No Migration compact

ARTICOLI CORRELATI
19 Febbraio 2019

© 2024 Eddyburg