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Nel pianeta 500 milioni di giovani vivono con due dollari al giorno
13 Agosto 2016
Critica
Un rapporto per il
World Social Forum di Montreal dell'Oxfam. Se il mondo non cambia il suo giro aumenta sempre più l'area della povertà: eplosivo che si accumula per una deflagrazione che ci spazzerà via tutti, oppure serbatoio di speranze e asioni per un futuro diverso? Non dipende dal fatp. Il manifesto, 13 agosto 2016

Un pianeta sempre più squilibrato moltiplica le diseguaglianze fra generazioni. E scava il solco della povertà per i giovani sempre più disoccupati, sempre meno sicuri dell’accesso ai servizi.

Sono 500 milioni, nella fascia d’età compresa fra i 15 e i 24 anni, costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno. È il dato più eclatante del report che Oxfam ha pubblicato in occasione dell’International Youth Day all’apertura del World Social Forum in Canada.

Il mondo è una sorta di flipper impazzito fra demografia ed economia. Le statistiche indicano che con 1,8 miliardi di giovani si è raggiunto il punto più alto della «gioventù» nella storia planetaria. Tuttavia, al massimo rinnovamento anagrafico corrisponde il più eclatante tonfo nell’indigenza proprio per i più giovani. Impoveriti globalmente, esclusi dalla “stanza dei bottoni”, primi a pagare le conseguenze della crisi, sempre più sprovvisti dell’accesso ai servizi essenziali e in futuro con livelli di Welfare evanescenti.

Oxfam lo conferma nel rapporto «I giovani e la disuguaglianza: è tempo di rendere le nuove generazioni protagoniste del proprio futuro», lanciato nel quadro della campagna «Sfida l’ingiustizia». Dimostra come siano proprio i giovani i più colpiti dagli effetti della crisi economica internazionale iniziata nel 2008: il 43% della forza lavoro giovanile a livello globale è disoccupata o vittima di retribuzioni inadeguate.

Un dato mondiale che non risparmia l’Italia. Anzi. È più che preoccupante il tasso di disoccupazione giovanile (sempre nella fascia d’età compresa tra i 15 e 24 anni): a giugno l’Istat certificava quota 36,5%. E lo scenario mondiale è tutt’altro che incoraggiante. Secondo Oxfam, anche se nel biennio 2013-2014 è aumentato del 50% il numero di governi che hanno adottato Piani nazionali per le politiche giovanili, i “nuovi abitanti” del pianeta restano penalizzati.

«Con questo nostro report – sottolinea la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti – lanciamo un appello ai leader mondiali affinché rendano i giovani veri attori e motore di un cambiamento da cui tutti possano trarre beneficio».

E aggiunge: «Lavoriamo ogni giorno con migliaia di giovani e sappiamo come molti di loro siano impegnati nella costruzione di un mondo più giusto e libero dall’incubo della povertà, che colpisce tantissimi di loro, soprattutto nei paesi poveri».

Di conseguenza, urge una svolta proprio in funzione delle nuove generazioni, cioè del futuro stesso del pianeta. «Governi e società civile devono lavorare insieme ai giovani di tutto il mondo perché il peso dell’estrema disuguaglianza economica e socialenon schiacci le nuove generazioni in termini di accesso a servizi e diritti essenziali come l’istruzione, la sanità e il lavoro».

Nel mondo, quasi 126 milioni di giovani, soprattutto nei paesi poveri, sono vittime dell’analfabetismo. E in alcuni paesi le ragazze hanno una maggiore probabilità di morire di parto che di finire gli studi. Un contesto globale che richiede, quindi, una riflessione che parta proprio dai giovani per trovare nuove e diverse soluzioni.

Ecco perché Oxfam proprio in occasione del World Social Forum di Montreal ha promosso lo «Youth Summit on Inequality», incontro che a partire dai temi proposti dal report porterà giovani attivisti di Oxfam da tutto il mondo a confrontarsi per trovare possibili soluzioni e proposte, che saranno raccolte in un vero e proprio Manifesto, sottoposto al vaglio dei partecipanti al World Social Forum di Montreal.


L'Oxfam è è una delle più importanti confederazioni internazionali specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, composta da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per individuare soluzioni durature alla povertà e all'ingiustizia
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