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Giorgio Pizziolo
Apuane, un mondo lacerato, un'alternativa complessa
14 Maggio 2016
Il paesaggio e noi
Le Apuane: un drammatico problema aperto, che richiede soluzioni non semplici, ma rapide. Una proposta operativa per ricucire le troppe lacerazioni, una proposta operativa per costruire nuove relazioni tra Ecologia, Persone, Società, Economie, Natura e Luoghi

Le Apuane: un drammatico problema aperto, che richiede soluzioni non semplici, ma rapide. Una proposta operativa per ricucire le troppe lacerazioni, una proposta operativa per costruire nuove relazioni tra Ecologia, Persone, Società, Economie, Natura e Luoghi (m.p.g.)

Tutto sulle Apuane è lacerato: a partire dalle montagne attaccate in ogni loro parte, alle cave devastanti, all’abbandono dei pascoli e dei boschi e della fragilissima agro pastorizia, e similmente alla condizione dei paesi disabitati, e all’invecchiamento della popolazione. Ma all’origine di tutte queste lacerazioni sta l’industria del marmo, nelle sue varie finalità estrattive, tutte comunque multinazionali globalizzate. Il marmo è ormai solo una materia prima come l’oro o il rame o i diamanti, le montagne un luogo da distruggere, le persone una popolazione da sfruttare, anche fino alla morte. Ma a differenza dei paesi del terzo mondo dove la popolazione è umiliata e indifesa, qui la popolazione è in parte consenziente, pensando di avere le briciole (in nero) di questa rapina e si fa addirittura promotrice della svendita delle terre collettive e del loro ambiente, travisando una tradizione di lavoro che peraltro ormai non esiste più.

Questa lacerazione, economica, sociale, mentale, storica e pratica, è pericolosissima sia in sé che nei confronti di ogni alternativa possibile. Anche la realtà delle terre civiche estese a tutta la Montagna, che il Centro Cervati difende e propone come alternativa strategica, invece è misconosciuta e travisata sia dalle leggi vigenti, anche quelle paesistiche, che dagli utenti, provocando un’ulteriore lacerazione nella situazione generale già così tanto frammentata.

Anche per questo emerge un’altra lacerazione, quella tra le associazioni, su chi difende il Piano Paesistico, anche sulle Apuane, così come è stato approvato, modificato dai ‘cavatori’ e dalla Regione, e chi vorrebbe riportarlo al Piano originario e alla legislazione nazionale. In base alla posizione che si intende assumere le attività conseguenti sono diverse. E ciò perché la legge ora vigente legittima interventi distruttivi inaccettabili, fino al paradosso di rendere “paesaggio ufficiale” proprio la distruzione della montagna, resa addirittura struttura paesistica “sovra ordinata”!

Di fronte a tutte queste lacerazioni, che si estendono anche alle città pedemontane (per tutte Carrara) a loro volta straziate e devastate dalle lacerazioni, urbanistiche, ambientali, sociali, culturali,economiche, e ai loro territori di pianura (Versilia) o di fondovalle (valli del Serchio, o del Magra) sempre più intasati e “periferizzati”, o ancora le lacerazioni dei fiumi e quelle della desertificazione dei ravaneti e del carsismo, di fronte a questo mondo esposto a grandi pericoli e ferito in ogni sua parte, ma ancora vivente e ancora più drammaticamente coinvolgente, fantastico, ed appassionante l’opposizione non può essere che articolata, complessa, ma anche creativa

Una Prima opposizione in atto è puntuale, puntigliosa, cava per cava, fiume per fiume, paese per paese, città per città.U na seconda opposizione coglie ogni anche minimo segnale di vitalità che si manifesti tra le lacerazioni e che spinge a cercare di rilanciare una produzione di cibo, di accoglienza, di riscoperta dei luoghi, di continuazione della vitalità comunitaria, di economia giovanile, e di mettere questi fattori tra loro in comunicazione, tramite flussi di relazioni sempre più ampie.
La terza opposizione mette in atto un salto ecologico/ mentale complesso: I Laboratori socio-paesistici della “Città/Natura”. Non megapiani o cabine di regia, ma processi partecipati sperimentali viventi, organizzati sulla base di un pensiero evolutivo e concreto, quello di nuove relazioni tra Ecologia,Persone,Società, Economie, Natura e Luoghi

I Laboratori aprono la prospettiva di una nuova condizione per questo territorio e per i suoi abitanti: una nuova CITTA’/NATURA, una simbiosi tra insediamenti, ancora separati nella loro individualità di piccole città, borghi, paesi e frazioni, ma poi tutti ricollegati in un “effetto città” complessivo che entra in relazione con tutti i frammenti di Natura e di ambiente a loro volta riconnessi in un sistema ecologico unitario, progressivamente sempre più strutturato.

Così Natura e Città,oggi super/lacerati vengono posti di nuovo in relazione, e al loro interno ricomposti, ed aprono nuove correlazioni tra loro pervenendo ad un nuova configurazione interattiva, ad un Nuovo AMBIENTE DI VITA (una vita naturale, sociale, culturale, e anche virtuale) dove servizi urbani, teatri, scuole, mercati, ma anche orti, campi, prodotti biologici di qualità, boschi, ma più che altro fiumi e montagne, così come il mare, divengono componenti attive di un Luogo per Abitare e per produrre secondo natura e secondo creatività sociale.

La prima proposta operativa: dalla Montagna al Mare Il LABORATORIO PANIE- VERSILIA
Per operare e creare una tale configurazione e verificarne la fattibilità stiamo costruendo un contesto di esperienza e sperimentazione, di conoscenza e nuova elaborazione, di scambio paritario tra le diverse componenti che abbiamo chiamato Laboratorio Panie-Versilia.

La Versilia, le Panie e le Apuane meridionali sono ancora in grado di costruire questa alternativa, con le Panie che svolgono il ruolo di cattedrale della Città/Natura, con la Versilia, bassa e alta, una bonifica e un giardino territoriale/ paesistico che diviene Ambiente di Vita di tutta la popolazione, ospiti compresi, estensibile anche alle valli del versante del Serchio.
Si è verificato che un tale contesto crea le condizioni per fare incontrare le diverse esperienze spontanee già in atto, sia in termini di contrapposizione ai fenomeni dominanti, sia in termini di creazione e promozione di attività inedite.

L’assunzione dell’Ambiente di Vita Montagna-Mare che proponiamo trova riscontro anche nella definizione degli ambiti paesistici del Piano Paesistico Regionale con un ambito che si estende dal Crinale Apuano al Mare Tirreno, e che così fornisce un importante riferimento legislativo nella normativa vigente, sviluppandola peraltro con modalità innovative ed evolutive.
Ma proprio qui nasce la contraddizione con il Piano nelle sue parti modificate, perché esse risultano in aperto contrasto con l’evoluzione del Piano da noi praticata.

Vi invitiamo tutti a partecipare ai nostri Laboratori socio paesistici della “Città/Natura”, recentemente lanciati a Seravezza, e fondati su un lungo lavoro pluridecennale.
Personalmente oggi mi recherò a Firenze alla manifestazione contro l’Inceneritore e l’Aeroporto nella Piana della Città Metropolitana, l’altra grande contraddizione presente nel Piano Paesistico così come,approvato con conseguenze disastrose per la città, il suo ambiente e per tutta la Toscana.

L'autore è Presidente del “Centro Cervati per l’Uso Civico” - Seravezza

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