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Simona Poli
“Amareggiata, non rifarò l’assessore”
2 Aprile 2015
Toscana
Le critiche sono legittime, e spesso rivelatrici dell'ideologia che si condivide e degli interessi che si vogliono difendere. Ma le menzogne non sono ammissibili in un consesso civile. Marson rettifica, e dichiara la sua amarezza. Come non comprenderla.

La Repubblica, Firenze, 1º aprile2015


Anche adesso che è finita, che il Piano del paesaggio è stato approvato, che la polemica si è per forza di cose un po’ attenuata, continua la guerra tra l’assessore all’urbanistica della giunta Rossi e il Pd Toscano. Sul Tirreno il consigliere regionale Ardelio Pellegrinotti accusa Anna Marson di non essere stata un buon amministratore ma soprattutto tira in ballo i costi del Piano: 1 milione e 140 mila euro, di cui 260 mila serviti per pagare «giovani ricercatori universitari ed esperti di livello».

Sul punto Pellegrinotti aveva pure presentato un’interrogazione a cui Marson ora risponde pubblicamente: «La Regione », dice, «non è mai ricorsa a consulenze esterne per il Pit. Il rapporto di collaborazione è stato instaurato con il Centro Interuniversitario di Scienze del Territorio, che grazie a un accordo tra gli atenei toscani coordinato da Firenze ha attivato 25 assegni di ricerca, quattordici borse di studio e dieci incarichi messi a concorso con bandi pubblici e quattro borse del fondo “GiovaniSì”. I docenti non hanno avuto un soldo. Del milione e 124.400 euro di costi del Piano, oltre 1 milione è andato ai ricercatori».

Oltre che per la faccenda dei soldi Marson ammette di essere «molto amareggiata e affaticata» per la reazione suscitata nel Pd dal suo ultimo intervento in consiglio regionale. «Ho detto e ripeto che mentre noi e i tanti che hanno sostenuto il Piano eravamo impegnati per il bene collettivo chi ha osteggiato il nostro lavoro era mosso da interessi privati. Non è facile approvare un piano alla vigilia di una campagna elettorale, ci sono consensi da raccogliere nei territori e io questo lo capisco».

Lei, al contrario, non vede per se stessa un orizzonte politico. «Per ora nessuno mi ha chiesto niente», confessa. «Ho il mio lavoro di insegnante a cui tornare per fortuna, un lavoro che mi piace». Con Rossi giura che il rapporto si sia chiuso bene. «Si è impegnato molto e mi ha difesa, anche se è stata dura. Io però non credo di avere nulla da rimproverarmi, al di là dei miei difetti ce l’ho messa tutta».

Intervistata da Raffaele Palumbo a Controradio ieri Marson fa un bilancio del Piano “riveduto e corretto”:« Newsweek ha scritto che rispetto alla versione originale le regole sono state “watered”, un po’ annacquate e forse è vero. Ma restano comunque regole e tra pochi giorni arriverà la validazione del ministero dei Beni culturali. E avere regole certe fa comodo a tutti, ai cittadini e agli operatori delle imprese. A questo punto dobbiamo solo monitorare come il Piano sarà applicato. Intanto ringrazio chi lo ha votato anche senza far parte della maggioranza».

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